Il 23 maggio 2013 il parlamento israeliano ha approvato in via preliminare un disegno di legge che vieterebbe di muovere critiche all’operato dell’esercito d’Israele. Ne ha dato notizia il Jerusalem Newspaper, citato da Middle East Monitor.
La proposta, portata avanti da Yoni Chetboun (del partito HaBait HaYehudi), Yariv Levin (del Likud Beiteinu) e Nachman Shai (del partito laburista d’opposizione) metterebbe il bavaglio a chiunque diffami le azioni militari israeliane, rendendo tale pratica perseguibile penalmente.
Il disegno di legge è stato denominato “Jenin – Jenin“, richiamandosi ad un film documentario diretto dal palestinese Mohammed Bakri, attraverso il quale sono state messe in luce alcune pratiche dell’esercito di occupazione israeliano, tra cui massacri e abusi, durante l’invasione del campo profughi di Jenin nel 2002. Il film venne contrastato dai militari israeliani, che cercarono (inutilmente) di impedirne la diffusione.
Contro ogni protocollo, la Knesset ha dato la priorità a questo disegno legge senza aspettare 45 giorni necessari per inserirlo in agenda, così come previsto dall’ordinamento. La legge è stata sostenuta dalla commissione ministeriale per la legislazione, anche se il capo di questo comitato, il ministro della giustizia, Tzipi Livni, ha espresso forti dubbi verso il provvedimento in questione.
“I soldati dell’Idf, come tutti i cittadini israeliani, hanno il diritto naturale di difendere il proprio buon nome“, ha dichiarato Chetboun. “Avendo combattuto in qualità di comandante, ho imparato attraverso l’esperienza quanto è difficile fronteggiare le provocazioni. Come soldato non sai mai a cosa stare più attenti se alle pietre che vengono lanciate o se alle videoregistrazioni provocatorie”. Va ricordato che Israele, nella classifica RSF sulla libertà di stampa, è scesa dalla 92esima alla 112esima posizione.
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