L’azione umanitaria del Movimento Internazionale di Croce Rossa, una storia di 150 anni

di Paola Longobardi

Tutelare i feriti e le vittime dei conflitti. Senza distinzione e senza prendere parte alle ostilità. È l’azione che il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) porta avanti da 150 anni. Migliorare le condizioni di vita di chi non partecipa ai conflitti armati ed alleviare le sofferenze e le agonie di quanti coinvolti in scenari di guerra, è la missione umanitaria che migliaia di volontari, sotto la guida internazionale della Croce Rossa, compiono quotidianamente da oltre un secolo.

Siria, Mali, Congo, sono solo alcuni dei 90 paesi in cui oggi il CICR è presente per portare avanti la propria azione fornendo aiuti alle popolazioni coinvolte e diffondendo il rispetto del Diritto Internazionale Umanitario.

Tutto nasce nel 1859, quando un cittadino svizzero di nome Henry Dunant, si trova coinvolto emotivamente nella battaglia di Solferino. Feriti, malati, cadaveri, violenza. Questo guardano gli occhi di Dunant, che mosso da tanta sofferenza decide di prestare soccorso a tutti, senza distinguere tra le parti. Così nasce nel 1863 quello che oggi è chiamato in tutto il mondo il Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, l’organizzazione umanitaria che nel 1864 permette la firma della Prima Convenzione di Ginevra. Ad oggi sono 187 le Società Nazionali di soccorso presenti in numerosi paesi del mondo. Calamità naturali, catastrofi, conflitti e assistenza socio sanitaria sono le azioni che quotidianamente svolgono i volontari, nel rispetto di quelli che sono i Principi Fondamentali del Movimento.

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Sotto la protezione dell’emblema, si commemora quest’anno l’intensa attività portata avanti con numerose difficoltà. “Questo anniversario ci dà l’opportunità di guardare al passato con occhio critico, ma anche di prendere coscienza dei punti di forza che ci hanno aiutato nello svolgimento delle nostre attività per milioni di vittime dei conflitti armati e della violenza”, dichiara Peter Maurer, Presidente del Comitato Internazionale. “Ora più che mai dobbiamo non solo restare ancorati ai nostri principi, ma cercare nuovi modi per aiutare al meglio le persone che ne hanno bisogno. Dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per assicurare che la natura neutrale, imparziale e indipendente delle nostre attività umanitarie sia compresa da tutti”.

Il Comitato Internazionale, infatti, porta avanti il proprio lavoro in uno scenario che cambia continuamente. L’uso di nuove armi e tecnologie e la crescita di gruppi armati, nonché la difficoltà di accesso alla popolazione, è una sfida continua. È la battaglia che la Croce Rossa si trova a fronteggiare, armata di beni di prima necessità e di cure mediche da fornire a chi ne ha bisogno.

Il tutto reso ancora più difficile dal mancato rispetto di quelli che sono i limiti dei mezzi e dei metodi di combattimento. Così come la violazione dell’emblema, il cui mancato rispetto, oggi, ha causato la morte di 19 volontari della Mezzaluna Rossa Siriana.

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La violenza riservata al personale sanitario in Siria preoccupa molto il CICR e la comunità di Croce Rossa in generale. In virtù di questo, da Ginevra, sede del Movimento, hanno lanciato una campagna volta alla prevenzione della violenza contro il personale sanitario e soprattutto orientata al rispetto dell’emblema. “Non c’è mai stato così tanto bisogno di una volontà politica di risparmiare i civili e di rispettare il Diritto Internazionale Umanitario, sia da parte degli Stati, sia da parte di gruppi armati non statali”, ha detto Maurer, “e insieme ai partner all’interno del Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa e con la comunità umanitaria, dobbiamo cercare il modo di fronteggiare queste sfide. È necessario coordinare meglio gli sforzi umanitari e prestare molta attenzione alle opinioni di coloro che chiedono aiuto dando loro l’opportunità di svolgere un ruolo attivo in questa opera il cui fine ultimo è quello di rendere le persone capaci di raggiungere nuovamente una stabilità”.


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