Se Grillo diventa europeista per scagliarsi contro le seconde generazioni

 

Editoriale di Joshua Evangelista

Lo ius soli da concertare “con gli altri Stati dell’Ue”. A dirlo non un seguace della linea di continuità Monti-Letta ma Beppe Grillo, non certo noto per essere un bruxelliano. Questo il nocciolo dell’ultimo post sul suo blog, che inizia spiegando che in Europa lo ius soli non sarebbe presente, se non con alcune eccezioni “estremamente regolamentate”.

Basta questa prima frase per far partire la fiumana di condivisioni, tweet, “velavevodettoio”, etc etc. E se lo dice lui che lo ius soli in Europa non esiste (come riferimento rimanda alla pagina italiana di Wikipedia sull’argomento, poche righe scritte frettolosamente), allora dobbiamo fidarci. E mandare affanculo la parte sinistra della Kasta, buonista verso gli stranieri. Evidentemente Beppe, oltre a non aver approfondito la materia, non sa che anche nella maggior parte dei paesi europei dove vige lo ius sanguinis le pratiche per ottenere la cittadinanza sono estremamente più snelle rispetto a quelle italiane. Si faccia una passeggiata mattutina in qualche questura italiana, dove (anche a causa del brutto clima instaurato dalla Bossi-Fini) i ragazzi di seconda generazione spesso vengono trattati come pacchi indesiderati da rispedire al mittente. Congolese, albanese o del Bangladesh, fa poca differenza.

O magari legga la storia di Josef Yemane Tewelde, detto Jojo. Nato a Roma da genitori eritrei, a 32 anni non è ancora cittadino italiano. La cittadinanza gli è stata negata perché non è riuscito a dimostrare che ha vissuto in Italia i primi 11 mesi della sua vita. Alla scadenza del suo permesso di soggiorno, a vent’anni, Jojo si è  ritrovato ad essere clandestino nel Paese in cui è nato. Romanaccio e clandestino.

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Sempre nello stesso post, il comico/guru invoca un referendum sull’argomento poiché “una decisione che può cambiare nel tempo la geografia del Paese non può essere lasciata a un gruppetto di parlamentari e di politici in campagna elettorale permanente”. Ben venga la democrazia diretta, ben venga un’informazione corretta su un tema molto importante. Ma, caro Beppe, non dirmi che 110mila firme raccolte in tutta Italia grazie a una bellissima rete di comitati, associazioni e semplici cittadini siano per te nulla. Perché della cittadinanza alle seconde generazione non frega solo a un manipolo di parlamentari di sinistra. C’è un popolo che si informa (sul web non c’è solo il tuo sito, sai?), che conosce la situazione e che, credimi, potrebbe sorprenderti.

Mi sembra che proprio tu, che hai fatto della lotta ai partiti tradizionali il tuo cavallo di battaglia, sei caduto in quella logica sgradevole che qualcuno ben spiegò tempo fa: “I partiti italiani usano la UE come un alibi, alla bisogna, quando serve”. Chi ha scritto questa frase? Un certo Giuseppe Piero Grillo, nato a Genova nel ’48, di professione attore e blogger. Magari siete parenti.


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