E’ avvenuto nel primo pomeriggio, nella città di Kairouan, l’arresto di Amina, la ragazza diciannovenne tunisina che a metà marzo mostrò pubblicamente sul web alcune foto che la ritraevano a seno nudo. La giovane, prima tunisina ad aderire al movimento femminista ucraino delle Femen (che dal 2008 combatte per l’emancipazione e i diritti delle donne attraverso gesti di nudismo plateale), è stata fermata durante gli scontri che stanno in questi giorni animando la Tunisia, e che vedono coinvolte le forze di polizia contro i salafiti. Amina, in segno di protesta, si era infatti mostrata a seno nudo davanti alla moschea dove si erano asserragliati i salafiti dopo i duri scontri con la polizia, come riferisce il sito Tunisie Numerique.
La ragazza, intervistata da Repubblica dopo gli ormai famosi scatti, racconta: “Dopo la mia protesta, la mia famiglia si è infuriata con me. Un giorno ero seduta con degli amici in un caffè a Tunisi e improvvisamente sono comparsi mio cugino e mio zio, erano venuti a prendermi. Mi hanno portato a casa, mi hanno rotto la Sim card del telefono, hanno iniziato a picchiarmi, fino a quando mio padre non è intervenuto per fermarli. Ogni giorno mi obbligavano a leggere il Corano e ad assumere degli psicofarmaci, ma ora sono riuscita a scappare”; e continua: “Io non mi fermo. Voglio organizzare qualcosa con le Femen ma ancora non so bene cosa e neanche dove: potremmo agire in Europa oppure in Tunisia. Quello che è certo è che continueremo la lotta contro chi vuole privare le donne dei loro diritti. Non ci fermeremo”.
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