Le autorità dell’Uzbekistan hanno condannato una donna protestante di Urgench, nel nord ovest del Paese, a 18 mesi di “lavoro correttivo”, colpevole di “produrre illegalmente e distribuire materiale religioso”. Il giudice Makhmud Makhmudov ha deciso che la donna dovrà lavorare al servizio dello Stato e una parte dello stipendio verrà requisito come multa. Inoltre per i prossimi mesi non potrà uscire dallo Stato.
Fonti locali hanno raccontato ad Asianews, che la polizia avrebbe montato delle prove fasulle per incastrare Sharofat Allamova. L’Uzbekistan è noto per la fortissima censura del materiale religioso, e spesso accadono fenomeni coercitivi ai danni della minoranza cristiana.
La donna era stata portata via dalla sua casa nel gennaio scorso e il giudice ora ha stabilito al condanna in base all’articolo 244-3 del Codice penale. Oltre ad aver ricevuto la confisca della Bibbia ed altri testi religiosi, ora Sharofat rischia di essere spedita in autunno nei campi di cotone per la raccolta.
L’88% della popolazione uzbeka è musulmana sunnita mentre i cristiani costituiscono una minoranza dell’8%. Nel Paese la libertà religiosa è soggetta ad una forte limitazione da parte del governo e rientra nella lista dei 15 “paesi oggetto di particolare attenzione”, stilata dalla Commissione statunitense per la libertà religiosa del 30 aprile.
Profilo dell'autore
- Dal 2011 raccontiamo il mondo dal punto di vista degli ultimi.
Dello stesso autore
- Americhe20 Dicembre 2024Usare l’AI per ridare un’identità a 10 milioni di schiavi afroamericani
- Centro e Sud America20 Dicembre 2024Capoeira, la ‘danza’ che preparava gli schiavi alla libertà
- Nord America19 Dicembre 2024La vita straordinaria di Elizabeth Miller, da Vogue a reporter di guerra
- Europa19 Dicembre 2024La doppia vita di Solomon Perel, nella Hitlerjugend per sopravvivere all’Olocausto