Ha diciotto anni il ragazzo che questa mattina, colpito in faccia da un proiettile in gomma (altri testimoni parlano invece di un lacrimogeno), ha perso un occhio. Lo riporta il sito di informazione Hurriyet, aggiungendo che la polizia ha sparato a distanza ravvicinata.
Nell’ondata di proteste anti-governative che sta investendo il Paese, la polizia sta usando una repressione brutale nei confronti dei manifestanti. I morti, gli arresti di massa e i tantissimi feriti (alcuni dei quali in maniera grave) non stanno però fermando la sollevazione popolare che, anzi, si sta allargando a macchia d’olio non solo in Turchia ma anche in Europa (ad esempio per il 6 giugno è prevista una manifestazione a Milano).
La repressione attuata in questi giorni non è fatta soltanto di manganelli, proiettili e bombe gas: la polizia infatti sta utilizzando massicciamente i jammers per disturbare le frequenze e impedire che i manifestanti comunichino quanto vedono tra le piazze. Ma più passano le ore, più aumentano le città che si uniscono al coro dell’indignazione e della protesta e più lo strumento della censura si rivela inefficace.
V.E.
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