Tra il 2014 e il 2020 l’Unione Europea investirà 16 miliardi di euro nel nuovo programma Erasmus + (European Region Action Scheme for the Mobility of University Students). E’ questa la cifra inserita nell’accordo raggiunto ieri tra le istituzioni europee e che entro settembre dovrebbe ricevere il via libera definitivo dal Consiglio Ue e dall’Europarlamento. ”Si tratta di una notizia eccezionale per gli studenti, gli insegnanti e i giovani europei: in tempi di crisi e’ essenziale che l’Europa continui a investire sul capitale umano”, ha commentato il vicepresidente della Commissione Cultura del Parlamento Ue, Morten Lokkegaard. L’esito è comunque legato ai negoziati ancora in corso sul bilancio pluriannuale Ue 2014-2020.
Il nuovo Erasmus + riunirà tutti i progetti europei incentrati sull’educazione, la formazione, la gioventù e lo sport come il Leonerdo, il Comenius e lo Youth in Action. Si prevede di coinvolgere 4 milioni di persone, raddoppiando la platea dei giovani interessati grazie all’aumento del 43% dei fondi rispetto al periodo 2007-2013. Uno degli obiettivi è quello di fare da raccordo tra scuola e impresa, anche in considerazione dell’alto tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) che in Europa ha superato la media del 25%. Circa 735mila studenti avranno quindi la possibilità di effettuare all’estero una parte della propria formazione professionale. Verranno inoltre uniformati a livello europeo i titoli di studio e incentivate l’innovazione e l’imprenditoria giovanile.
Dopo aver rischiato di sparire a causa della mancanza di fondi destinati alla formazione, sembra quindi che l’Erasmus sia destinato a nuova vita. Nato nel 1987, in 25 anni ha dato a 3 milioni di giovani la possibilità di studiare all’estero per un periodo che va dai 3 ai 12 mesi. In totale ha coinvolto 4.000 atenei in 31 Paesi entrando così di diritto nell’immaginario collettivo di intere generazioni, tanto da ispirare film di successo come “L’appartamento spagnolo”.
Parafrasando la celebre frase di Massimo D’Azeglio, “purtroppo s’è fatta l’Italia, ma non si fanno gl’Italiani”, potremmo dire che il problema dell’Europa unita sia proprio quello di aver costruito un’unione monetaria e commerciale senza aver promosso una coscienza comune europea e una condivisione di valori. E il programma Erasmus è forse l’unico strumento messo in campo per creare i futuri cittadini d’Europa.
Profilo dell'autore
- Dal 2011 raccontiamo il mondo dal punto di vista degli ultimi.
Dello stesso autore
- Americhe20 Dicembre 2024Usare l’AI per ridare un’identità a 10 milioni di schiavi afroamericani
- Centro e Sud America20 Dicembre 2024Capoeira, la ‘danza’ che preparava gli schiavi alla libertà
- Nord America19 Dicembre 2024La vita straordinaria di Elizabeth Miller, da Vogue a reporter di guerra
- Europa19 Dicembre 2024La doppia vita di Solomon Perel, nella Hitlerjugend per sopravvivere all’Olocausto