Dopo gli scontri che lunedì notte al Cairo hanno causato 7 morti, 261 feriti e 401 arresti è arrivato ieri il giuramento del nuovo governo di unità nazionale egiziano guidato dal Primo ministro Hazem el-Beblawi. L’esecutivo ha giurato di fronte al presidente ad interim Adly Mansour, ex giudice della Corte costituzionale che lo scorso 3 luglio aveva preso il posto del deposto Mohamed Morsi.
Tra i 33 ministri spiccano i nomi del capo dell’esercito el-Sissi, nominato Ministro della difesa, e dell’economista Galal nominato Ministro delle Finanze. Agli Esteri va l’ex ambasciatore egiziano a Washington Nabil Fahmy, mentre agli Interni resta Mohamed Ibrahim che mantiene il suo posto come il ministro del Turismo Hisham Zaazou. Tra le novità, da segnalare l’ingresso di tre donne nel governo: Doriya Sharaf el Dine all’Informazione, Laila Rashed Iskandar all’Ambiente e Maha Zeneddin alla Sanità.
Nonostante gli scontri verificatesi lunedì notte, continua l’opera di ricucitura istituzionale portata avanti dal presidente Mansour che invita i Fratelli musulmani e i movimenti islamici alla “riconciliazione nazionale”. La risposta non si è fatta attendere ed è arrivata per bocca del portavoce della Fratellanza, Mahmoud Ghozlan, che ha bocciato senza appello il nuovo esecutivo considerato “illegittimo” ed ha attaccato il Presidente ad interim Mansour definendo la sua nomina “nulla”.
I disordini erano scoppiati nella capitale egiziana al termine dell’iftar, il pasto che interrompe il digiuno diurno per il Ramadan, quando migliaia di sostenitori dei Fratelli musulmani sono scesi in strada per chiedere il rilascio di Morsi. Si è trattato delle prime violenze da quando lo scorso 8 luglio erano morti 55 militanti islamici in un tentativo di assalto al quartier generale della Guardia repubblicana.
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