Dopo le manifestazioni oceaniche che ieri in Egitto hanno visto più di 15 milioni di persone scendere in strada, è arrivato oggi l’ultimatum delle forze di opposizione che chiedono le dimissioni del Presidente Mohamed Morsi entro le 17 di domani. Il bilancio degli scontri di ieri, giorno del primo anniversario della vittoria dei Fratelli Musulmani alle elezioni politiche, è di 7 morti e oltre 600 feriti. I manifestanti, muniti di bombe molotov, hanno assaltato la sede dei Fratelli Musulmani al Cairo e trasformato nuovamente Piazza Tahrir nel cuore pulsante della rivoluzione araba. Venerdì scorso un cittadino americano era stato ucciso durante un altro assalto alla sede del partito islamista di Alessandria.
In un’intervista al quotidiano britannico Guardian, Morsi si mostra sicuro e non disponibile alle dimissioni: “Ci possono essere dimostrazioni ma non si può mettere in discussione la legittimità costituzionale di un presidente eletto”, sono le sue parole. Resta però il fatto che molte delle persone che solo un anno fa lo avevano votato, ora sono in piazza per chiedere le sue dimissioni. Secondo l’opinione pubblica, i Fratelli Musulmani avrebbero in sostanza tradito lo spirito della rivoluzione che nel 2011 aveva spazzato il regime di Mubarak, ininterrottamente al potere per quasi 30 anni. Così il consenso guadagnato in tanti anni dagli islamisti si è dissolto come neve al sole, tanto che 22 milioni di persone hanno firmato un appello che richiede le dimissioni di Morsi. Le principali cause del cambio di opinione di molti egiziani sono da ricercare nell’autoritarismo del nuovo Governo e nell’economia che stenta a ripartire, soprattutto a causa dell’inflazione e del tracollo del settore del turismo. Morsi viene inoltre accusato di non aver spazzato via la nomenclatura legata a Mubarak, tanto che gli imprenditori che erano collusi con il vecchio regime continuano a prosperare anche dopo la caduta del leader.
Ora si attende con timore la scadenza dell’ultimatum di domani che potrebbe causare nuovi e ancor più gravi scontri. I Fratelli Musulmani, anche se in difficoltà, contano infatti dell’appoggio di milioni di persone che nei giorni scorsi sono a loro volta scese in piazza per difendere il Presidente.
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