I paesaggi cinesi “immortalati” su lastre di marmo, Li Yingjie in mostra a Firenze

Questa estate Firenze ospiterà, in coincidenza col Maggio Musicale Fiorentino, una mostra d’arte cinese a Palazzo Vecchio e al Forte Belvedere mentre un’altra è già in corso nella bella sede di Palazzo Medici Riccardi. La mostra ha per titolo “Anima di Roccia” e raccoglie più di 50 opere dell’artista cinese Li Yingjie.

Li Yingjie non dipinge né fa uso di inchiostri o di pennelli ma si occupa di “estetica geologica” ed è alla ricerca di un’arte “ecoprimordiale”, caratterizzata da due elementi-chiave: la creatività umana e la componente naturale, ovvero la pietra. Attraverso delle lastre di marmo, provenienti da remote zone della Cina, l’artista studia i materiali estrapolandone dipinti poetici che creano paesaggi pittoreschi – una montagna innevata, dei rami di salici, un fiume dorato – talora arricchiti dalla presenza di soggetti animali come nel caso di una tartaruga sulla spiaggia. Le opere si caratterizzano per le particolari venature e le variegate sfumature del marmo, altrimenti irrealizzabili artificialmente. Sono infatti la percezione e la sensibilità dell’artista a rendere la pietra sublime e tale da costituire un tutt’uno coi paesaggi della tradizione figurativa cinese.

L’artista libera l’anima racchiusa in queste rocce, testimoni di un indefinito intervallo spazio-tempo, facendo percepire allo spettatore una sorta di profonda interrelazione filosofica uomo-natura-arte. In questo caso la natura è certamente l’elemento che collega la ragione e la fantasia umane con l’arte; essa assume un ruolo mediatico di armoniosa convivenza tra l’uomo e la creazione artistica.

“Anima di Roccia” vuole mostrare la tradizione cinese della bellezza tra cielo e terra tralasciando la tecnica tradizionale dell’inchiostro nero su carta per un’originale innovazione basata sulla lavorazione pittorica della superficie marmorea. Senza dubbio questa è una mostra che attirerà un pubblico di gusti eterogenei, in quanto soddisfa le esigenze degli amanti dell’arte come degli appassionati di scienze naturali, ponendosi quale ponte tra due culture forti dei loro trascorsi rinascimentali.

Alessio Chen


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