Ucraina, il dramma di Irina: picchiata, insultata, stuprata dalla polizia

Irina Krashkova è una madre single di 29 anni e vive nella cittadina agricola di Vradiyevka, a circa 300 chilometri a sud di Kiev. Mentre ritornava a casa, dopo aver trascorso una serata in un pub con le sue amiche, la donna è stata bloccata da due agenti della polizia. Uno dei due è Evhen Drizhak, conosciuto in città come un forte bevitore di alcol che è solito insultare i suoi concittadini, obbligandoli spesso a saldare il conto dei suoi consumi.

La donna viene costretta a salire in una macchina e viene portata con l’aiuto di un autista complice nel bosco. Qui comincia a subire una serie di violenze verbali e fisiche: viene picchiata violentemente fino a fratturarle la scatola cranica, in seguito subisce un tentativo di strangolamento nonché una serie di insulti lesivi della sua dignità umana. I poliziotti che in teoria avrebbero dovuto proteggerla dalla violenze, si sono resi colpevoli per averla ripetutamente, a turno, stuprata. Vengono arrestati solamente due persone, mentre Drizhak rimane fuori libero ed impunito.

Dall’ospedale nel quale è stata ricoverata, Irina racconta coraggiosamente i suoi momenti di incubo. Questa vicenda  ha fatto insorgere il popolo che ha protestato davanti alla stazione di polizia per chiedere giustiza nei confronti della donna offesa. Grazie alle proteste in difesa della vittima, viene in fine arrestato anche Drizhak; tuttavia fino ad oggi i colpevoli di questo spregevole reato si dichiarano innocenti e rifiutano di deporre testimonianza.

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La storia di Irina ha fatto accendere i riflettori sulla crescente corruzione ed impunità dei funzionari dello stato in Ucraina. Infatti dopo le elezioni nel 2010 che hanno portato Viktor Yanukovych alla guida del Paese, le segnalazioni di abusi della polizia sono aumentate notevolmente. Il ministro dell’interno Zakharchenko esprime la sua solidarietà ai familiari della vittima promettendo al Paese riforme quali l’incentivazione meritocratica degli apparati di polizia. Il leader dell’opposizione Arseniy Yatsenyuk chiede le dimissioni del ministro dell’interno ed accusa il governo guidato da Yanukovych per aver portato l’Ucraina ad una situazione di regime autoritario e poco trasparente.

Il caso di Irina ricorda quello analogo accaduto a Mykolaiv, capoluogo della stessa regione di Vradiyevka. L’anno scorso una giovane donna è stata violentata, bruciata ed è morta dopo due settimane in ospedale. Sono stati arrestati tre sospetti ma uno che godeva di non indifferenti appoggi regionali e il suo amico sono stati quasi subito rilasciati. I colpevoli sono stati nuovamente incarcerati solo in seguito alle proteste scoppiate in tutto il paese.

Questi episodi di violenza fanno riflettere  su come il degrado dell’impunità e della corruzione siano un gravissimo problema dell’Ucraina di Yanukovych. Da un rapporto realizzato da Transparency International del 2012, l’Ucraina risulta essere al 144esimo posto tra i paesi più corrotti. Nella classifica dove il 100 costituisce il punteggio ideale, la Danimarca, la Finlandia e la Nuova Zelanda ottengono 90 punti, mentre l’Italia ne ottiene soltanto 42- dietro Ruanda, Bahrain, Ghana!- e l’Ucraina solo 26.

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Alessio Chen


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