Chi, almeno una volta, girovagando per i principali social network, non si è imbattuto in una vera e propria valle di lacrime fatta da post melensi, improbabili frasi scritte da improvvisati Leopardi, diffuso malessere e catastrofismo generalizzato?
Sarà successo sicuramente anche a voi, per i più allergici a tutto ciò è nata una soluzione che sembrerebbe essere il toccasana ideale.
Si chiama “Happier” ed è un social network dove è possibile postare solamente buone notizie, in barba al principio secondo cui le brutte notizie vendono molto più delle buone e forte di un’imperativa parola d’ordine: ottimismo! (Neanche fosse stato Tonino Guerra a crearlo). Sono già 100 mila gli utenti che si sono iscritti e secondo il New York Times ammontano a più di un milione i pensieri felici condivisi.
Questi numeri non fanno propriamente girare la testa se si è abituati a quelli di Facebook e a Twitter ma si pensi che il progetto è nato appena lo scorso febbraio ed è basato su un concetto che giocoforza tende ad escludere una buona fetta di pubblico (per la serie: “astenersi piagnistei”).
Tuttavia Happier ha tutti gli strumenti per sfondare, persino una versione del social per sistemi iOS; la creatrice della piattaforma, Nataly Kogan, precisa che il social network è stato inizialmente concepito per un pubblico di donne americane con un’età compresa tra i 18 e i 35 anni, ora però l’idea è di coinvolgere tutto il mondo; ed è la storia stessa della Kogan che potrebbe averle dato l’idea per questo prodotto; vissuta negli anni ’80 in una famiglia ebraica in fuga dall’Unione Sovietica, sicuramente guardandosi indietro avrà pensato che era giunta l’ora di provare ad essere “happier”.
Il team di “Happier” conta per ora su 12 persone, come detto sul social network si possono condividere solamente stati d’animo positivi e buone norizie, per spargere innanzitutto un po’ della propria felicità verso le persone più vicine, ma in futuro, grazie ad una particolare app in via di sviluppo, anche con il resto del mondo.
Insomma, gli ingredienti ci sono tutti, ora bisognerà solo aspettare e vedere se il nostro cinico mondo è pronto a condividere allegria e gioire per i momenti felici degli altri o se si dovrà ripiegare presto alla valle di lacrime di cui sopra, pensando tra sé e sé “mal comune, mezzo gaudio” nel migliore dei casi. Nel dubbio, io il mio account personale me lo sono creato ed ho iniziato a condividere qualche pensiero felice, d’altronde “l’ottimismo è il profumo della vita”, no?
Profilo dell'autore
- Dal 2011 raccontiamo il mondo dal punto di vista degli ultimi.
Dello stesso autore
- Europa3 Marzo 2024La maglia multicolore che unì basket, musica e TV per la Lituania libera dall’URSS
- Universali3 Marzo 2024Il vero significato di Bambi (e perché Hitler ne era ossessionato)
- Universali29 Febbraio 2024Hedy Lamarr, la diva di Hollywood che “concepì” Wi-Fi e Bluetooth
- Europa28 Febbraio 2024La tregua di Natale del 1914, quando la guerra si fermò per una notte