L’edizione 2013 del Premio Sakharov, che dal 1988 il Parlamento Europeo assegna annualmente alle personalità di maggior rilievo nell’ambito della difesa dei diritti dell’uomo, è andato a Malala Yousafzai, studentessa ed attivista pakistana di appena sedici anni divenuta celebre per aver apertamente sfidato il diktat talebano che impone alle donne di non frequentare la scuola.
Alla tenera età di tredici anni si è fatta conoscere per il blog, da lei curato per la BBC, nel quale documentava il regime dei talebani pakistani, contrari ai diritti delle donne. “Non mi importa di dovermi sedere sul pavimento a scuola. Voglio solo istruzione. E non ho paura di nessuno”. Parole dure che l’hanno portata ad essere non solo la più giovane candidata al Premio Nobel per la pace ma anche un obbiettivo sensibile: nel 2012 è scampata quasi per miracolo ad un attentato di matrice talebana organizzato all’uscita dalla sua scuola, durante il quale venne ferita al collo ed alla testa.
Come apice di questa terribile esperienza esce in questi giorni in tutto il mondo il suo libro “I am Malala”, diario fedele dei fatti accaduti. Ad annunciare l’assegnazione del premio alla ragazza è stato il presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz, che parla di una decisione presa all’unanimità in virtù delle grandi sfide che Malala, nonostante la giovane età, ha affrontato con coraggio e determinazione, facendole superare la concorrenza di personaggi anche più in vista come il “Gossip-man” Edward Snowden.
“Malala ha ottenuto un riconoscimento mondiale come combattente per i diritti umani”, militando per il “diritto all’istruzione femminile, alla libertà e all’autodeterminazione” hanno dichiarato i deputati nominandola per il Premio Sakharov, che ora le verrà assegnato a Strasburgo il 20 Novembre.
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