Siria, Hrw: “Gruppi armati jihadisti hanno massacrato civili alawiti”

Gruppi armati islamisti hanno ucciso 190 civili e hanno preso in ostaggio circa 200 persone nei pressi di Latakia. Il massacro, avvenuto durante un’offensiva militare del 4 agosto 2013, è stato denunciato da Human Rights Watch in un report dell’11 ottobre, chiamato “You can still see their blood” (Potete ancora vedere il loro sangue). Una ventina di gruppi hanno partecipato all’operazione; non è ancora chiaro se tutte le milizie erano presenti nei villaggi quando sono state perpetrate le stragi.

Cinque gruppi sono però i principali finanziatori, pianificatori, organizzatori ed esecutori dell’attacco avvenuto il 4 agosto ed erano sicuramente presenti nei villaggi alawiti: Dawlat al-ʾIslāmiyya fi al-‘Iraq wa-l-Sham (Stato Islamico dell’Iraq e del Levante), Jaish al-Muhajireen wal-Ansar, Suquor al-Izz, Jabhat al-Nusra e Ahrar al-Sham. Nessuno di questi è affiliato al Consiglio Supremo Militare dell’Esercito siriano libero (guidato da Salim Idriss), che è uno di quei gruppi armati coinvolti con l’operazione in questione ma il cui eventuale ruolo attivo nel massacro non è ancora definito.

Questi combattenti sono entrati nei villaggi di Barouda, Nbeiteh, al-Hamboushieh, Blouta, Abu Makkeh, Beyt Shakouhi, Aramo, Bremseh, Esterbeh, Obeen, e Kharata. Tra le vittime anche molte donne, bambini e anziani. Alcuni sopravvissuti, sulla cui testimonianza si basano le 150 pagine del rapporto di HRW, hanno raccontato di intere famiglie sterminate e di bambini presi come ostaggio.

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“Gli abusi e il coordinamento degli attacchi dimostrano che queste violazioni si sono verificate in maniera sistematica”, ha dichiarato Lama Fakih, di Human Rights Watch. “Per questo motivo, possiamo parlare di crimini contro l’umanità. Combattenti dell’opposizione sono arrivati hanno ucciso tutti gli adulti maschi che hanno incontrato e tutti coloro che hanno cercato di scappare, compresi donne e bambini”. “Questi abusi non sono state azioni di combattenti sbandati” ha dichiarato Joe Stork, responsabile Medio Oriente di Human Rights Watch. “Questa operazione era un attacco – coordinato e pianificato – alla popolazione civile di questo villaggio alawita”.


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