In un’epoca in cui si cercano di abbattere tutti i muri edificati nei secoli e presenti su diversi territori del mondo, suona con un certo scalpore la recente conferma proveniente dalla Bulgaria: “la costruzione della recinzione di 107 chilometri lungo il confine fra Bulgaria e Turchia sarà completata entro la fine di febbraio del 2014”.
A dichiararlo è stato, nei giorni scorsi, il ministro della Difesa Angel Najdenov, intervistato da un’emittente radiofonica locale. Najdenov ha specificato che la recinzione sarà collocata fra i villaggi bulgari di Lesovo e Krajnovo per ostacolare l’ingresso illegale di rifugiati sul territorio del paese balcanico. “Abbiamo deciso di realizzare questa recinzione a causa del terreno accidentato, che rende complicato monitorare e sorvegliare la zona di confine e reagire tempestivamente. Attualmente la regione viene monitorata da telecamere termiche e dalle unità della Polizia di frontiera”, ha detto il ministro bulgaro.
Le forze armate della Bulgaria hanno iniziato a costruire in settimana una recinzione lungo il confine con la Turchia per impedire l’ingresso di immigrati clandestini. La costruzione della recinzione è stata approvata dal governo bulgaro lunedì scorso durante una riunione straordinaria del Consiglio dei ministri durante la quale è stata stabilita la necessità di intraprendere seri provvedimenti per gestire l’emergenza rifugiati.
Intanto nelle città è caccia al migrante. Da qualche tempo nelle principali città bulgare (e nello specifico a Sofia) sono nate delle ronde di cittadini che di notte sorvegliano i quartieri e le vie dove vivono e lavorano gli immigrati, di fatto è stato certificato con denunce e notizie sulle prime pagine dei quotidiani locali che si tratta di vere e proprie spedizioni punitive ai danni delle comunità siriana e turca.
Eppure la Bulgaria non è mai stata una nazione a sfondo razzista. Da sempre le comunità convivono pacificamente nelle città locali, ma le cose sono cambiate nell’ultimo anno. Nei recenti nove mesi in Bulgaria sono decuplicati gli ingressi dalla Turchia. La guerra in Siria continua a provocare fughe di massa e per i profughi questa è la porta d’Europa, la via della salvezza. I paesi dell’area Shengen, di conseguenza, stanno premendo affinché i controlli siano più rigorosi, e la Bulgaria ha risposto con l’impegno di erigere un muro. L’ennesimo muro della vergogna.
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