Survival International ha recentemente intrapreso una nuova importante battaglia; in questo frangente la parte lesa è costituita dagli Hopi, una popolazione indiana che vive nel sud-ovest degli Usa, principalmente in Arizona, all’interno della Nazione Navajo.
Gli Hopi sono un popolo pacifico (la parola significa “buono” e si riferisce sia alla loro visione del mondo che alla loro terra) che ha vissuto per secoli di coltivazioni e allevamento, pur essendo stanziati in un ambiente sterile e aspro; il loro inattaccabile orgoglio ha reso quasi impossibile l’integrazione coi “bianchi”, considerano la loro “indianità” e la loro cultura, intoccabile. La loro forza e la loro indipendenza sono state messe a dura prova nel corso dei secoli, essendo stati storicamente disprezzati e dileggiati dai loro vicini, se non addirittura aggrediti per poter strappare loro, terra e risorse. La violazione dei diritti avviene in questo caso sotto forma di asta pubblica di oggetti sacri appartenuti agli Hopi.
Una famosa casa d’aste francese ha infatti annunciato la vendita di un grande numero di kachina, oggetti sacri agli Hopi che rappresentano esseri mitologici, forze naturali, valori morali e sociali, sono considerati gli intermediari tra gli uomini e il Creatore e la loro sola esposizione pubblica è considerata profondamente offensiva e irrispettosa; solo qualche mese fa una simile asta aveva provocato indignazione internazionale.
Survival International ha intenzione di adire a vie legali per cercare di bloccare l’asta. Ignorando la richiesta di sospensione avanzata dalle autorità religiose Hopi, Alain Leroy della casa d’aste EVE ha annunciato la messa in vendita di 35 kachina il 9 e l’11 dicembre. L’avvocato Pierre Servan-Schreiber, in rappresentanza di Survival International e degli Hopi, si presenterà oggi davanti a un giudice parigine nel tentativo di bloccare la vendita.
I famigerati precedenti di questa situazione risalgono ad aprile scorso, quando la casa francese Neret-Minet tessier & Sarrou aveva messo all’asta 70 kachina per un valore di 930.000 €, ignorando le suppliche della tribù e le protesta giunte da tutto il mondo; l’attore Robert Redford definì l’asta un “gesto criminale” e un “sacrilegio” chiedendo che gli oggetti fossero restituiti alla tribù.
Lo stesso mese lo studente Hopi Bo Lomahquahu e il Direttore di Survival International Francia manifestarono fuori dall’edificio nel quale si svolgeva l’asta dei 70 kachina. In seguito Pierre Servan-Schreiber, che anche in quel frangente rappresentava Survival e gli Hopi, aveva acquistato uno dei kachina all’asta per poterlo restituire ai legittimi proprietari.
“È davvero triste sapere che un’altra casa d’aste è pronta a sfidare l’opinione pubblica e i sentimenti degli Hopi, i legittimi proprietari di questi oggetti” ha commentato oggi il Direttore generale di Survival International, Stephen Corry. “Vista l’ondata di pubblicità negativa che l’asta precedente aveva causato ai banditori, pensavo che chiunque ci avrebbe pensato due volte prima di fare la stessa cosa ma evidentemente le grandi somme di denaro che derivano da questo commercio immorale sono troppo allettanti. Spero che questa volta il tribunale di Parigi blocchi la vendita; nessuno di questi oggetti dovrebbe essere venduto.”
Profilo dell'autore
- Dal 2011 raccontiamo il mondo dal punto di vista degli ultimi.
Dello stesso autore
- Europa3 Marzo 2024La maglia multicolore che unì basket, musica e TV per la Lituania libera dall’URSS
- Universali3 Marzo 2024Il vero significato di Bambi (e perché Hitler ne era ossessionato)
- Universali29 Febbraio 2024Hedy Lamarr, la diva di Hollywood che “concepì” Wi-Fi e Bluetooth
- Europa28 Febbraio 2024La tregua di Natale del 1914, quando la guerra si fermò per una notte