Li chiamiamo eroi, ma forse è più proprio definirli esempi. Perché la nostra lista delle venti persone che hanno caratterizzato il 2013 in positivo è composto principalmente da anti-divi, le cui gesta sono state per lo più dimenticate dalla maggior parte dei media. In questa seconda parte Alfredo Moser, José Mujica, Giusi Nicolini, Rachid Khadiri Abdelmoula, Royal HaskoningDHV, Snowden, Antonio Valente, Ambrosio Vilhalva, Bassam Youssef e Razan Zeitune (QUI la prima parte).
ALFREDO MOSER – Può una lampadina funzionare senza energia elettrica? Sì, grazie ad Alfredo Moser, un ingegnoso meccanico brasiliano. Le lampadine in questione non sono altro che bottiglie di plastica riempite di acqua e candeggina che, sfruttando la rifrazione della luce attraverso l’acqua, la diffonde in tutta la stanza; basta fissarla sul tetto con una retina poliestere e il gioco è fatto. Grazie a questa invenzione, già migliaia di case nel mondo possono usufruire di luce gratuita e soprattutto “pulita”, in quanto l’ eco-lampadina non produce Co2 ed è accessibile a tutti. L’invenzione ha avuto enorme successo in Filippine, Nigeria e Fiji, dove ora anche le baracche delle persone più povere sono illuminate. “Non credevo che questa cosa potesse rivoluzionare le vite di milioni di persone” ammette Moser, tanto che una fondazione filippina, la Myshelter, ha iniziato a produrre queste lampade low cost, rivoluzionando l’esistenza di molti, sperando che questa “luce” possa essere di buon auspicio.
(di Emiliano Rossano)
JOSÈ ALBERTO MUJICA, DETTO “PEPE” – 78 anni e mille euro al mese di stipendio per fare il Presidente dell’Uruguay. Il “Presidente più povero del mondo” è stato eletto nel marzo del 2010, da allora ha devoluto il 90% dei suoi emolumenti ai bisognosi rifiutando di vivere nel palazzo presidenziale per rimanere nella sua fattoria alla periferia della capitale Montevideo. Nei primi anni ’60 aderì al neonato movimento dei Tupamaros, un gruppo armato di sinistra ispirato dalla rivoluzione cubana. Dopo il colpo di stato militare, nel 1973 fu arrestato e rinchiuso in un carcere militare dove rimase per 14 anni, due dei quali passati in completo isolamento in un pozzo sotterraneo. È stato uno dei promotori della recente legge che ha legalizzato la marijuana in Uruguay che d’ora in poi verrà venduta dallo Stato ad 1 dollaro al grammo con lo scopo di combattere lo spaccio illegale dei grandi cartelli della droga. Per l’Economist il suo Uruguay è lo Stato dell’anno.
(di Manuele Petri)
GIUSI NICOLINI – Eletta nel maggio del 2012 sindaco di Lampedusa e Linosa, per anni si è battuta per salvare dalla speculazione il patrimonio ambientale delle isole Pelagie. Per questo ha subito varie intimidazioni alle quali non si è mai piegata. Come sindaco si è da subito impegnata a favore dei migranti. “Lampedusa – ha detto in seguito alla tragedia che lo scorso 3 ottobre ha causato la morte di oltre 300 migranti – è una scommessa, è una terra di frontiera e sull’accoglienza si gioca il suo futuro. Il problema dei migranti non si risolve costruendo nuovi cimiteri, ma lavorando insieme, l’Italia e l’Europa, per i diritti umani. Bisogna cancellare la Bossi-Fini e il reato di immigrazione clandestina”. Ha recentemente rifiutato l’offerta di Matteo Renzi di entrare nella direzione del Partito Democratico preferendo impegnarsi sul tema dei diritti e del Mediterraneo.
(di Manuele Petri)
RACHID KHADIRI ABDELMOULA – Era un bambino di undici anni magro e timido quando nel 1999 Rachid Khadiri Abdelmoula è approdato in Italia lasciando in Marocco i suoi genitori. Cresciuto da due fratelli maggiori e vari cugini, per anni la sopravvivenza è passata dalla vendita di fazzoletti e accendini per strada. Nel frattempo però Rashid ha coltivato la sua passione per lo studio, che lo ha portato a diplomarsi e successivamente ad iscriversi alla facoltà di ingegneria del Politecnico di Torino. Dividendosi tra estenuanti lezioni e lavori massacranti, Rachid è riuscito ad ottenere quest’anno l’agognata laurea in ingegneria civile. Oggi il dottor Khadiri Abdelmoula ha 26 anni e, giurando fedeltà alla Repubblica italiana davanti al sindaco di Torino, ha acquisito la cittadinanza italiana.”Questo è il coronamento importante – ha detto il ragazzo – di un percorso cominciato anni fa”.
(di Alex Bizzarri)
ROYAL HASKONINGDHV – Lo scorso settembre il cda della multinazionale olandese Royal HaskoningDHV ha deciso di rinunciare al progetto di costruzione di un impianto di trattamento delle acque reflue di Kidron, Gerusalemme Est. “Abbiamo una morale e rispettiamo il diritto internazionale, che non vogliamo violare”. In Cisgiordania, costellata di illegali insediamenti israeliani, i palestinesi usufruiscono di 70 litri al giorno pro capite contro i 300 dei coloni israeliani. La FAO ha dichiarato che lo standard quotidiano per avere uno stile di vita dignitoso è di 120 litri.
(di Valerio Evangelista)
COSTANTINO BARATTA – Cinquantasei anni, originario di Trani, vive a Lampedusa dal 1987. La mattina del 3 ottobre, durante il naufragio in cui 368 esseri umani hanno perso la vita, ha salvato 12 migranti eritrei dalle spire mortali del mare. “Le ho dato la mano ma la ragazza non ce la faceva, era oramai esausta. L’abbiamo issata a bordo. Vomitava nafta, tossiva. Ho preso una bottiglia d’acqua che avevamo a portata di mano, le ho sciacquato il viso, le ho dato un sorso d’acqua che non ha ingerito, l’ha vomitato subito insieme ad altra nafta. Ho visto che era tutta sporca, anche gli occhi. Mi sono tolto la mia canottiera, l’ho inzuppata di acqua dolce. E le ho lavato il viso, le ho dato una strofinata ai capelli”. A Constantino, umano che non si è tirato indietro, L’Espresso ha dedicato la copertina come “Uomo dell’anno“.
(di Valerio Evangelista)
ANTONIO VALENTE – A Milano c’è un eroe silenzioso, il cui gesto non eclatante ha salvato decine di vite. Il titolare del Meeting Bar Tabacchi di viale Jenner 23, da quarant’anni dietro il bancone, non ha mai voluto installare le slot machine nel suo locale. Rinunciando così a un introito di circa 30mila euro al mese, “perché non voglio rovinare le famiglie”. Un gesto in netto contrasto con le politiche amorevoli fatte di condoni che il nostro governo ha nei confronti del gioco istituzionalizzato. Il Comune di Milano ha deciso di premiare il signor Valente tramite l’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino. Un premio al silenzio assordante di chi non partecipa ai massacri istituzionalizzati.
(di Joshua Evangelista)
AMBROSIO VILHALVA – Leader del popolo Guaranì, è stato assassinato a colpi di coltello nella sua abitazione a inizio dicembre. Si era fatto conoscere denunciando i soprusi che il suo popolo, da decenni, continua a subire. Partecipava a convegni, dibattiti, manifestazioni ed era stato persino d’ispirazione per un film. Grazie alla sua lotta molte delle terre sottratte ai Guaranì erano state recuperate. “La morte di Ambrosio Vilhalva” spiega un capo tribù, “non ci scoraggerà, anzi è uno stimolo a continuare la sua opera, lui avrebbe sicuramente voluto così. I Guaranì abitano da centinaia di anni queste terre, la lotta onorerà la sua memoria”.
(di Emiliano Rossano)
BASSEM YOUSSEF – Quaranta milioni di spettatori. Questa l’audience del chirurgo-comico Bassem Youssef e della sua trasmissione al-Bernameg. Audience che però, dalla fine di ottobre, non ha più potuto ridere alle battute del “John Stewart del Nilo”. Lo show è stato cancellato dal canale CBC per diatribe “legali” poco chiare e che richiamano la censura. Bassem Youssef rimane però una figura di riferimento per la libertà di espressione in un paese tanto turbato da conflitti politici e religiosi. Il suo impegno è stato premiato quest’anno dalla rivista Time che lo ha inserito nella classifica dei 100 personaggi più influenti del 2013 e dalla CPJ (Committee for the protection of journalists) che gli ha consegnato il premio per la libertà di espressione.
(di Stefano Zambon)
RAZAN ZAITOUNEH– Il 10 dicembre è stata sequestrata a Douma, a circa dieci chilometri da Damasco. Al Haj Saleh, ha definito il rapimento “un affronto alla Siria e alla rivoluzione”. Già, perché se c’è un volto puro della rivoluzione tradita e’ quello di questa avvocata che da dieci anni denuncia le violazioni dei diritti umani in Siria. Il suo Centro di documentazione delle violazioni (Vdc) una fucina di rapporti sugli abusi commessi nel paese era odiato dal regime così come dai fondamentalisti qaedisti che nulla hanno a che fare con gli ideali rivoluzionari. Proprio in riferimento a loro, a settembre Zaitouneh aveva parlato del “costringere il popolo a sposare le loro idee, come sotto il regime di Assad. Ma non si può tornare indietro. Queste persone cadranno, proprio com’è caduto il regime”. Il suo gruppo di lavoro è stato tra i primi a raccogliere testimonianze sull’attacco con le armi chimiche del 21 agosto 2013 vicino a Damasco.
(di Joshua Evangelista)
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