Albania, musulmani ricostruiscono la Chiesa di San Nicola

La comunità cattolica è riconoscente per questo gesto di solidarietà e di fratellanza, un gesto che rende fieri non solo i cittadini di Derven, ma l’intera Albania, che per l’ennesima volta dimostra che la convivenza tra le religione non è un miraggio” ha dichiarato il priore di Derven, Pashk Cypi.

La città di Berat, altro esempio di coesistenza pacifica tra religioni

di Arber Agalliu

NON SOLO TURISMO – Ultimamente l’Albania è riuscita ad emergere e a farsi conoscere nel mondo grazie soprattutto ai prestigiosi giornali, che in questi anni l’hanno consigliata ai lettori tra le prime mete turistiche in assoluto da visitare. A rilanciare il Paese delle aquile è stata inizialmente la prestigiosa casa editrice australiana “Lonely Planet”, che ha inserito l’Albania come regina nella lista stilata dei paesi da visitare nel 2011. Successivamente è stato il “New York Times” ad inserire l’Albania in quarta posizione nella sua prestigiosa pubblicazione di “52 Place to Go in 2014”.

Diventata l’isola felice per molti imprenditori italiani e non, grazie all’esclusione dall’eurozona e dall’UE, grazie anche al basso costo della manodopera e al sistema fiscale albanese che favorisce le aziende, ad oggi l’Albania rappresenta un paese europeizzato e in via di sviluppo, con un’economia che cresce giorno dopo giorno.

UN PAESE DALLE MILLE ANIME – Ma forse sono in pochi a conoscere un altro aspetto dell’Albania: la convivenza, l’armonia e la collaborazione in cui versano le diverse religioni nel “paese di fronte”. In Albania sono presenti credenti musulmani (sunniti e sufi), ortodossi, cattolici e protestanti, se aggiungiamo anche gli atei la lista si allunga ancora di più. Aggiungo atei in quanto, una grande fetta della popolazione albanese è stata influenzata dalle leggi introdotte dal dittatore comunista Hoxha, il quale nel 1967 ha dichiarato l’ateismo di stato, facendo dell’Albania il primo paese costituzionalmente ateo al mondo.

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Dopo la caduta del regime nel 1991, fu abolita anche l’interdizione delle pratiche religiose, portando così la religiosità nel paese, oltre alla ricostruzione dei luoghi di culto come chiese e moschee abbattute durante il comunismo. La moderazione con la quale gli albanesi hanno riabbracciato le religioni e la mancanza di una religione di stato, hanno portato non solo ad una tolleranza e ad una convivenza pacifica ma anche a molte cooperazioni tra le diverse religioni, come la storia che abbiamo deciso di riportare, dove quindici famiglie musulmane hanno contribuito alla costruzione di una chiesa cattolica.

Nel villaggio di Derven, frazione di Kruja (roccaforte di Skanderbeg contro l’Impero ottomano), circa quindici famiglie di fede musulmana hanno contribuito in maniera volontaria – anche a livello economico – alla ricostruzione della chiesa di San Nicola. Secondo i residenti, la ricostruzione della chiesa è avvenuta per la terza volta, dopo che in passato l’edificio era stato danneggiato dai conflitti mondiali e dal regime.

Gli stessi residenti che hanno contribuito alla ricostruzione della chiesa, dichiarano di aver preso questa decisione in quanto nel loro villaggio hanno sempre vissuto in armonia senza dare peso alle differenze religiose.

“Senza distinzione di religione, musulmani e cattolici, si sono uniti in maniera volontaria in una collaborazione che ha portato alla ricostruzione della Chiesa di San Nicola. La comunità cattolica è riconoscente per questo gesto di solidarietà e di fratellanza, un gesto che rende fieri non solo i cittadini di Derven, ma l’intera Albania, che per l’ennesima volta dimostra che la convivenza tra le religioni non è un miraggio” ha dichiarato il priore di Derven, Pashk Cypi.

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Durante la cerimonia di inaugurazione della nuova chiesa, anche il vescovo di Tirana George Frendo, si è detto meravigliato e contento per questa decisione intrapresa dalla comunità musulmana, che rafforza ulteriormente la convivenza tra i cristiani e i musulmani.


Profilo dell'autore

Arber Agalliu
Odio ripetere il mio nome due volte quando mi presento agli altri, come odio rispondere a chi mi domandano se mi trovo meglio in Italia o in Albania. Io mi sento un italiano albanese a Firenze, ed un albanese italiano a Tirana.

Tra le varie collaborazioni in Italia ed in Albania c'è anche quella con ToscanaTv. All'interno del programma "Toscana senza frontiere" riporto la bella faccia dell'immigrazione, attraverso reportage e interviste da me realizzate.

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