“Fregano. Sì, proprio come gli italiani qua, non pagano il biglietto del tram, passano con il rosso, cercano in ogni modo di evadere le tasse. E si credono ancora più furbi perché anche se sono in un paese “serio” e “europeo” riescono a farla franca.” Così Matteo Cavezzali sul Fatto Quotidiano descrive gli italiani all’estero, raccontando “come passano realmente il loro tempo”. Al post di Cavezzali, sarcastico o meno, risponde Francesca Addei, blogger italiana a Berlino. Sarcastica o meno.
Stamattina molte persone mi hanno chiesto un parere su questo articolo (in realtà sono state solo 4 ma voi capirete che mi vedo costretta a mentire solo per creare un’aspettativa maggiore e per darmi un tono).
Non mi permetterei mai di rispondere ad un pezzo di giornalismo di inchiesta ma siccome qui non ho trovato né il giornalismo, né l’inchiesta solo un post alla “ha detto mio cuggino” allora posso farlo, posso rispondere. Eccome se posso.
Anche fosse solo per il semplice fatto che, a differenza di chi scrive, io sono un’italiana che vive all’estero e potrei essere, ma fortunatamente non è così, una delle persone che il buon Matteo tenta con questo suo modo goffo, di descrivere.
Penso che si possa fare tutto con superficialità, e con superficialità non intendo guardare Grey’s Anatomy la sera ed ascoltare Tiziano Ferro, ma penso a quella superficialità che ci fa fare le cose solo per poter raccontare di averle fatte:
“Famme vede’ sto Museo che sennò quando torno da Madrid che je racconto a quello stronzo del vicino mio?”
“Oh famme anda’ a sta mostra perché ci vanno tutti, non posso mica mancare che poi chi li sente quelli del corso di fotografia?”
E via dicendo, o via facendo, come preferite.
E con la stessa superficialità si può emigrare, restare, parlare di chi emigra, parlare di chi resta. Parlare e basta.
Scrivere di chi emigra, scrivere di chi resta…
Il tutto senza provare a calarsi un minimo nel contesto, nel vissuto delle persone ma ragionando solo per “gruppi di persone”: chi emigra, chi resta, ci torna, ecc.
(i negri, i rumeni, i zingheri, vi dice qualcosa questo? A me dice Italia, purtroppo.)
E questa è la strada che ha scelto il buon Matteo: scrivere un pezzo sull’emigrazione, cavalcando quell’onda controcorrente che é tanto in auge adesso e decide di farlo infarcendolo di luoghi comuni: il cibo cattivo, i lavori declassanti, l’invidia, la nostalgia (come se fosse una vergogna, provare un sentimento), andate via ma starete esattamente come si sta qui.
A tal proposito, credo che abbia dimenticato di citare il bidet. Grande mancanza.
E, all’italiana, accusa tutti gli italiani che vivono all’estero di rubare senza sapere che probabilmente (e parlo della mia situazione personale, caro Matteo, ma sono pronta a scommettere lo stesso di molte persone che vivono qui a Berlino) se ne sono andati dall’Italia proprio per non farsi derubare più, o per non essere costretti a rubare per vivere.
Io pago le tasse con gioia, ho avuto un contratto di lavoro dopo 5 mesi che ero quindi e dopo 20 anni di lavoro in Italia quasi sempre in nero, sborso 78 euro al mese di abbonamento per i mezzi pubblici e li benedico ogni mattina, tu sai di cosa sto parlando?
No.
Che ne sai tu?
Mangio bene, perché chi mangia male all’estero è chi ha avuto la pappa pronta fino al giorno in cui ha cambiato paese e ora si ingozza di Kebab perché non si sa cucinare una pasta.
Faccio la spesa, cucino, pensa! Proprio come mammina tua in Italia! Curioso eh?
Tra le più care amiche che ho qui, della mia nuova vita, una è israeliana e due sono italiane.
Non me ne frega un cazzo di stare solo tra italiani ma se trovo italiani simpatici ci sto volentieri, troppo difficile come condizione?
Io sono arrivata qui con mio marito, siamo fortunati. C’è chi arriva solo e mi chiedo, sarà libero di decidere con chi stare -anche con italiani- senza ritrovarsi intrappolato in un articoletto del cazzo che pretende di spiegare verità che non esistono?
Come ho commentato sul tuo post, non amo dare consigli, così come non mi piace riceverne se non richiesti ma per te, buon Matteo, faccio un’eccezione:
Matte’, fattelo un giro in una delle città dove vivono i tuoi amici, ma non ci andare un fine settimana da turista, vacci a vivere per un po’. Progetta un trasferimento, sposta baracca &burattini, prendi tua moglie, tuo marito, la tua ragazza chi te pare e andate a vivere all’estero. Lascia casa in Italia con la paura di non farcela, lascia il lavoro, arriva da qualche parte, magari senza sapere la lingua, cerca una nuova casa, cerca un nuovo lavoro, prova a fare nuove amicizie, chiediti ogni giorno di essere sincero con te stesso nel risponderti alla domanda: “come stai?” magari perché hai promesso a tua madre di farlo, di essere sincero e di non rimanere mai solo per puntiglio, progetta i rientri in Italia una volta ogni sei mesi se va bene, perché il lavoro -che tu sottintendi essere di merda ma spesso così non é- bisogna tenerlo in considerazione, chiedi a sorelle ed amici di venire a trovarti, vai all’aereoporto a prenderli e a riaccompagnali col cuore che diventa piccolo piccolo mentre pensi: “torneranno, ed è bello così!”, passeggia per una città tutta nuova e gioisci della civiltà che nella tua tanto ti è mancata.
Poi, solo dopo qualche mese fai il tuo bilancio.
Il tuo, quello che hai ottenuto, quello in cui hai fallito.
Perché pretendere di parlare di milioni (non sono ferrata in statistica, proprio come il buon Matteo ma se si considera tutto il mondo non dovrei aver detto una cazzata così grossa) di persone come hai fatto tu, come ha fatto Battista nella tristemente famosa trasmissione, altro non fa che rafforzare l’idea: se questo é l’Italia, se questo sta diventando l’Italia, ho fatto bene ad andarmene.
Dai, prova questa esperienza da emigrante se vuoi e poi, scrivi.
Spero solo che tra le tante capitali che hai descritto tu non scelga quella sbagliata. Per chi ci vive, naturalmente.
Francesca Addei – Berlino Chiama
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Oddeo quanti italioti emigrati feriti nell’orgoglio. Che esagerazione. L’articolo di Matteo almeno era divertente. Così come agli esterofili non piace che si proceda nei loro confronti per luoghi comuni, allo stesso modo non è piacevole per chi resta sentire lectio magistralis su come si sta male in Italia… visto che chi resta lo sa già, o magari ci si trova bene e non sente la necessità di andare a vivere da qualche altra parte. Tante belle cose…
Francesca, grazie. Questa smania di trovare kaste e gomblotti è di gran moda, pare.. fantastico oggi è toccata a noi italiani all’estero? Evviva, finalmente qualcuno ci caga!!
A’ Mattè, ne devi magnà de pagnotte..
Grande!!! Bellissimo articolo, bellissima risposta!
L’articolo del fatto quotidiano è generico e non risponde della complessità del fenomeno. Per ogni situazione del genere ce n’è una opposta. Detto questo, non voglio giustificare chi l’ha scritto…ma sembra chiaro che l’intento dell’articolo del fatto sia provocatorio e voglia fare riflettere sul fatto che ormai se ne stanno andando tutti perché privi di alternative. Io ho già vissuto fuori e probabilmente ci ritornerò, però in fondo l’articolo lo condivido perché mi fa girare i coglioni vedere che in italia mi si ruba il lavoro…negli uffici, nelle università, spesso da gente piazzata lì da politici…e questi non sono luoghi comuni.
A Londra da 15 anni tutte le volte che torno a Firenze ho la conferma di avere fatto bene partire .torno volentieri almeno 2 volte l’anno ma dopo una settimana
Devo andare via.
A Londra da 15 anni tutte le volte che torno a Firenze ho la conferma di avere fatto bene partire .torno volentieri almeno 2 volte l’anno ma dopo una settimana
Devo andare via.
Bravissima! Io che sono da 22 anni in Germania e che sono riuscito a crearmi il mio futuro e quello della mia famiglia non ho niente da aggiungere a quanto detto da Francesca.
Bravissima! Io che sono da 22 anni in Germania e che sono riuscito a crearmi il mio futuro e quello della mia famiglia non ho niente da aggiungere a quanto detto da Francesca.
Wow ho pensato quasi le stesse identiche parole! In aggiunta al punto sul lavoro direi che c’é un elemento essenziale. All’estero fai lavori umili e tanta gavetta per un po’ e per imparare o sopravvivere, in Italia li fai a vita…
Concordo pienamente complimenti
sei una grande…Matteo vai a lavorare!!!
mi chiamo Stefano Zucchini, io vivo in Irlanda da 11 Anni e ho siempre pagato le tasse, l’autobus, ecc. Sono sposato con 4 bambini, uno mutuo, e lavoro duro tutti giorgni per tender Alta LA buona reputazione do noi Italiani .e vorrei dire 1 cosa molto ristoranti Italian soon gestiti DA non Italian usando I’ll nostro Nome e assume do solo non Italian e I’ll risultato e LA distruzzione Del nostro Nome .e possibile Che qualche Italian faccia quell Che lei dice ma non tutti gli italani soon uguali e via difficile vivere lontano deal moi paese senza Che uno stronzo mi insult I w. L Italia. Invece do guard are Italian all estero per he non so chiede per he se be vanno
Come si fa a fare tutto un fascio degli Italiani che vivono all’estero,sono 38 anni che vivo all’estero vivendo in 4 nazioni differenti,lavorando ,pagando tasse,biglietti del treno trams,bolli per macchine ,mai stato arrestato o inprigionato,emnon riesco a capire come questo giornalista scrive cose cosi ,e dare gli Italiani un brutto nome.Certe volte i giornalisti scrivono articoli dopo aver fatto esperienze personali o conoscendo amici che hanno fatto quella esperienza,percio’ caro giornalista paga il biglietto del tram,il museo,la metro e tutto altro che bisogna pagare con diritto ,o se no contattami e vieni a vivere un po con noi cosi ti possiamo imparare a vivere. su un altro argomento……cambia lavoro perche il giornalismo non e per te……..
Di stupidaggini se ne sentono tante, ma questa mi pare troppo. Chi va via dall’Italia lo fa proprio perche’ le regole non vengono rispettate. L’indisciplina non e’ un fattore genetico che ti porti dietro, come forse inconsapevolmente implica l’articolista….
Bellissima risposta. A me dispiace per quei suoi 4/5 amici che hanno letto questo articolo, in fondo parla anche e soprattutto di loro!
Bellissima risposta. A me dispiace per quei suoi 4/5 amici che hanno letto questo articolo, in fondo parla anche e soprattutto di loro!
parole sante…. cavezzali deve essere un poverino che ha appena iniziato a vedere il mondo…venisse a dublino a vedere come io e tanti altri ci alziamo alle 6 per andare a lavorare!!
brava! -da Copenhagen
Anche io vivo all’estero, e l’articolo di Matteo mi aveva non poco innervosito.
Poi, semplicemente pensando allo stato delle cose in Italia, ho cominciato a provare compassione per questo sedicente blogger o giornalista… si compassione, una sensazione che provo quando penso a tutti figli di papino e mammina che in Italia, stanno brcuiando le ultime risorse di un paese, che proprio oggi sta vendendo le ultime aziende pubbliche, che anche noi che siamo andati via(fortunatamente) abbiamo PAGATO e MANTENUTO. Sono contento della risposta di Francesca che saluto insieme a tutti voi da PARIGI; Volevo aggiungere una delle cose che mi ha spinto a venire a vivere all’ estero: LA SICUREZZA che ti da il SISTEMA. Qui é vero paghi le tasse, forse anche piu’ care del’ Italia, ma BUON DIO non devi disperarti per capire come dove e quanto pagare!!! QUI la DICHIARAZIONE ti arriva già fatta a casa, tu paghi, rateizzando se vuoi, con prelevamento automatico e vivi tranquillo. Se proprio vuoi puoi opporti, ma basta un confronto con i colleghi per vedere che le cose sono fatte equamente, non é nel loro interesse RUBARE. ESSI’ caro matteo, QUI LO STATO non RUBA, ma in cambio delle tasse ti da dei servizi, che in Italia, se non VIENI A VEDERE, non riesci neanche a IMMAGINARE, come ad esempio i trasporti e la sanità !!! E diconseguenza anche i cittadini non hanno interesse à fare i furbi anche perché le multe e le pene sono dure e soprattutto SICURE!!!
E per tutto il resto ringrazio Francesca per la risposta giustamente incazzosa 😉 !
Anche io vivo all’estero, e l’articolo di Matteo mi aveva non poco innervosito.
Poi, semplicemente pensando allo stato delle cose in Italia, ho cominciato a provare compassione per questo sedicente blogger o giornalista… si compassione, una sensazione che provo quando penso a tutti figli di papino e mammina che in Italia, stanno brcuiando le ultime risorse di un paese, che proprio oggi sta vendendo le ultime aziende pubbliche, che anche noi che siamo andati via(fortunatamente) abbiamo PAGATO e MANTENUTO. Sono contento della risposta di Francesca che saluto insieme a tutti voi da PARIGI; Volevo aggiungere una delle cose che mi ha spinto a venire a vivere all’ estero: LA SICUREZZA che ti da il SISTEMA. Qui é vero paghi le tasse, forse anche piu’ care del’ Italia, ma BUON DIO non devi disperarti per capire come dove e quanto pagare!!! QUI la DICHIARAZIONE ti arriva già fatta a casa, tu paghi, rateizzando se vuoi, con prelevamento automatico e vivi tranquillo. Se proprio vuoi puoi opporti, ma basta un confronto con i colleghi per vedere che le cose sono fatte equamente, non é nel loro interesse RUBARE. ESSI’ caro matteo, QUI LO STATO non RUBA, ma in cambio delle tasse ti da dei servizi, che in Italia, se non VIENI A VEDERE, non riesci neanche a IMMAGINARE, come ad esempio i trasporti e la sanità !!! E diconseguenza anche i cittadini non hanno interesse à fare i furbi anche perché le multe e le pene sono dure e soprattutto SICURE!!!
E per tutto il resto ringrazio Francesca per la risposta giustamente incazzosa 😉 !
Brava Francesca!!! Condivido in pieno.
Brava Francesca!!! Condivido in pieno.
Brava Francesca!!! Condivido in pieno.
Stima!!!!
Mary- London
certa gente prima di usare “la penna” dovrebbe curarsi il cervello e farsi un corso di “buona educazione”!
London calling …….schiaffo in faccia…..bravissima Fra…..
Leggere quella sottospecie di “articolo” ieri mi ha rovinato la giornata. Ripensavo a tutti i sacrifici fatti in questi ultimi 2 anni all’estero. Partito con la mia bella laurea in tasca e la convinzione di spaccare il mondo, ho fatto il cameriere, pulito i cessi e mi sono fatto denigrare dai parigini (il solito italiano che viene a rubare il lavoro ai francesi). Ho fatto tirocini a 600e al mese, quando arrivavo al 29 con 10euro sul mio conto corrente (e nonostante tutto il biglietto della metro l’ho sempre pagato!). Ho insistito, non ho mollato, e adesso ho un contratto di 4 anni per un lavoro che valorizza appieno la mia laurea, e che mi da possibilità e contatti che in italia non avrei mai. Nonostante tutto amo il mio paese, e lo porto dentro di me ogni giorno (e sono convinto che una piccola parte del successo sul lavoro che gli italiani hanno all’estero sia proprio dovuto a questo), per questo non rinunceró alla cittadinanza. Quelle generalizzazioni del cazzo mi hanno pesantemente offeso. Menomale che stamattina il tuo articolo mi ha risollevato un po il morale!
Io sono andato a Valencia con 4 euro, ho lavorato da cameriere, ho vissuto alla giornata e la cittá mi piaceva tantissimo.Non si poteva nemmeno paragonare a Palermo…poi ho conosciuto mia moglie e ci siamo sposati…adesso vivo a Bilbao, mangio benissimo e a 33 anni ho 2 figli, cucino, lavoro stabile.. sono distrutto ma in 6 anni ho ottenuto quello che in Italia avrei ottenuto in 200 anni…vaglielo a spiegare.Ah!E stiamo parlando di Spagna, non di Germania o Danimarca…alleno anche una squadra di basket nel tempo libero.Cioé ho avverato praticamente tutti i miei desideri in pochi anni…non so piú cosa fare…scrivere un libro…
“Che “ovviamente… le acca sfuggono su queste tastiere dgt…
Per un lavoratore italiano ce sceglie l’estero come lei Francesca ci sono 10 italiani che vanno a raccogliere pomodori in Australia perché sai come e’ meglio la’ che in Calabria o Campania o Emilia… (tanto il volo lo paga papa’)…Faccio la prof ed ogni anno dopo la maturità sono parecchi i raccoglitori di pomodori… Come li vuole giudicare? Dica lei…
Ma non si potrebbe rimuovere il link all’articolo de IFQ? Per non dare ulteriore visibilità a uno che scrive senza sapere ASSOLUTAMENTE di che parla!
Su twitter lui dice di prendere l’articolo con ironia… Bah! A me infastidisce soltanto leggere tante scemenze una dopo l’altra!
Grazie mille Francesca per aver risposto anche per me!
Saluti da una sarda (che non sta con altri sardi, ma anche se fosse, il problema qual è?), che ha vissuto a Milano per 7 anni e ora a Praga da uno e mezzo…
Matteo: vatti a fare un giro un bel po’ più lungo va’!!!
Bravissima!!!
ed io dico, da italiano che vive in Italia, che andare all’estero non è nel mio presumibile futuro (se non per passarci dei bellissimi momenti di vacanza) ma allo stesso tempo sono assolutamente daccordo con te Francesca su un certo modo generalistico e di tendenza di fare giornalismo oggi. Denigrare tutto quello che c’è, italiano o estero che sia. Io mi auguro che l’Italia possa un giorno diventare un paese accogliente , sia per gli italiani che per gli stranieri che decidono di viverci, ed ogni giorno le mie azioni quotidiane sono svolte in questa direzione. Buona vita a te, ed a tutti le italiane e gli italiani che sono in giro per il mondo 🙂
Questo è un Articolo, quello de Il fatto quotidiano è solo un’accozzaglia di parole messe insieme in maniera pseudo accattivante. E la cosa peggiore è che non è nemmeno scritto in italiano! Si limita solo ad esserne una brutta copia, di quelle che vanno tanto di moda oggi. Tutti si fingono maghi della “penna”, si improvvisano scrittori ironici, simpatici, brillanti..si prendono una licenza poetica di cui non sono degni. Insopportabili.
Grazie Frontiere News, grazie Francesca.
Bellissima risposta!
Eccheccavolo…
Complimenti Francesca =)
Io vivo all’estero da molto più tempo di Francesca…… ho letto l’articolo ed ho letto la risposta di Francesca….io concordo con lei….a sto Matteo non so che avrei risposto molte altre cose visto che all’estero ci ho vissuto a più riprese e in momenti diversi della mia vita. Sono d’accordo con Francesca soprattutto quando dice che non si sente italiana…..non ho vergogna ad ammetterlo……io non mi sento italiana, perchè l’Italia come cittadina non mi ha dato nulla, nessuna protezione sociale, nessun aiuto per studiare, del futuro meglio non parlarne, nessuna possibilità di esprimermi democraticamente attraverso un voto che non sia la farsa del Porcellum…..io non ho mai rubato o “commesso infrazioni” come salire in metro senza biglietto non fosse altro per la paura e la vergogna di essere scoperta…….pero’ le ultime volte che sono tornata a Roma ho avuto il fortissimo istinto di utilizzzare i mezzi pubblici senza pagare per il disservizio che offrivano. Sicuramente vivere all’estero non è una passeggiata, ma qui almeno ho la possibilità di poter trovare un lavoro in un settore (la sociologia dell’educazione) che in Italia con un dottorato oggi come oggi non offre nulla…….e diro’ di più……sto costruendo ora la mia rete di conoscenze e di lavoro nella sociologia e per finire il dottorato mi sono mantenuta lavorando in una scuola media come Assistant d’Education, lavoro considerato spazzatura in Francia, che continuo a fare nel mentre provo a costruire il mio percorso…io per questo lavoro ho avuto e ancora ho oggi (lo faccio ancora perchè mi da da mangiare e inizio a fare qualche ricerca qui) un regolare contratto, ferie pagate, contributi e assistenza sanitaria…….Non è il paradiso, ma vivo con la speranza e la voglia di fare!
Hai esattamente scritto quello che ho pensato, Francesca Addei.
Quanto a te, gradissimo pezzo (di merda) il tuo, “giornalista”!
…sarei stato ancora più tagliente ma… è “accettabile” anche così (l’articolo, non il giornalista de IFQ che lo sarà magari in altro senso).
La mia esperienza all’estero è quantitavamente più contenuta, in termini temporali ma le conclusioni che traggo sono le stesse.
Per quanto mi riguarda ho conosciuto diversi italiani emigrati all’estero, resi colpevoli in terra straniera di atti delinquenziali, frodi e furti di vario genere e gravità.
Dal mio punto di vista quegli *stranieri* sono perseguiti e condannati fin troppo poco da parte delle autorità dei paesi ospitanti, dal momento che si sono permessi di lasciare la propria patria per recarsi a saccheggiare e danneggiare proprietà e ricchezze comuni pagate a caro prezzo dai cittadini dei rispettivi paesi, esclusivo frutto del loro lavoro.
Chi emigra in un paese *deve* tener conto di recarsi in un ambiente costruito sasso per sasso, mantenuto, gestito e controllato a spese di chi le tasse in quel paese le paga da una vita. Qualora si permetta atti delinquenziali… deve pagare ben più di quanto pagano i delinquenti locali, in mia opinione.
Posso solo dire che mi sono alzato questa mattina con un immenso nervoso leggendo il “meraviglioso” articolo di Matteo…Ora pero’ posso aggiungere che mi sono appena venuti i brividi leggendo le parole che hai scritto e il pensiero che sei riuscita ad esprimere. Semplicemente grazie! Un saluto da Londra a te e alla magica Berlino!
Io vivo a Londra e secondo me il profilo fatto era veritiero all’80%. E sai perche’? Perche’ siamo italiani.
Io penso invece che, come molto spesso accade, ci sia un po’ di verità in entrambi gli articoli.
Francesca Addei racconta la storia di quelle persone ‘mature’ (intendete il termine come vi pare, e nell’accezione che volete, ho messo le virgolette apposta) che sono andate via con una professionalità da offrire, una professionalità che (molto probabilmente) in Italia non era adeguatamente valutata. Penso a tutti i miei colleghi giovani architetti, ai nostri ‘cugini’ disegnatori industriali, gente che ha provato a costruirsi una vita professionale in un’Italia dove il nostro mestiere è sempre più svalutato, e che si è trovato costretto ad emigrare perchè il massimo che qui veniva offerto loro erano quattrocento euro al mese in uno studio e sette giorni su sette di lavoro.
Penso a un’amico che ha portato via tutta la famiglia dall’Italia, lui architetto, lei laureata in economia, che hanno comprato casa a Nimes l’anno scorso, che pagano le tasse, fanno la loro professione immensamente più gratificati di quanto lo sarebbero mai stati qui in Italia.
Penso ad altri amici che hanno scelto di proseguire un percorso di studi (lauree magistrali, master, dottorati) all’estero, con la stessa costanza e la stessa applicazione che hanno sempre avuto qui in Italia, e che per mantenersi fanno i baristi e i camerieri, esattamente come farebbero (e hanno fatto) in qualsiasi altra città universitaria d’Italia.
E poi penso a tutti quelli che invece sono partiti per non combinare niente, quelli che friggono patatine ad Amburgo perchè ‘fa figo’ e che non le avrebbero mai fritte a Torpignattara perchè ‘è da sfigati’. Quelli che ti dicono che si, ‘ammazza quant’è fregna la vita in Inghilterra’, e quando gli chiedi ‘perchè?’ si sperticano in lodi delle loro serate alcoliche e del venerdì sera nei pub (dove scialano tutto il mensile che i genitori mandano loro dal paesello di quattrocento anime dal quale sono partiti). E basta.
gente che s’è presa una laurea per miracolo, e che dice che in Italia quel pezzo di carta non vale nulla… perchè, di grazia, cosa vale in Olanda, dove fai il commesso da H&M?
C’è differenza, e una differenza che sembra sottile, ma in realtà è abissale, tra l’esperienza di Francesca Addei e quella di molti miei coetanei e ragazzi più giovani.
E’ la stessa differenza che ho percepito guardando le centinaia di condivisioni del video #coglioneNO. ok, d’accordo, coglione no, ma neanche creativo per forza.
non siamo tutti artisti, e non siamo tutti professionisti sottovalutati. alcuni di noi sono mediocri, e mediocri rimarranno anche emigrando sulla Luna.
non sono cattiva, sono solo un po’ cinica. e parecchio realista.
Hai detto tutto…
Grazie per aver risposto anche per me.
Sei una Grande!! ti stimo con tutto il cuore, ho pensato esattamente tutto quello che hai scritto, anche io ho risposto al caro amico Matteo, ma tu l’hai fatto 100 volte meglio! ci sono persone che hanno scritto che dovresti scrivere tu per il FQ ma io ti auguro di scrivere per testate migliori, chi pubblica quello scempio non si merita una come te! Grande! da tutto il cuore da Londra!
Immensa stima per Francesca Addei. Sia per l’ottima e meritatissima risposta che ha dato che per il grande coraggio che ha avuto nell’emigrare. Quel coraggio che io stesso inseguo tutti i giorni ma che ancora non ho trovato.
Standing ovation per Francesca Addei … giornalisti come Matteo Cavezzali si tenga per se i suoi difetti e non faccia di tutta un’erba un fascio!!!! Che bastardo!!!!