di Alessio Chen
Zhanxing Xu e Re Salvador sono due giovani di seconda generazione. La prima è nata a Qingtian (Cina) ed è arrivata in Italia all’età di 10 anni per raggiungere i suoi genitori. Invece il secondo, di origine filippine, è nato e cresciuto a Trastevere e sogna un futuro come artista di hip pop. Zhanxing e Re sono due giovani ragazzi molto diversi caratterialmente che si trovano a dover lottare quotidianamente affrontando nuove sfide quali quella del mondo del lavoro, i sogni da realizzare, le paure da affrontare, il confronto con la generazione precedente e soprattutto la definizione e la ricerca della propria identità culturale.
Zhanxing e Re sono i figli di un’immigrazione che l’Italia fa fatica a riconoscere come propri cittadini. Se da una parte Re ha avuto la fortuna di nascere e vivere per 18 anni in Italia per poi ottenere la cittadinanza italiana entro un anno dal raggiungimento della maggiore età, diversamente è stato per Zhanxing e per tanti figli di immigrati giunti in Italia in tenerissima età. Infatti la legge n. 91 del 1992 non permette alcuna via preferenziale per i bambini che crescono in Italia e che hanno sempre compiuto il proprio percorso formativo in Italia di accedere alla cittadinanza. L’unico modo per ottenere il riconoscimento giuridico sarebbe quello della naturalizzazione, una concessione discrezionale che comporta innumerevoli ostacoli, tempistiche che vanno ben oltre il 730 giorni fissati dalla legge e senza alcuna certezza di esito positivo.
Per giovani come Re e Zhanxing la cittadinanza non solo conferisce loro un riconoscimento giuridico e di dignità sociale, ma ne influenza completamente le prospettive da un punto di vista di opportunità socio-economiche. I cittadini stranieri, nati o cresciuti in Italia, non beneficiano degli stessi diritti dei loro coetanei italiani; spesso durante il loro percorso scolastico incontrano problemi burocratici come per esempio l’impossibilità di partecipare a concorsi o progetti spesso riservati ai soli studenti con la cittadinanza italiana. Il passaggio alla formale cittadinanza giuridica cambia radicalmente la vita dei giovani immigrati, a partire dal diritto di voto, elemento di grande importanza che favorisce in primis l’integrazione di questi giovani anche dal punto di vista politico.
Zhanxing si trova in questa condizione di crisi identitaria dove l’appartenenza alla comunità italiana la rende vulnerabile. Si sente continuamente bersagliata da una società italiana riluttante ad accettarla, che spesso la identifica semplicemente come una delle tante cinesi, tanto da sentire il peso di dover rappresentare un’intera comunità. La stessa non vuole dover affermare la propria identità con l’unico scopo di rassicurare agli altri su quello che lei è. Così decide di partire per la Cina ma incontra però gli stessi ostacoli che in Italia. Lei infatti è troppo italiana per essere cinese e in Cina si sente più italiana che mai, condizione questa nella quale si trova la maggior parte dei figli di immigrati cresciuti in Italia, cittadini italiani di fatto con un permesso di soggiorno periodicamente da rinnovare.
Con “Il futuro è troppo grande” Giusy Buccheri e Michele Citoni vogliono raccontare il volto di una realtà culturale italiana che si evolve e si arricchisce grazie a questi giovani. Il documentario tratta temi quali l’appartenenza culturale, l’identità, l’integrazione, ma va anche rilevata la sua importanza quale momento di riflessione su una legge anacronistica che non valorizza in alcun modo né i bambini né i giovani stranieri che studiano nelle nostre scuole. Questi si sentono emotivamente italiani ma giuridicamente sono immigrati, extracomunitari, stranieri.
“Il futuro è troppo grande” è una coproduzione Grió Sinergie Culturali, Giusy Buccheri, Michele Citoni e Centro produzione Audiovisivi Università Roma Tre con 254 “produttori dal basso”. È stato presentato in anteprima nazionale al Nuovo Cinema Aquila il 13 marzo scorso, riscuotendo un grande successo di pubblico tale fa far sperare in una più ampia diffusione sul territorio. Per maggiori informazioni: www.ilfuturoetroppogrande.it
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Un bell’articolo sul film scritto da una seconda generazione cinese. Grazie Alessio!