Ci sono varie leggende e andeddoti umoristici legati a un saggio maestro vissuto nel XIII secolo. E se l’esistenza di questo personaggio non è comprovabile, è tuttavia certo che gli aneddoti e le storie di cui egli è protagonista hanno attraversato i secoli e le maggiori capitali d’Oriente per giungere a noi immutate. Questa importante figura satirica è quella del Mullah Nasreddin.
Da Pechino a Istanbul, da Kabul a Tehran, da Tirana a Gerusalemme, da Mogadiscio a Messina, il Mullah Nasreddin assume nomi diversi ma mantiene l’essenza degli insegnamenti che di generazione in generazione ripropone. Introdotte per la prima volta in Turchia dal maestro sufi e mistico persiano Jalaluddin Rumi, le storie del “grande Mullah” vengono ancora oggi raccontate immutate in moltissimi Paesi del mondo. Queste storie, amate da adulti e bambini, sono il corrispettivo aneddotico della musica: rappresentano un linguaggio universale che indipendentemente dalla lingua nella quale vengono raccontate offrono spunti di riflessione e di umorismo transculturali. In Turchia, dove è meglio conosciuto con il nome di Nasreddin Hodja, esistono persino una tomba e un Festival a lui dedicati. Anche l’UNESCO, ha riconosciuto la rilevanza internazionale di questa figura, proclamando l’anno 1996-1997 “l’anno internazionale di Nasdreddin”. In queste storie Nasreddin incarna di volta in volta la figura di giudice, di insegnante, di saggio, di giovane alunno o di stolto. Se da una parte queste storie vengono per la maggior parte raccontante tra amici e conoscenti in bazar o attorno al tavolo da pranzo, dall’altra esse sono spesso utilizzate come storie di insegnamento nelle tradizioni mistiche del sufismo, dell’induismo e del buddhismo.
Qui di seguito alcune delle storie del Mullah Nasreddin:
1. Un giorno, quando Nasreddin era giovane e per vivere faceva il traghettatore, ebbe la fortuna di ricevere come cliente un famoso e brillante studioso. L’uomo chiese di poter attraversare il fiume e non appena partirono un temporale iniziò a profilarsi all’orizzonte. Il dotto chiese così a Nasreddin se pensava che il viaggio sarebbe stato difficoltoso e Nasreddin rispose: “non chiedermi nulla al riguardo”. Nel rispondere Nasreddin commise un errore grammaticale al che lo studioso gli chiese: “Dimmi: hai mai studiato la grammatica?”
“No” rispose Nasreddin senza vergognarsene troppo
“In questo caso, ragazzo, hai sprecato metà della tua vita” disse lo studioso
Nasreddin non disse nulla ma ad un certo punto la barca si ruppe ed iniziò ad affondare. Nasreddin lasciò il remo, si infilò le scarpe nella cintura e chiese al dotto: “Ha mai imparato a nuotare signore?”
“No” rispose lo studioso
“In questo caso, signore, avete sprecato la vostra vita intera perché stiamo affondando” rispose Nasreddin
2. Sul letto di morte Nasreddin chiese a sua moglie Fatima di andargli vicino.
“Cosa posso fare per te, mio povero e malato marito?” chiese Fatima
“Amore mio”, disse debolmente Nasreddin, “vai nella tua stanza, mettiti il vestito migliore e i tuoi gioielli più belli. Metti del profumo e fatti il più bella possibile, poi torna qui al mio fianco”
Fatima scioccata rispose: “Nasreddin, io non voglio farmi bella quando tu sei così malato. La gente penserà che io sia senza scrupoli”
“Ma no mia cara, non hai capito”, rispose lui, “spero solo che quando l’angelo della morte verrà a prendermi, vedendoti così bella, scelga te al posto mio”.
3. “Tutti i veri credenti portano la barba,” disse l’Imam al suo uditorio. “Mostratemi una barba spessa e lucida e io vi mostrerò un vero credente!”
“La mia capra ha una barba molto più folta e lunga della tua,” rispose Nasreddin. “Significa che è un Musulmano migliore di te?”
4. Un giorno il Mullah Nasreddin si recò alla moschea per tenere un sermone davanti ai fedeli. Nonostante la buona volontà il Mullah non trovò le parole parole adatte e così decise di rimanere in silenzio. Dopo qualche minuto così trascorso, chiese ai fedeli: “Allora, avete capito?”. Metà dei fedeli rispose di sì e l’altra metà, più onestamente, rispose di no. A quel punto il Mullah Nasreddin disse: “Bene, allora la metà di quelli che hanno capito lo spieghi alla metà che non ha capito”. Il giorno successivo il Mullah tornò alla moschea, come il giorno prima non riuscì ad aprire bocca e decise di rimanere in silenzio. Dopo qualche minuto, il Mullah chiese: “allora questa volta avete capito?”. Tutti risposero di no, al che Nasreddin disse indignato: “Agli ignoranti nulla si può spiegare”. Tempo dopo il Mullah tornò alla moschea per tenere un sermone ma come al solito nulla riuscì a dire. Dopo alcuni minuti di silenzio chiese ai fedeli: “Allora avete capito?”. I fedeli questa volta risposero di sì e Nasreddin disse: “Beh, se sapete già tutto io qui non servo”
Per maggiori informazioni sulle storie di Nasreddin vedere:
“The Pleasantries of the Incredible Mulla Nasrudin” di Idries Shah
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