Abu Ghraib, il carcere iracheno in cui migliaia di prigionieri sono stati torturati prima dal regime di Saddam Hussein e poi dalle forze americane, è stato chiuso martedì scorso. Il ministro della Giustizia Hassan al-Shammari ha affermato che il governo iracheno ha preso la decisione come misura precauzionale. L’Iraq sta infatti vivendo una escalation di violenza che dall’inizio dell’anno ha già causato più di 2.500 vittime e la zona ovest di Baghdad, quella in cui si trova la prigione, è particolarmente a rischio.
Tutti i 2.400 detenuti arrestati o condannati per reati legati al terrorismo sono stati trasferiti in altre strutture nel centro e nel nord dell’Iraq. Non è ancora chiaro se la chiusura sia temporanea o definitiva.
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La prigione era un noto centro di tortura sotto la dittatura di Saddam Hussein, tanto che si stima che vi siano morti più di 4 mila detenuti. In seguito furono gli americani, dopo l’invasione del 2003, ad utilizzarla per interrogare i presunti terroristi arrestati. Diverse fotografie e video hanno dimostrato come le forze statunitensi abbiano sottoposto a tortura centinaia di detenuti provocando una forte ondata di indignazione internazionale che ha reso il carcere di Abu Ghraib famoso in tutto il mondo.
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