L’aereo della dignità umana

Ghader Ghalamere è un rifugiato curdo-iraniano che vive da anni in Svezia, dove ha una moglie e due figli. A causa di un cavillo legale nell’interpretazione della legge nazionale sull’immigrazione, Ghader è stato imbarcato su un aereo per essere espulso dal Paese e deportato in Iran, dove la sua incolumità sarebbe a forte rischio.

L’uomo – come riporta l’Indipendent –  ha spiegato la sua situazione ai passeggeri. Questi ultimi, visibilmente commossi, si sono rifiutati di allacciare le cinture, impedendo ai piloti di partire.

“Ora è troppo”, ha dichiarato said Sanna Vestin, responsabile della Rete svedese dei gruppi di supporto ai rifugiati. “Nessuno, vedendo la famiglia, potrebbe dubitare che l’esplusione del padre possa danneggiare i bambini”. La Vestin, che ha seguito la famiglia per un anno (cioè da quando è stata contattata da Ghader), ha dichiarato che la polizia ha consigliato al rifugiato di andare in Norvegia e chiedere da là un passaporto svedese.

Inizialmente Ghalamere ha evitato la prospettiva di essere torturato e giustiziato in Iran viaggiando in Turchia, dove l’UNHCR gli ha conferito lo status di rifugiato. Dopo cinque anni di tira e molla burocratici, l’uomo era poi finalmente riuscito a raggiungere la Svezia. Ora, dopo la disavventura, l’uomo ha iniziato uno sciopero della fame per attirare l’attenzione sul proprio caso, che ha ottenuto attenzione mediatica anche nello stesso Iran. È stata avviata anche una campagna su un gruppo Facebook di circa 4mila membri, stoppa utvisningen av ghader.

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“È gratificante che così tante persone si siano interessate di Ghader”, ha dichiarato Vestin. “La Svezia si è impegnata a difendere i diritti dei bambini e il diritto d’asilo. Quando le autorità non posso farcela da sole, altri devono prendersi la responsabilità quando ne hanno l’opportunità”.


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