Attraversare la Manica in zattera, il viaggio disperato di un giovane afghano

 

Foto di Afp/Snsm Calais

Lo hanno salvato lunedì due miglia al largo di Calais mentre con la sua minuscola zattera tentava di raggiungere la Gran Bretagna attraversando il Canale della Manica. E’ l’incredibile storia di Asif Hussainkhil, un giovane afghano di 33 anni originario di Kabul. A salvarlo è stata la Guardia costiera francese avvertita da un traghetto di linea. “Se il vento si fosse alzato o se fosse entrato in rotta di collisione con un traghetto – ha raccontato il capo della Guardia costiera Bernard Barron – la zattera si sarebbe capovolta e lui sarebbe sicuramente morto”. Barron ha aggiunto che il ragazzo era in ipotermia e che dopo l’iniziale delusione sembrava molto felice di essere stato tratto in salvo.

Intervistato dal quotidiano britannico The Telegraph, il ragazzo ha raccontato che gli ci sono volute tre settimane per costruire la zattera utilizzando delle tavole di legno, un lenzuolo e tre piccole boe. Le probabilità di arrivare a destinazione erano pari a zero, visto che la zattera era priva di timone. Asif aveva lasciato l’Afghanistan nel 2000 e in questi anni ha vissuto in diversi paesi tra cui Iran , Turchia, Italia e Svizzera . “Fin da quando ero bambino sogno di andare in Inghilterra. Volevo raggiungere mio zio e i miei cugini, così ho pensato di costruire una barca. Non ho soldi ed ho usato le cose che ho trovato per la strada”.

Questo era il suo terzo tentativo di attraversare la Manica. “La prima volta ho nuotato per circa tre ore, ma poi mi hanno preso. La seconda volta mi hanno preso dopo meno di un’ora”. La sua avventura ricorda quella raccontata nel film francese Welcome, realizzato nel 2009 dal regista Philippe Lioret. La pellicola racconta infatti la storia di un giovane curdo che chiede ad un uomo francese di insegnarli a nuotare perché vuole attraversare la manica per raggiungere la sua fidanzata che vive a Londra.

La disperazione spinge decine di migranti ogni anno a compiere questa impresa che nella maggior parte dei casi si conclude a bordo delle barche della Guardia costiera ma che a volte termina con la morte.


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