“Le dita tagliate”, uno sguardo antropologico sullo scambio ‘sessuo-economico’

Tutte le dita delle bambine dei Dugum Dani, Nuova Guinea, si possono tagliare come donazione nelle cerimonie funebri. Tutte tranne il pollice e uno o due dita che basteranno loro per svolgere i lavori destinati alle donne. Da questo esempio l’antropologa Paola Tabet fa partire la sua riflessione sulle “Dita tagliate“, da ieri in libreria per Ediesse.

Metaforicamente, secondo l’autrice, si può dire che tutte le donne hanno le dita tagliate, perché nei fatti esiste ancora e largamente un gap tecnologico tra uomini e donne che appare chiaramente fin dalle società di caccia e raccolta e che con l’evoluzione tecnica si è allargato a forbice e continua in varie forme anche nelle nostre società contemporanee.

Tabet propone un percorso di oltre trent’anni di riflessioni e ricerche antropologiche – rielaborate e riproposte anche a lettori non specialisti di antropologia – alla ricerca delle costanti della divisione sessuale del lavoro e del rapporto di classe tra donne e uomini. In questo ambito l’autrice individua un più generale scambio sessuo-economico che caratterizzerebbe l’insieme delle relazio­ni sessuali tra uomini e donne. La transazione economica infatti non riguarda la sola prostituzione ma anche i rapporti matrimoniali e, più in generale, le relazioni di intimità e affetto. E questo non solo nelle società africane o extraeuropee, ma anche in Europa e Nord America. Siamo quindi di fronte a una struttura economica fondamentale dei rapporti tra i sessi, basata su secoli di storia in cui la dipendenza economica delle donne, e con ciò lo scambio esplicito o implicito, è stata la regola pressoché assoluta.

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Attraverso un percorso personale di ricerca sul campo e l’uso di una vasta letteratura antropologica Tabet mostra le diverse modalità attraverso cui si manifesta questo scambio. Ma cosa sta accadendo oggi? Le trasformazioni sociali nel rapporto tra i sessi rimettono in causa la dominazione maschile o piuttosto siamo di fronte a una nuova configurazione di questa dominazione? Chi porta il peso di questa trasformazione e chi ne trae profitto? Quale sarà la possibilità di una sessualità egualitaria, fuori cioè da ogni condizione di oppressione, non legata alla divisione tra i sessi e alle relazioni di potere? Il libro di Paola cerca di rispondere a queste complesse domande.


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