Condannato a 28 anni e 4 mesi di detenzione per le sue attività contro il regime turco, le sue idee comuniste e le sue iniziative internazionali anti-naziste e anti-franchiste, il poeta Nazim Hikmet maturò – nel carcere di Bursa, in Anatolia, tra torture, scioperi della fame e infarti – la speranza di un mondo diverso, che ha il sapore agrodolce di un augurio per le generazioni successive alla sua: “nasceranno, da noi, uomini migliori”.
Nasceranno da noi
uomini migliori.
La generazione
che dovrà venire
sarà migliore
di chi è nato
dalla terra,
dal ferro e dal fuoco.
Senza paura
e senza troppo riflettere
i nostri nipoti
si daranno la mano
e rimirando
le stelle del cielo
diranno:
«Com’è bella la vita!»
Intoneranno
una canzone nuovissima,
profonda come gli occhi dell’uomo
fresca come un grappolo d’uva,
una canzone libera e gioiosa.
Nessun albero
ha mai dato
frutti più belli.
E nemmeno
la più bella
delle notti di primavera
ha mai conosciuto
questi suoni
questi colori.
Nasceranno da noi
uomini migliori.
La generazione
che dovrà venire
sarà migliore
di chi è nato
dalla terra,
dal ferro e dal fuoco.
(Da Poesie, in Opere, Editori Riuniti)
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