La pagoda sul mare che unisce pesca e tolleranza religiosa

 

 

Per la comunità del luogo, la presenza della pagoda di ‘Xiao Yi Shen Tang’ può diventare una località ricreativa alternativa ove rilassarsi. Oltre alla quiete che respira tutt’attorno, è una costruzione unica nel suo genere. Si trova proprio in mezzo al mare, ed è decorata con simboli che trasmettono serenità.

Questa mattina il cielo è avvolto dalle nubi. Sembra proprio che presto scenderà la pioggia sulla città di Pontianak. Ma il maltempo non smorza il mio entusiasmo nel voler visitare il tempio di Xiao Yi Shen Tang.

C’è qualcosa di unico in questa pagoda che fu costruita attorno agli anni ’60. Sorge infatti sul mare, circondata da simboli sacri, ed è anche spesso utilizzata come zona di pesca. Finalmente, in compagnia di due giornalisti di una tv nazionale, un autista ed un amico olandese, partiamo lasciandoci alle spalle Pontianak.

L’aria si fa torrida in auto, per la mancanza di aria condizionata, i nostri corpi vengono sballottati lungo la strada danneggiata dalle buche, rendendo il viaggio piuttosto faticoso. In realtà, se stessimo viaggiando in condizioni normali, ci vorrebbero appena 30 minuti per raggiungere la meta. Ma stavolta sarà necessaria almeno un’ora per arrivare alla frazione di Merpati, a Muara Kakap, presso il distretto di Sungai Kakap, nel quartiere di Kubu Raya.

Ben presto, l’odore del pesce bagnato e del pesce sotto sale proveniente dai piccoli negozi che si snodano attorno al mercato tradizionale ci dà il benvenuto. E le voci urlanti dei pescatori all’asta del pesce giungono alle nostre orecchie. Anche se la giornata non è delle migliori per i pescatori per andare al largo in cerca di pesci, causa il maltempo ed il carburante che scarseggia, possiamo comunque ammirare le attrazioni che caratterizzano questo luogo, maggior produttore di pesce del quartiere.

Un altro fatto interessante legato a Muara Kakap è che l’80 percento della popolazione è di etnia cinese, o Tionghoa. Si tratta dei discendenti dei Tiociu, provenienti dalla zona di Guangdong, e dei Khek (Hakka), nativi di Fujian. Seppur diversi per origini, razza e religione, nella realtà di ogni giorno vivono assieme, in armonia con le altre comunità etniche locali, come i Bugis ed i Melayu.

Arriviamo quindi al piccolo molo che sarà il punto di partenza per il nostro viaggio verso la pagoda di Xiao Yi Shen Tang. Vi sono circa 5-6 long boats, o barche a motore, ormeggiate ad aspettarci; sono il tradizionale mezzo di trasporto per la comunità del luogo. Saliamo su una delle imbarcazioni ed intraprendiamo il tragitto lungo il villaggio di pescatori. 100 mila rupie, poco più di 6 euro, è il prezzo da pagare per ciascun passeggero.

La long boat inizia a muoversi lentamente. Passiamo sotto ad un ponte di legno ad arco. Vi sono dei tratti interessanti che attraggono la nostra attenzione al centro del ponte. C’è un riquadro verde dalle scritte rosso chiaro che riporta: “Jembatan Bintang Tujuh” (Ponte delle Stelle Sette), completo di caratteri cinesi. Questo ponte è utilizzato come punto d’accesso per collegare la frazione di Merpati a Pasar, ed al centro per le attività governative.

Dopo essere passati in barca sotto al ponte, giungiamo alla foce del fiume, ricca di piattaforme per la pesca o jermal. Poi passiamo lo stretto di Karimata che si collega direttamente al Mar Cinese Meridionale. In lontananza cominciamo a scorgere la pagoda di Xiao Yi Shen Tang che si erge fiera. Le pareti sono dipinte di blu, in contrasto con le tegole rosse sul tetto. I pilastri in legno molto resistente che la sostengono rendono l’edificio a picco sul mare aperto. Non sbaglia la gente del posto quando chiama questo posto Tempio della Rinascita o Pagoda del Mare.

La long boat viene ormeggiata trenta minuti più tardi. Abbiamo percorso un tragitto di circa un miglio da Muara. Saliamo sette scalini di legno, sino ad arrivare al tempio recintato, dalle sfumature rosse. Possiamo osservare uno ad uno i simboli cinesi che spiccano sulla pagoda.

Il primo che attrae la mia attenzione è su duetravi di legno sul tetto del portico,ornate con fiori di loto su sette livelli, dal colore rosa un po’ sbiadito. Vi è una targhetta con caratteri cinesi tra i fiori di loto, proprio sopra l’ingresso. La scritta riporta ‘‘Xiao Yi Shen Tang’, che significa tempio del Dharma Bakti. Ma può essere anche chiamato ‘Hian Bu Ceng Tua’, ovvero Pagoda delle Divinità.

La mia osservazione continua poi all’entrata che conduce verso una camera all’interno della pagoda. Ognuna di queste porte è decorata con dipinti che ritraggono le figure di due divinità della mitologia cinese. Si tratta di Qin Qiong e Yuchi Gong, altrimenti chiamati Shen Shu e Yu Lei.

Tuttavia la divinità principale del tempio è Guan Yu, anche conosciuto come Guan Gong o Kwan Kong (Dio della Guerra). Questi dei sono adorati dalla comunità taoista come protettori della vita e delle attività della gente.

C’è qualcosa di interessante relativo a Guan Yu. Dai testi letterari e dalle note che ho letto, sembra che questa divinità non sia solamente venerata dalla gente comune, che svolge professioni diverse tra loro, ma presumibilmente anche da associazioni segrete come la mafia ed altre organizzazioni sospette.

Inoltre, le travi del tetto della pagoda si snodano in altre tre travi che vanno a sovrastare il portico. Due di queste sono decorate con due draghi dipinti in bianco, accompagnati da perle. Secondo Tan Cie Hong, leader della comunità taoista, questa pagoda è stata costruita utilizzando tre travi poiché nel loro credo le figure più importanti, in quanto simbolo della trinità, sono il cielo, la terra e l’uomo. Si possono trovare molte altre travi del soffitto simili negli edifici della tradizione cinese.

“Il drago di per sé simboleggia l’elemento ‘Yang’, simbolo di fortuna e potere. Le perle sono invece l’emblema della salute e del benessere,” afferma l’uomo, che viene anche chiamato ‘Peter Stevens Tan’.

L’ultima trave, proprio sopra al portico, mostra la figura di una fenice. Questo animale mitologico rappresenta l’elemento ‘Yin’, simbolo di umiltà, virtù, gentilezza e cortesia.

Giungiamo poi sul lato sinistro del tempio. C’è una vasca che misurerà circa 2×10 metri, dipinta di rosso e blu, su un altare. In un primo momento ho pensato che la vasca fosse stata realizzata come contenitore per il processo di cremazione del corpi, eppure mi sbagliavo. Si tratta di un luogo per bruciare della carta mentre la gente è in preghiera.

Da quando è stata costruita, nel 1960, la pagoda di Xiao Yi Shen Tang è diventata meta di pellegrinaggio e luogo di culto per la comunità taoista. Il picco delle visite avviene durante i giorni importanti per i taoisti, come il capodanno e molti altri. Molte sono le persone locali. Ma arriva anche gente da fuori, ad esempio da Jakarta o dal Taiwan. Vengono qui al tempio per pregare.

In quanto luogo di culto, questo tempio è frequentato anche dalla comunità non cinese. La gente arriva da diverse regioni del Borneo Occidentale per visitarlo, ma vi sono anche turisti stranieri tra cui olandesi, americani, italiani e tanti altri. Al loro arrivo possono osservare il posto, soddisfare la loro curiosità riguardo al tempio di Xiao Yi Shen Tang. Alcuni vengono per riposarsi o per pescare.

Tuttavia dal libro degli ospiti e dalle informazioni che mi vengono date noto che per la maggior parte i visitatori che vengono qui sono gente locale. In numero maggiore si possono trovare in occasione dell’evento annuale del Robok-Robok, che si svolge nei pressi di Muara. Si tratta di un rituale per respingere i nemici, tipico della comunità malese di questi luoghi.

Chi l’avrebbe mai detto, questa pagoda che in passato era soltanto una capanna per pescatori con reti per prendere i pesci, è stata rinnovata ben due volte. In primo luogo verso gli anni ’70, e per la seconda volta negli anni ’90, poiché le onde del mare arrivavano a toccare il pavimento della pagoda.

“In due occasioni l’abbiamo ristrutturata, ma soltanto per quanto riguarda le travi portanti, che abbiamo volutamente rialzato in modo che le onde non andassero a toccare la struttura superiore del tempio. Ed ora l’edificio è al sicuro,” dichiara l’uomo, divenuto consigliere dal 1970.

Questo luogo sacro è diventato anche l’icona turistica del quartiere, e la comunità taoista è contenta che la pagoda di Xiao Yi Shen Tang sia visitata da molte persone. Credono che il fatto che sempre più gente venga al tempio dimostri che la sinergia fra le comunità religiose del quartiere stia andando nel verso giusto.

“Con sempre più visitatori, siamo in grado di condividere informazioni riguardo alle nostre conoscenze in materia di scienza e religione. Ciò è molto positivo,” afferma Tan, concludendo l’intervista nel pomeriggio.

 


Profilo dell'autore

Jemy Haryanto
Sono nato e vivo tutt'ora in Indonesia. Una nazione plurale, multiforme, con migliaia di isole, migliaia di tradizioni, di etnie, di lingue locali. Sono 11 anni che lavoro nel mondo del giornalismo, ho iniziato da un piccolo giornale locale, per poi diventare inviato televisivo per un'emittente nazionale. Ora, oltre a scrivere per Frontiere News, lavoro come giornalista full time per un rivista internazionale, e faccio anche il Freelance. Sono sposato con una donna italiana, che mi continua a dare l'energia per scrivere. Non sono un amante della politica, ma nei miei articoli cerco di trasmettere il mio amore per la natura, le tradizioni e le usanze dei popoli.

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