O mia madre, o patria diletta,
perché piangi, così triste e dolente?
O corvo, e tu, uccello sinistro,
su che tomba crocidi lugubre?Oh, so, lo so – tu piangi, o madre,
perché sei schiava in gramaglie;
perché la sacra tua voce, o madre,
in un deserto invoca aiuto.Piangi! Laggiù, vicino a Sofia,
alzare vidi una forca nera:
e il tuo unico figlio, o Bulgaria,
là ne pende, con orribile forza…Crocida lugubre il corvo sinistro,
ulula il cane, urla il lupo pei campi;
supplici i vecchi pregano Dio,
piangon le donne, strillano i bimbi.Canta l’inverno il suo canto crudele,
le raffiche inseguono i cardi per il piano;
freddo, gelo, pianto senza speranza
fasciano di tormento il tuo cuore.[Hristo Botev – traduzione dal bulgaro di Luigi Salvini]
Tratto da “Liriche e brani scelti”
Edizioni di cultura A.I.B. – Roma
Sofia, dicembre 1958
Hristo Botev (Kalofer, 6 gennaio 1848 – Balcano di Vraca, 1º giugno 1876) è stato un poeta, giornalista, insegnante e rivoluzionario bulgaro. Di ispirazione anarchica (è chiara ed esplicita l’influenza esercitata da Bakunin e dai fatti della Comune di Parigi), Hristo è oggi considerato un eroe nazionale dal popolo bulgaro.
Figlio del maestro Botjjo Petkov, seguì dapprima un corso di studio nella sua città natale assieme al padre, prima di trasferirsi ad Odessa per frequentare le scuole secondarie. Durante la sua permanenza ad Odessa, restò impressionato dai lavori dei poeti liberali russi contemporanei. Dopo una breve soggiorno in Bessarabia, Botev rientrò nel 1867 a Kalofer dove prese il posto del padre nel ruolo di insegnante.
Nella sua città partecipò a varie manifestazioni di protesta nei confronti dell’autorità ottomana al punto da venir scacciato ed essere costretto ad un esilio in Romania.
Dal 1869 al 1871 Botev riprese l’attività di insegnante in Bessarabia, pur conservando contatti con i movimenti rivoluzionari bulgari.
Nel giugno dello stesso anno assunse il ruolo di editore del giornale rivoluzionario “Voce degli emigranti bulgari” (Duma na bulgarskite emigranti), dove pubblicò le sue prime liriche.
Dopo un paio di mesi di prigione ricominciò a lavorare con la rivista “Libertà” (Svoboda) e nel 1873 collaborò con il foglio satirico “Alarm clock” (Budilnik), nel quale pubblicò una serie di feuilleton a sfondo politico.
In seguito alla morte del leader del Comitato centrale rivoluzionario bulgaro (BCRC), Botev si aggregò alla corrente interventista ed attivista, intenzionata a programmare una ribellione sul territorio bulgaro. Botev, una volta nominato leader de BCRC organizzò una strategia basata sulla guerriglia e su azioni dimostrative, come quella effettuata nella primavera del 1876, concretizzata nel sequestro del battello Radetzky, in servizio sul fiume Danubio. Questa azione suscitò una forte reazione militare dell’esercito ottomano e, durante un feroce combattimento, Botev venne ucciso nelle montagne circostanti Vraca.
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