Un collettivo di attivisti ha monitorato la situazione al confine turco-bulgaro. Scoprendo un’inquietante alleanza tra poliziotti e cacciatori xenofobi
Si potrebbe pensare che sia stata solo una sventurata coincidenza, quella dei 19 cacciatori che hanno intercettato un gruppo di rifugiati sabato 17 ottobre, nei pressi del villaggio di Evrenozovo (vicino Malko Tarnovo), lungo il confine tra Turchia e Bulgaria.
Dopo che i cacciatori hanno chiamato gli agenti, decine di migranti sono stati arrestati dalla polizia di frontiera bulgara. Lo stesso giorno, centinaia di estremisti di destra hanno dimostrato per le strade di Sofia per supportare il poliziotto che ha freddato un migrante afghano.
“BORDER OF HOPE”
I paesi hanno confini, la speranza non ne ha. Viaggio tra i rifugiati siriani in Bulgaria. Reportage fotografico di Dobrin Kashavelov per l’UNHCR-Bulgaria
Solo pochi giorni dopo, Kalinchev (il segretario dell’associazione di caccia e pesca di Kjustendil “Elen” – che significa “cervo”) – ha ammesso l’esistenza di una stretta collaborazione con la polizia di frontiera bulgara, dichiarando che nella regione del villaggio di Dolno Kobile (vicino Kjustendil) molti gruppi di migranti sono stati intercettati dai cacciatori. La dichiarazione è stata rilasciata poco meno di una settimana dopo l’uccisione del giovane afgano tra le foreste bulgare.
Nel frattempo alcuni volontari nella città serba di Dimitrovgrad, vicino al confine serbo-bulgaro, hanno testimoniato di “molteplici denunce indipendenti secondo cui la polizia bulgara sarebbe stata responsabile di aver derubato, picchiato e imprigionato rifugiati.
A causa della recinzione, le persone sono costrette a camminare a lungo superando montagne e attraversando foreste, per raggiungere Sofia e successivamente il confine con la Serbia. Al momento circa 200 persone al giorno attraversano la frontiera serba.
di Border Monitoring – Bulgaria
La manifestazione xenofoba a sostegno del poliziotto che ha freddato il migrante afgano
SCARICA IL RAPPORTO 2014 DI “BORDER MONITORING – BULGARIA”
Dal 2011 – anno in cui il governo bulgaro ha adottato l’atto chiamato “Strategia nazionale su migrazione, asilo e integrazione 2011-2020” – Bordermonitoring Bulgaria monitora il rispetto dei diritti umani di rifugiati (e di altre categorie vulnerabili di migranti) in Bulgaria, terra di confine dell’Unione Europea. Il progetto è promosso dall’associazione bordermonitoring.eu, che ha recentemente lavorato nella raccolta di dati e storie da Ungheria, Ucraina, Italia e Malta.
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