“Dimenticare un paese in guerra, fuggire da un’epidemia, ricongiungersi ai propri cari, iniziare una nuova vita. Tutto questo è possibile dentro i confini di Europia. Tutto questo è possibile, ma ha un costo elevato. Può costare la vita”.
Europia è un documentario fatto delle storie di persone che non rinunciano al sogno. Uomini e donne che lottano e rischiano tutto in un’avventura drammatica fitta di insidie, di sfruttamento e di ingiustizia. Si immerge con delicatezza nelle storie e nelle diverse prospettive di chi ha affrontato lo stesso incredibile viaggio verso approdi incerti, attraverso il deserto, la prigione, la fuga disperata, il mare.
Un’odissea da un paese pericoloso ad un mondo nuovo, diverso altrettanto spietato e repulsivo. Durante il 2015, Zuwara, Ventimiglia e Calais diventano nodi centrali sulla mappa dei flussi migratori. Nel luglio 2015 Sirio Timossi e Fabio Colazzo hanno vissuto alcuni giorni con i migranti nel campo sugli scogli di Ventimiglia e nella jungle di Calais. Qui hanno raccolto immagini e testimonianze dirette di profughi in viaggio e di persone solidali accorse in loro sostegno.
“… Tu cammini per la tua strada, ti ferma uno, ti toglie tutto: i soldi e pure il cellulare. Funziona così per noi in Libia. Non potevamo restare, non abbiamo avuto altra scelta che venire in Europa”. [Willy, dal Darfur]
Sirio Timossi è un filmaker freelance e direttore della fotografia. Nel settore dei media da oltre 12 anni. Filmaker inviato per Piazzapulita di Corrado Formigli. Nel Dicembre 2014 è il primo cameraman italiano ad entrare a Kobane ormai in macerie. Inviato nel 2014/2015 in Marocco, Tunisia, Libia, Turchia, Siria e Iraq. Nel 2015 è autore delle riprese di “Melilla, la frontiera della vergogna” di Francesca Nava e “Libia: Missione Impossibile” di Francesca Mannocchi, premiati rispettivamente al Capodarco Film Festival (L’anello Debole) e al premio Giustolisi. Tra luglio e novembre 2015 co-produce, dirige e monta “Europia” insieme a Fabio Colazzo.
Fabio Colazzo lavora in televisione dal 2005. Ha realizzato documentari in zone di pace e di guerra. Testimone oculare dei flussi migratori provenienti da Libia, Palestina, Iraq, Giordania, Turchia, Macedonia, Serbia, Italia e diretti in Europa. Il suo lavoro è focalizzato sui diritti umani e la difesa dell’ambiente.
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