La necessità di preservare i lettori e le nostre scuse

di Joshua Evangelista

Dal 2011 ad oggi abbiamo pubblicato oltre 8mila articoli scritti da più di 250 persone. I nostri autori provengono da cinque continenti e hanno percorsi umani e professionali molto diversi tra loro. Il nostro compito è quello di selezionare con attenzione le proposte più interessanti e provvedere a un capillare fact checking prima della pubblicazione. Seppur con inevitabili limiti di tempo e risorse, cerchiamo di porre molta attenzione alla qualità e alla veridicità delle testimonianze che i lettori trovano ogni settimana sul sito.

Più difficile è avere un background certo degli autori. In tutto questo tempo non ci siamo mai pentiti di aver dato voce a qualcuno, seppur – vivaddio – Frontiere News è uno spazio libero di confronto dove non sempre le opinioni degli autori coincidono con quelle della redazione. Per la prima volta in cinque anni, circa un mese fa, ci siamo trovati a doverci pentire della pubblicazione degli articoli di un nostro autore.

Si chiama Tytty Cherasien, è israelo-palestinese di origini armene e siriane, ha una storia personale molto peculiare ed è un’attivista per la Siria, oltre che una cooperante internazionale che ha operato nei Balcani e che si occupa di sostegno ai migranti. Questo è quello che ci ha fatto credere. In realtà il suo vero nome è Stefania Cianfrini, è nata a Civitavecchia, non è mai stata in Siria (e probabilmente in nessun altro posto del Medio Oriente) e si è macchiata di alcuni ignobili imbrogli lucrativi a danno di tante brave persone desiderose di aiutare bambini siriani in difficoltà, e non solo. Grazie ad abilità empatiche non indifferenti la signora Cianfrini era riuscita a insinuarsi negli ambienti dell’attivismo e del giornalismo sociale, millantando amicizie, rapporti intimi e conoscenze internazionali. Sulla base di queste relazioni aveva organizzato raccolte di denaro benefiche, senza mai passare per i canali istituzionali e spesso dirette ai propri conti personali.  Non mi soffermerò sulla vicenda, davvero grave, sulla quale ci risulta che andrà a breve in onda un servizio delle Iene a cura di Dino Giarrusso e sulla quale sono in atto procedimenti penali.

Quello che in questa sede ci interessa è il rapporto di onestà e rispetto tra noi redazione e voi lettori. Per Frontiere Cherasien/Cianfrini ha scritto quattro articoli molto intimi sul suo percorso umano e da cooperante. Uno di questi, sul ruolo della cooperazione internazionale rispetto alla spettacolarizzazione dei profughi, era stato accompagnato da una delicata e poetica vignetta di Mauro Biani. Appena siamo stati avvisati dell’identità fasulla dell’autrice abbiamo immediatamente deciso di rendere non visibili i suoi articoli. Non perché temessimo di essere coinvolti nella vicenda e nel successivo tornado di polemiche (che è appena iniziato e che inevitabilmente proseguirà ancora per molto tempo), ma perché non sarebbe stato corretto nei vostri confronti mantenere in archivio i testi di un individuo che ha imbrogliato e derubato tante persone e offeso la serietà e la dedizione di tanti attivisti che si prodigano per i migranti provenienti dalla Siria. Ci è sembrata la scelta più giusta da fare.

Abbiamo aspettato a prendere una posizione ufficiale, perché siamo garantisti e perché la vicenda aveva delle sfumature molto poco chiare che lasciavano presagire che dietro le terribili azioni di questa persona ci fosse molto altro. Tuttora sappiamo ancora poco sulla signora Cianfrini, ma abbiamo avuto la possibilità ricostruire una parte del suo vissuto e di ascoltare le testimonianze di alcune delle persone truffate. Ciò ci è sufficiente per far sì che i suoi scritti non facciano parte del materiale a disposizione della nostra comunità, che amichevolmente chiamiamo “Frontieranti”. Chi vi scrive aveva maturato anche un rapporto di amicizia con la suddetta, così come era successo per tante altri addetti ai lavori che trovavano in “Tytty” una persona sensibile e un punto di riferimento nel mondo dell’attivismo di Milano, dove lei abitava e dove effettivamente dava l’apparenza di darsi da fare per i migranti.

Ma è giusto non confondere l’amarezza personale con la tutela dei lettori e della credibilità della testata. Qualcuno sui social network ha fatto alcune illazioni sul suo coinvolgimento attivo nelle scelte editoriali di Frontiere: ciò è assolutamente falso. Parliamo di quattro articoli su oltre 8mila, che sebbene fossero stati letti e condivisi da molti di voi rappresentano una parte infinitesimale della produzione del magazine. È invece vero che ho partecipato ad alcuni eventi pubblici sulla Siria organizzati da Cianfrini in qualità di moderatore. E che degli stessi Frontiere sia stata media partner. Ciò succede quasi sempre quando qualcuno della nostra redazione partecipa a convegni, festival ed eventi di altro genere. Non ci pentiamo di aver preso parte a tali manifestazioni, dove la qualità dei dibattiti e dei relatori è sempre stata alta, ma inevitabilmente guardiamo a quei giorni con rabbia e dolore.

Concludo questo post chiedendovi scusa. Il nostro compito è quello di preservarvi e di offrirvi letture autentiche. Con gli articoli di Stefania Cianfrini alias Tytty Cherasien abbiamo fallito e ne siamo addolorati.


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