Grazie a lei l’Albania si è guadagnata per la prima volta una medaglia ai Campionati Europei di atletica leggera. Ma il governo non investe sullo sport, e la campionessa è costretta ad allenarsi per le Olimpiadi di Rio sull’affollatissimo lungolago di Tirana
Lei è Luiza.
Io e Luiza abbiamo una cosa in comune, andiamo tutti e due a correre, lei sul lungolago di Tirana, mentre io lo faccio lungo il fiume Arno in Toscana.
A dire il vero, spesso salto la corsa pomeridiana o serale, mi lamento sempre di non farcela, del caldo, della stanchezza ecc, mentre Luiza no, Luiza corre, corre in mezzo alla gente.
Sì, perchè Luiza è una vera campionessa della corsa, una di quelle che ci fa emozionare e di cui ci si vanta quando la vediamo con la medaglia al collo e la bandiera dietro le spalle.
Ecco, è quello che Luiza ha fatto qualche giorno fa, quando per la prima volta ha fatto volare in alto l’aquila bicipite albanese, talmente in alto fino a raggiungere il tetto dell’Europa. L’Albania per la prima volta, grazie al secondo posto di Luiza, è riuscita a guadagnarsi una medaglia ai Campionati Europei.
Ad Amsterdam, dove si è tenuto il Campionato Europeo di Atletica Leggera, Luiza dopo aver tenuto testa fino all’ultimo giro alla tedesca Krause, si è vista sfuggire per un soffio la medaglia d’oro, guadagnandosi comunque quella d’argento.
Questo risultato straordinario e questa medaglia significano molto per la campionessa albanese, la quale non è stata supportata dalla nazionale del suo paese, tanto che ha dovuto preparare le gare allenandosi correndo sull’affollato lungolago di Tirana, tra le persone che si gustavano un aperitivo e un gelato in queste giornate afose d’estate.
A differenza della nazionale di calcio albanese, che per la prima volta ha partecipato agli Europei e nonostante l’avventura sia finita con l’eliminazione sono stati accolti da eroi girando tra le vie della capitale a bordo di un autobus scoperto, per la vice campionessa d’Europa non si è mosso nessun alto funzionario del governo per accoglierla all’aeroporto, tanto che ad accompagnarla a Tirana una volta atterrata ci hanno pensato gli amici e i parenti altro che autobus scoperto.
Luiza non ha avuto e forse non avrà la gloria che si merita, ma sono sicuro che la sua voglia di rivincita e la voglia di superarsi la porteranno in alto anche ai prossimi Giochi Olimpici di Rio.
P.S. Certo, sarebbe tutto più semplice se gli fosse data la possibilità di allenarsi in una pista e non in mezzo al traffico caotico di Tirana, sarebbe tutto molto più semplice se lo Stato destinasse qualche migliaio di euro a questi campioni che guadagnano una miseria e sembra che facciano tutto per hobby, sarebbe molto più semplice se anche lei avesse a suo fianco uno staff composto da massaggiatori, nutrizionisti, medici, fisioterapisti ecc.
Profilo dell'autore
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Odio ripetere il mio nome due volte quando mi presento agli altri, come odio rispondere a chi mi domandano se mi trovo meglio in Italia o in Albania. Io mi sento un italiano albanese a Firenze, ed un albanese italiano a Tirana.
Tra le varie collaborazioni in Italia ed in Albania c'è anche quella con ToscanaTv. All'interno del programma "Toscana senza frontiere" riporto la bella faccia dell'immigrazione, attraverso reportage e interviste da me realizzate.
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