La maggior parte della nostra musica etiope si basa su cinque note [pentatoniche]. Quello che ho fatto è stato fondere i cinque toni con 12 toni. Per molti anni ho avuto modo di sperimentare, e più lo faccio più diventa complesso. [Mulatu Astatke]
New Orleans è indiscutibilmente vista come il luogo di nascita del jazz, dove gli schiavi africani crearono una musica innovativa che fonde elementi africani con tradizioni occidentali. Nel XX secolo il jazz (e le successive forme musicali afro come soul, funk e rumba cubana) ha ri-attraversato l’Atlantico, prima attraverso le registrazioni e poi grazie agli artisti in tour. Lì, i musicisti africani ne hanno immediatamente riconosciuto le radici, adattato alcuni sound, alterato altri e, nel processo, creato forme musicali interamente nuove.
In Etiopia uno dei primi grandi musicisti a gettare le basi per l’ethio-jazz fu Nerses Nalbandian. La sua famiglia fuggì dal genocidio armeno in Turchia e si stabilì in Etiopia, dove Nalbandi sarebbe diventato leader di molti musicisti fiorenti dell’ethio-jazz degli anni Cinquanta.
Da molti accreditato come il più grande innovatore ed esportatore di ethio-jazz, Mulatu Astatke nacque nel 1943 a Jimma, Etiopia. Trasferitosi in Galles alla fine degli anni Cinquanta per studiare ingegneria, con il dispiacere dei suoi genitori cominciò a nutrire un interesse per la musica. In primo luogo studiò musica classica occidentale, per poi andare al Boston Berklee College of Music e studiare jazz. Lì Astatke portò la fusione tra la musica popolare etiope tradizionale e il jazz americano ad un nuovo livello. Astatke ha spiegato le sue radici alla BBC: “Nel sud ci sono tribù chiamate derashà. Sono circondate da persone che suonano musica a cinque toni, ma hanno creato una scala diminuita di 12 toni. Le scale diminuite sono molto importanti nella musica jazz, in particolare per l’improvvisazione. Sappiamo come Charlie Parker si avvicinò alle scale diminuite così come Claude Debussy e Bach. Ma nella mia mente la questione è sempre: chi arrivò prima alla scala, queste persone o le tribù derashà?”
Alla fine degli anni Sessanta, Astatke decise di tornare in Etiopia per coltivare l’ethio-jazz nella sua patria. In un primo momento, il suo folk-jazz basato sul vibrafono era considerato non ortodosso. Tuttavia, nel giro di qualche anno ha trasformato la capitale, che ha iniziato ad essere conosciuta come Swinging Addis. Il periodo a cavallo tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta è conosciuto come il momento d’oro di Addis Abeba, innumerevoli orchestre jazz ed ensemble prosperavano in città, guidate dalle innovazioni di Mulatu Astatke e dallo straordinario sassofonista Getatchew Mekuria. Addis Abeba era al culmine della sua espressione musicale nel 1973, quando la leggenda del jazz americano Duke Ellington venne in città per suonare insieme a Mulatu Astatke.
Gran parte della scena jazz etiope crollò l’anno successivo, nel 1974, quando una giunta militare filo-sovietica conosciuto come il Derg ha rovesciato il governo. Le conseguenze del colpo di stato e il successivo “terrore rosso” furono profonde. Lasciò in eredità decine di migliaia di morti e un coprifuoco militare che praticamente distrusse la fiorente scena musicale.
Quando l’Unione Sovietica implose, nel 1991, il Derg perse il suo sostegno e venne successivamente rovesciato. Il decennio successivo vide una rinascita etiope. La democrazia in erba divenne rapidamente una casa fiorente di creatività musicale. Il jazz etiope raggiunse un nuovo pubblico planetario attraverso l’emissione di cd che comprendevano la serie Ethiopiques e diversi album Rough Guide. L’accattivante colonna sonora composta da Astatke per il film Broken Flowers di Jim Jarmusch (2005) ha portato l’ethio-jazz verso un pubblico ancora più ampio. Oggi Astatke è ancora attivo e la sua creatività ha ispirato una nuova generazione di artisti in Etiopia, Europa, Nord America.
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