di Brian Mittendorf*
Per tutta la campagna presidenziale si è discusso molto delle ong legate alla famiglia Clinton. Sono state accusate di aver sprecato fondi, di aver fornito ai donatori un “accesso speciale” al Dipartimento di Stato e persino di aver funto da “salvadanaio” personale della famiglia Clinton. In seguito a queste pesanti accuse, la Fondazione ha dichiarato che diventerà un’organizzazione indipendente nel caso in cui Hillary Clinton dovesse essere eletta presidente.
Il controllo degli enti di beneficienza dei Clinton è stato esteso anche alle – ben più piccole – fondazioni facenti capo a Trump. Il Procuratore Generale di New York ha appena annunciato una nuova indagine e il Washington Post ha dedicato ai fondi del tycoon lo speciale “How Donald Trump retooled his charity to spend other people’s money“.
Da ricercatore che si occupa principalmente di finanza delle no-profit, non sono abituato a vedere tanto interesse riguardo alle fonti e all’utilizzo dei fondi di ong e fondazioni. Sebbene vi venga spesso sovrapposto del puro rancore politico, l’interesse pubblico nelle no-profit della famiglia Clinton può fornire l’opportunità di guardare attentamente a ciò che realmente sono, cosa fanno e come usano il loro denaro.
Le informazioni sul funzionamento interno di queste organizzazioni sono riservate, ma almeno, per fortuna, abbiamo accesso ad alcuni dati finanziari pubblici che possono aiutarci a rispondere a queste domande. Come vedremo, le risposte rivelano un’organizzazione interessante e complessa che può giustificare le critiche, pur meritando credito per le ambizioni e l’innovazione.
In che cosa consiste la beneficenza della famiglia Clinton?
Iniziamo con le organizzazioni che costituiscono la rete di enti di beneficenza dei Clinton. La prima è la Clinton Family Foundation, istituita nel 2001 come fondazione privata per gestire le donazioni personali della famiglia, pur non esercitando alcuna attività benefica in autonomia.
Agisce come qualsiasi altra fondazione privata a cui la famiglia fa donazioni, e l’organizzazione (nel tempo) eroga fondi per azioni di beneficenza pubblica.
Dal 2010 al 2014 i Clinton hanno dato 10,2 milioni di dollari del loro reddito alla fondazione, che nello stesso periodo ha erogato 9,8 milioni di dollari in beneficenza. Di questi, 2,86 milioni (il 29 per cento) sono andati a iniziative legate alla Bill, Hillary & Chelsea Clinton Foundation, il loro principale ente caritatevole, che hanno fondato nel 1998. I rimanenti 6,96 milioni sono andati a una varietà di attività di beneficenza, sia locali che nazionali, finalizzate a varie cause che vanno dalla scuola alla sanità e l’ambiente.
La Bill, Hillary & Chelsea Clinton Foundation è essenzialmente l’organizzazione “madre” di varie iniziative e diramazioni, alcune delle quali sono state (a volte) giuridicamente distinte pur rimanendo controllate dalla capofila. Questo gruppo di organizzazioni, che comprende la Clinton Global Initiative (CGI), la Clinton Salute Access Initiative (CHAI) e la Clinton Giustra Enterprise Partnership (CGEP), viene collettivamente chiamato the Clinton Foundation.
Le numerose iniziative riflettono gli obiettivi ampi e spesso mutevoli dell’organizzazione, di cui discuteremo dopo.
Quindi che cosa fa la Fondazione Clinton?
Le attività della Clinton Foundation sono fonte di molte idee sbagliate, il che è comprensibile data la loro vasta gamma.
Per cominciare, è importante sottolineare che la Clinton Foundation (a differenza della Family Foundation) è una organizzazione caritatevole attiva, il che significa che: 1) si basa in maniera sostanziale sulle donazioni pubbliche e 2) non agisce primariamente per erogare fondi ad altri enti di beneficenza, ma piuttosto si impegna in servizi diretti on-the-ground.
Il primo punto è degno di nota perché la donazione personale dei Clinton di circa 2,86 milioni di dollari alla fondazione rappresentano solo lo 0,4 per cento degli 807 milioni di dollari raccolti dal 2010 al 2014.
Altri finanziatori sono individui (come il co-fondatore di Gateway Theodore W. Waitt e l’ex campione di Formula Uno Michael Schumacher), fondazioni (Gates e Rockefeller), imprese (Coca-Cola e Barclays) e persino i governi stranieri (Norvegia, Australia e Arabia Saudita).
Ciò è importante anche perché il fatto di sollecitare donazioni da tanti individui ed entità – alcuni dei quali hanno rapporti personali con i Clinton o interessi diretti negli affari del Dipartimento di Stato – ha alimentato molte critiche verso l’organizzazione.
Il secondo punto è importante perché alcuni politici rivali hanno utilizzato la bassa percentuale di donazioni e sovvenzioni che essa destina ad altri enti di beneficenza come prova che spende poco in opere di carità. In questo caso, tuttavia, la parte da leone nelle uscite dell’organizzazione è quella delle attività on-the-ground. La ricerca che ho condotto con un collega dimostra che questo può effettivamente essere un indicatore di una maggiore efficacia rispetto alle sole sovvenzioni.
Alcune delle attività più importanti della Fondazione – e in cui gran parte del suo denaro viene speso – è gestita dalle tre organizzazioni che ho menzionato prima.
La Clinton Health Access Initiative è stata a lungo la più grande delle iniziative dell’organizzazione ed ora è gestita come un’entità legale separata. Sebbene la fondazione attualmente ne mantenga il controllo nominando la maggioranza del consiglio di amministrazione, lo scorso 14 settembre ha promesso che se la Clinton vincesse le elezioni di novembre annullerebbe questo collegamento.
La CHAI ha lavorato per garantire farmaci e altre forniture per la distribuzione a prezzi scontati così come per aumentare le opportunità di assistenza sanitaria in oltre 70 paesi, tra cui India, Sud Africa, Vietnam e Zimbabwe.
La Clinton Global Initiative rappresenta il programma più innovativo e allo stesso tempo più controverso dell’organizzazione. La CGI serve ad abbinare gli individui e le organizzazioni che intendono investire in progetti mirati verso obiettivi pubblici chiave ad enti di beneficenza e imprese in cerca di finanziamenti per le loro attività. Come, ad esempio, finanziare i prestiti per imprenditori disabili veterani di guerra o provvedere il denaro per le cliniche di piccoli villaggi in Cina.
In un certo senso, la CGI svolge un ruolo simile a Uber nel fornire una piattaforma per facilitare un incontro reciprocamente vantaggioso. In questo caso, l’incontro ha lo scopo di garantire i fondi per raggiungere obiettivi sociali. Come per Uber, quest’approccio ha il potenziale di accelerare l’attività (come evidenziato dalle centinaia di milioni di dollari di impegni della CGI nel solo 2015). Inoltre, come Uber, l’organizzazione ha dovuto affrontare la sfida di vagliare le parti per farle corrispondere (come evidenziato dalle preoccupazioni sull’assicurare finanziamenti per una impresa a scopo di lucro gestita da amici dei Clinton).
Anche la Clinton Giustra Enterprise Partnership è sia lodata sia criticata per la sua unicità. Grazie al finanziamento del miliardario canadese Frank Giustra e alle collaborazioni con il miliardario messicano Carlos Slim, la CGEP rappresenta un modello ibrido che fornisce capitale a imprese, molte delle qualia scopo di lucro, che cercano di raggiungere gli obiettivi della Fondazione Clinton.
Sfumando i confini tra profit e attività senza scopo di lucro, la CGEP è in prima linea nel cercare nuovi modi per ottenere bene sociale (in questo ambito la Chan Zuckerberg Initiative è un altra notevole nuova arrivata). Eppure, il suo approccio, sia in termini di fonti di finanziamento che di uso dello stesso, sottopone l’organizzazione a diverse critiche.
Gli altri impegni on-the-ground della Fondazione Clinton vanno dall’aiutare le scuole a sviluppare e fornire alternative alimentari sane (Alliance for a Healthier Generation) e assistenza agricola ed economica nei paesi in via di sviluppo (Clinton Development Initiative Clinton) al sostegno al Centro presidenziale Clinton in Arkansas.
Insieme alla CHAI, molte delle altre iniziative della Fondazione subiranno probabilmente delle scissioni o verranno eliminate se Clinton venisse eletta presidente.
Come spende i soldi la Fondazione Clinton?
L’ultima area di comune fraintendimento è quella legata al come vengono spesi i fondi dell’organizzazione.
Per rispondere al meglio a questa domanda, bisogna vedere i bilanci sottoposti a revisione, che consolidano le attività di tutti i soggetti che compongono la Fondazione Clinton.
Per contestualizzare è necessario prendere in considerazione le dimensioni dell’organizzazione. Nel 2014, la Fondazione Clinton ha avuto spese per 250 milioni di dollari, meno della “collega” Carter Center (332 milioni), ma molto di più della Donald J. Trump Foundation, che ha speso 597.000 dollari nell’ultimo anno.
Per capire dove sono andati questi fondi, la prima cosa da notare è dove non vengono spesi i soldi: nelle spese generali. Nelle ultime revisioni di bilancio, la Fondazione Clinton ha riferito di spendere l’87,2 per cento per progetti e servizi, il che significa che il 12,8 per cento sono “spese generali” (costi amministrativi e di raccolta fondi). Anche se non è l’arbitro finale di efficacia, tale elemento è ben al di sopra della forbice che va dal 65 al 75 per cento della spesa per i progetti, spesso suggerita come regola empirica.
La Clinton Health Access Initiative da sola (143 milioni di dollari) rappresenta quasi i due terzi di tutta la spesa del programma. Non è una proprio una sorpresa, dato la salute globale è un punto focale dell’organizzazione da molto tempo. Il resto va alla Global Initiative (11 per cento), alla Giustra Enterprise Partnership (3 per cento) e a una varietà di altri progetti.
Questo ci dice dove va il denaro in termine di distribuzione tra obiettivi diversi, ma un’altra questione chiave è capire in cosa viene utilizzato il denaro nello specifico. Mentre alcuni possono pensare che attività on-the-ground significhi forniture e aiuti in denaro, in realtà le organizzazioni caritative spendono gran parte del proprio denaro in lavoro, incontri e viaggi. La Fondazione Clinton non fa eccezione, visto che lavoro, meeting e viaggi rappresentano rispettivamente il 37, il 12 per cento e l’8 per cento della spesa del programma.
Valutare la beneficenza
Allora, dove ci porta tutto questo?
Chiaramente la Fondazione Clinton è una organizzazione complessa che fa una grande varietà di attività caritative, è finanziata da molti individui e organizzazioni e spende la maggior parte del suo denaro su programmi e iniziative in grado di soddisfare i suoi obiettivi. Detto questo, le scelte su dove spendere i soldi nello specifico sono criticabili; bisogna chiedersi se le risorse dei donatori vengano o meno utilizzate al meglio. Una domanda difficile per la quale i bilanci non sono sufficientemente dettagliati per rispondere (ed è qualcosa che riguarda internamente tutte le associazioni di beneficenza).
Eppure, essendo focalizzata sullo sviluppo di rapporti con i finanziatori e i governi partner, offrendo formazione e assistenza on-the-ground e convocando riunioni con i finanziatori suggeriscono che il lavoro, i viaggi e le spese per gli incontri dovrebbero essere una componente fondamentale di qualsiasi ente caritatevole. E a tal proposito, la spesa della Clinton Foundation si presenta come ci si può aspettare, considerati i suoi metodi e gli obiettivi.
Queste sono cose che vanno tenute a mente la prossima volta che si leggerà un titolo sulla Fondazione Clinton.
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