Studenti sotto il bersaglio di Obama

di Waqas Mirza*, trad. di annamaria bianco

Mentre i giorni dell’Amministrazione Obama volgono al termine e sui social media si condividono  tenere foto e video del Presidente in compagnia di bambini, eccovi uno sguardo più attento ad alcune delle eredità politiche della sua amministrazione quando si parla invece di ragazzi musulmani.

Quasi quindici anni di guerra al terrorismo possono forse non aver portato ad una considerevole diminuzione dei gruppi terroristici, ma hanno indubbiamente permesso al governo statunitense di uscirsene con delle trovate geniali su come contrastarli. Come quando il Dipartimento di Stato ha speso milioni di dollari per inviare dei troll agli account twitter dell’ISIS tramite la Divisione del CSCC (Center for Strategic Counterterrorism Communications).  All’inizio di quest’anno, lo stesso Dipartimento ha stanziato 1,5 milioni di dollari per produrre una “serie televisiva” volta a “contrastare l’estremismo violento tra i giovani nella società afgana contemporanea”.

Una delle trovate più recenti, tuttavia, è più spaventosa che divertente. La strategia del FBI per prevenire l’estremismo violento nelle scuole punta a reclutare insegnanti e funzionari scolastici per monitorare segni di radicalizzazione fra gli studenti. I criteri per stabilire cosa sia indice di radicalizzazione potrebbero, al tempo stesso, facilitare la nascita di una criminologia razziale e religiosa oltre ad essere utilizzati per reprimere il dissenso politico. Difatti, questi includono chi critica le politiche del governo statunitense, chi ha delle preoccupazioni circa la “corruzione occidentale”, chi utilizza parole in codice o parla una lingua insolita e viaggia verso Paesi  “sospetti”.  Viene inoltre da essi rafforzata la falsa convinzione che vi siano indicatori affidabili per prevedere chi possa diventare un estremista violento.

La strategia del FBI è stata immediatamente criticata: istruirebbe gli insegnanti ad “agire come marionette della legge federale” e userebbe la minaccia del terrorismo per “giustificare un apparato di sorveglianza di massa.” Una coalizione di 14 organizzazioni per le libertà civili ha fatto notare al direttore del FBI James Comey che la loro strategia “perpetua il negativo stereotipo che Arabi, sikh, sud-asiatici, musulmani e coloro percepiti come tali siano inclini a commettere atti di violenza estremista…”

Gli studenti musulmani affrontano già abusi e bullismo nelle scuole e la strategia del FBI può aggravare questa tendenza. In uno studio pubblicato lo scorso anno, il ramo californiano del Council on American-Islamic Relations (CAIR-CA) ha riferito che il 55% degli studenti musulmani americani da loro intervistati ha ammesso di essere soggetto ad “una qualche forma di bullismo sulla base dell’identità religiosa”, un tasso due volte più alto della media nazionale.

Oltre alla minaccia di bullismo, la strategia del FBI compromettere anche la fiducia che gli insegnanti si sforzano di guadagnarsi fra gli studenti, nonché i loro tentativi di incoraggiare il pensiero originale e creativo nei loro allievi. Come il membro del Congresso Bennie G. Thompson (D-MS) ha messo in guardia in una lettera al procuratore generale Loretta Lynch, coinvolgere degli insegnanti nella strategia del FBI può “raffreddare i rapporti con gli studenti o, peraltro, minare l’ambiente di supporto all’apprendimento“.

Queste preoccupazioni non sono solo teoriche. La strategia del FBI è modellata sul violento programma di Contrasto all’estremismo violento(CVE) del Regno Unito, noto con il nome di Prevent. Da quando il  Parlamento britannico ha approvato la Legge sull’antiterrorismo e sulla sicurezza (Counter-Terrorism and Security Act) nel 2015, i lavoratori del settore pubblico, come gli insegnanti e i medici hanno, il dovere legale di identificare studenti e pazienti a rischio di estremismo violento e segnalarli a Channel, il programma di de-radicalizzazione del governo. Alcuni rapporti recenti su Prevent illustrano i problemi a cui va verosimilmente incontro la strategia del FBI ed il suo possibile impatto su studenti e insegnanti.

Un sondaggio effettuato dal Children and Family Court Advisory and Support Service (CAFCASS) fra 507 lavoratori del settore pubblicato ha rilevato che oltre il 40% di questi non si sentiva “in grado di valutare la vulnerabilità di un individuo ad essere cooptato dal terrorismo.” Ciò non si risulta affatto sconvolgente dal momento che gli studi accademici suggeriscono la non esistenza di indicatori affidabili per prevedere chi possa trasformarsi in un estremista violento. Una successiva analisi di CAFCASS di 54 casi giudiziari relativi alla radicalizzazione in ambito familiare ha confermato che “non è possibile creare un profilo di bambini a rischio di Radicali[z]zione.”

Questa metodologia viziata ha provocato alcuni effetti perniciosi, come delineato da un recente rapporto di Rights Watch UK. Il rapporto ha valutato che Prevent stigmatizza gli studenti musulmani, soffoca la creatività e la libertà di espressione, interferisce con il diritto all’istruzione, mina la privacy, e può effettivamente promuovere l’estremismo che cerca di frenare.

Alcuni esempi evidenziati dal rapporto forniscono una vera e propria fotografia degli effetti che Prevent ha avuto sugli studenti. Un bambino di otto anni della zona est di Londra è stato segnalato ai servizi sociali per aver indossato una maglietta con le parole: “Voglio essere come Abu Bakr al-Siddique” (considerato uno dei primi convertiti all’Islam ed il primo califfo dopo la morte di Maometto).  Un diciassettenne nel nord mè stato interrogato da un “agente speciale” responsabile di Prevent nelle scuole per aver “distribuito volantini … che richiamavano l’attenzione sull’emergenza umanitaria a Gaza e la mancanza di acqua.” Il ragazzo è stato ulteriormente interrogato da due agenti di polizia che lo ha informato che erano “alla ricerca soltanto di alcuni tipi di musulmani”.

Il caso che ha fatto maggior scalpore è forse quello di uno studente di 16 anni dello Hampshire con delle difficoltà di apprendimento segnalato a Prevent per aver preso in prestito un libro sul terrorismo dalla biblioteca della scuola. Comprensibilmente, la madre del bambino è andata su tutte le furie. In un’intervista con Rights Watch UK, ha fatto la domanda più ovvia: “Se ad un ragazzo non è permesso di prendere un libro da una biblioteca e leggerlo, che cosa lo tengono a fare lì? Se questo libro è in una biblioteca ogni studente può andare a leggerlo, poi se lui non può leggerlo, allora chi ha il permesso di farlo? “

Come è prevedibile, gli studenti musulmani sono sproporzionatamente presi di mira dai funzionari della scuola e del Governo coinvolti in Prevent. Secondo i dati più recenti, come osserva il rapporto, il 57,4% delle persone segnalate era musulmana, nonostante i musulmani costituiscano solo il 4,8% della popolazione del Regno Unito.

Senza mezzi termini, il rapporto ha concluso che il governo del Regno Unito ha bisogno di abolire Prevent e di fornire “un risarcimento a quei bambini e alle famiglie danneggiate dalla strategia.”

Non vi sono motivi per ritenere che i risultati della strategia del FBI saranno diversi.

Altrettanto allarmanti sono le versioni localizzate delle strategie condotte sotto l’egida del Contrasto all’Estremismo Violento (CVE). Il ramo del CVE di Boston, per esempio, insiste sulla necessità di una valutazione del comportamento degli studenti dalla scuola materna fino al college. Secondo i documenti pubblicati attraverso una richiesta del Freedom of Information Act, gli studenti a della contea del Montgomery, in Maryland, possono essere identificati come vulnerabili all’estremismo semplicemente per l’esposizione di segni di stress, alienazione, e la nostalgia di casa.

Nel Regno Unito, Prevent ha già affrontato la resistenza dei gruppi della comunità. L’Unione nazionale degli studenti ha attaccato la strategia per il presupposto che “tutti gli studenti musulmani sono ritenuti sospetti salvo  prova del contrario.” Alla loro conferenza annuale, l’Unione nazionale degli insegnanti ha votato in massa per passare una mozione d’opposizione a Prevent.

Anche negli Stati Uniti vi è una crescente opposizione alla strategia del FBI, guidata dai gruppi per i diritti civili e quelli musulmani. La Federazione Americana degli Insegnanti ha recentemente aderito alla protesta. In una lettera aperta al direttore dell’FBI James Comey si è schierata contro”l’aumento della vigilanza ideologica e degli sforzi di sorveglianza “, che “avranno un effetto raggelante sulla nostre scuole e comunità di immigrati, mettendo a repentaglio il senso di sicurezza e il benessere dei bambini, e minacceranno la sicurezza e il senso di fiducia di intere comunità “.

Nonostante l’obiezione di educatori, gruppi per le libertà civili, e organizzazioni musulmane, l’FBI sta procedendo con la sua strategia, sovvertendo le funzioni primarie delle scuole che sta trasformando in “stati di mini-sorveglianza.” Alienare gli studenti e trattarli come sospettati  è come incoraggiare l’estremismo violento, piuttosto che sfidarlo.


*Su gentile concessione di Muslim Matters


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