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Piano Prawer, Israele verso l’espulsione di 40mila beduini arabi del Negev

Con 43 voti a favore e 40 contro, il 24 giugno il Knesset israeliano ha dato il primo via libera al cosiddetto Prawer Plan, un piano discriminatorio che prevede la confisca dei territori arabi beduini nel Negev (Naqab), il trasferimento coatto di 40.000 beduini del deserto e la demolizione di 36 villaggi in cambio di risarcimenti (leggi il testo completo). Si tratta di una vera e propria deportazione della comunità beduina verso moderne baraccopoli, agglomerati urbani che porterebbero certamente alla fine del tradizionale stile di vita beduino. I risarcimenti previsti dal governo sono irrisorie somme di denaro che non solo non basterebbero a dare sostentamento in città alle famiglie che vivono nell’area del deserto, ma ucciderebbe definitivamente lo stile di vita beduino, fatto di pastorizia e agricoltura. I beduini che…
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Dichiarazione Balfour, i 100 anni del documento coloniale più discusso di sempre

Le radici del conflitto Israelo-palestinese hanno origini remote; alcune correnti storiografiche contemporanee vorrebbero ricondurle al 1948 (per Israele anno della liberazione nazionale; per i Palestinesi della Nakba, tragedia) eludendo le responsabilità esterne. La situazione che, infatti, permise la crescita e lo sviluppo di tale conflitto, va ricercata a molti chilometri di distanza, lontano dai paesaggi desertici del Negev e dalla cittadella fortificata di Gerusalemme. Il 2 novembre 1917 in una ridente isola europea, tra i salotti della Camera dei Lords, un giovane e promettente nobile inglese, Lord J. Balfour, tenne un discorso che sarebbe passato alla storia come scintilla primordiale del secolare focolare bellico. Tale documento, che impegnava pubblicamente la corona britannica nella ricostruzione della casa nazionale ebraica in Palestina, lungi dal rappresentare un mero appoggio diplomatico, celava intenzioni e…
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Essere rifugiati in Israele. Tra prigioni nel deserto e discriminazioni religiose

Nel cuore del deserto del Negev, circondato da chilometri di aridità e siccità, sorge il Centro di Detenzione Holot per richiedenti asilo. Maawiya Mohammed Adam, un sudanese di 28 anni che è entrato in Israele nel 2008 per fuggire dalla guerra civile del proprio paese, è stato detenuto a Holot per gli scorsi sei mesi. "Per i non ebrei", dice Adam, "cercare asilo nello Stato Ebraico è una cattiva idea". “Se io fossi stato un ebreo, ora starei in ottime condizioni e Israele mi riconoscerebbe lo status che merito. Ma siccome sono musulmano e nero, la mia sorte è sofferenza", ha dichiarato Adam a Yermi Brenner di Mint Press News. Si trova ora all'esterno di Holot, sotto il torrido sole estivo. "Israele si preoccupa di non avere musulmani e persone di colore…
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Cartoline dalla Palestina prima della Nakba

Dal 15 maggio 1948 la popolazione palestinese ha subito un esodo senza precedenti, a seguito della dichiarazione di indipendenza dello Stato di Israele (nato all'indomani della fine del mandato britannico sulla Palestina). Questo evento viene rievocato annualmente nel ricordo della "Nakba", in arabo "catastrofe". Gli arabi espulsi dalle proprie terre sono stati oltre 700mila. Ai discendenti viene negato ancora oggi il diritto al ritorno: circa 4.250.000 persone non possono mettere piede sulla terra dei propri padri. Ma com'era la vita nella Palestina prima della Nakba? Vi proponiamo una gallery (le cui foto sono state prese principalmente, ma non solo, da questa pagina). LEGGI ANCHE: Le bugie più diffuse sulla “questione palestinese”
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Jewish voice for peace: “In questa Hanukkah pensiamo ai beduini. Stop Prawer Plan!”

"In questa Hanukkah e in questo Giorno del Ringraziamento portate il Prawer Plan nei vostri momenti di condivisione. Educate i vostri amici e le vostre famiglie sull'imminente espropriazione di decine di migliaia di beduini dalle proprie case e dai propri villaggi nel Negev". Jewish voice for peace - un'organizzazione di ebrei statunitensi per la giustizia sociale e l'autodeterminazione dei popoli - ha alzato la voce contro la deportazione dei beduini del Negev e continua a farlo anche in occasione della "festa delle luci e dell'inaugurazione" il cui primo giorno, quest'anno, coincide con la Festa del ringraziamento. E proprio quest'ultima celebrazione fornisce un ulteriore spunto di riflessione: "Non permettere alla Storia di ripetersi di nuovo. Nel 1838", continua Jwfp in un file che vi consigliamo di visionare, "il Congresso ha votato per deportare 12mila Cherokee…
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