Terzo appuntamento con Il racconto del giovedì. Oggi leggeremo Occhiacci di legno, perché mi guardate? di Tahar Lamri. I banchi azzurri mi guardano. Mi gettano certe occhiate. Io conosco soltanto i banchi color legno, del mio paese, pieni di scritte che non bastavano mai a contenerci tutti. Eravamo in cinquanta, potevamo giocare a spintoni. Qui siamo dodici, tutti in fila ordinati. Chissà se un giorno potrò avere un amico con cui giocare. Sono così pochi i bambini qui. Questi banchi sono azzurri e non ci si può scrivere sopra. Sono lisci. Come tutto qui. Anche la faccia della maestra è liscia, sembra che il tempo non lascia segni né sui banchi né sulle facce. Sarà vero? Mah. Non si vedono i muri di questa classe, ci sono foto, scritte, disegni, bambole…
Continua l'appuntamento con Il racconto del giovedì. La settimana scorsa abbiamo conosciuto Omar, il protagonista di Tutti gli altri lo chiamano Omero. Oggi proponiamo, dello stesso scrittore Tahar Lamri, Foglio di Via. Sono arrivata qui, nella vostra bellissima città tre anni fa. Con il cuore colmo di speranza. Fu amore a prima vista. Ma in realtà il mio amore risale a tanto tempo fa. A quando i racconti sui vostri paesi sostituirono le favole serali da noi; quando vidi alcuni tornare dai vostri paesi con, sul viso, inconfondibili segni di baci della vostra civiltà, e imparai da loro a coniugare il verbo consumare. Lo so che non bisogna mai prendere le favole alla lettera, poiché si sa che l’immigrato non è altro che un turista cieco e sordomuto, che non…
Dopo la positiva esperienza dei quattro capitoli di "Come due stelle sul mare" di Carlotta Mismetti Capua, pubblicati a puntate, Frontiere News lancia un nuovo appuntamento fisso: Il racconto del giovedì. Ogni giovedì, infatti, condivideremo con i nostri lettori un racconto o un brano che ci ha particolarmente appassionato. Oggi vi proponiamo "Tutti gli altri lo chiamano Omero" di Tahar Lamri. Fra tutte le cose che mi potevano mancare del mio paese, in questo preciso istante, niente mi manca di più della voce del muezzin che culla le ore dall’alba al tramonto. Sento un dolore lancinante, sono trascinata dai capelli. Il mio sangue lascia strisce sul pavimento. Strisce parallele. Il corpo contuso, una miscela di pieno e di vuoto invade il mio corpo. Stranamente il mio respiro è calmo e…
Tahar Lamri, noto scrittore algerino (I sessanta nomi dell'amore), è tra gli organizzatori del Festival delle culture, dove è stato intervistato da Massimo Maravalli per Frontiere News. Molti i temi affrontati: dalla rivoluzione in generale, argomento portante del Festival stesso, alla figura di Vittorio Arrigoni, dal modello italiano di integrazione alla primavera araba, Tahar dà una panoramica ampia dei temi affrontati nei tre giorni della rassegna.
San Valentino sta diventando sempre più popolare nei paesi arabi e musulmani. Mi domando se anche per questa festa si dovrà accertarsi della luna (رؤية الهلال) e se ci sarà la solita diatriba chi festeggerà prima il Marocco o l'Arabia Saudita. Molti osteggiano la festa e dicono che non fa parte delle nostre tradizioni. Non è vero: la festa di San Valentino l'ha istituita un papa berbero (nato in Cabilia, nel cuore dell'attuale Algeria), detto l'ultimo papa africano, San Gelasio I. Il mio amico Karim dice: "Noi berberi, a parte il cous cous, abbiamo inventato solo cazzate". Non sono d'accordo, anche Sant'Agostino, un altro berbero, disse: "Ama e fa ciò che vuoi". I berberi sono fissati con l'amore. Si sa "per San Valentino fiorisce lo spino". Tahar Lamri