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Manifesto catalano contro la democrazia e la libertà

Meno di 24 ore. È quanto manca alla scadenza dell’ultimatum dato dal premier spagnolo Mariano Rajoy al presidente catalano, Carles Puigdemont, per chiarire se con la dichiarazione rilasciata il 10 ottobre è stata effettivamente proclamata l’indipendenza della Catalogna. Indipendenza che, per Puigdemont, è stata conquistata dai catalani con il voto espresso il 1 ottobre, violentemente ostacolato dalla Guardia Civil spagnola e che, ad oggi, non trova unanime consenso neanche nella società catalana, divisa non solo tra fervidi sostenitori dell’indipendentismo e della dipendenza dal governo centrale di Madrid, ma anche in chi sostiene la necessità di processo di negoziazione più strutturato e più lungo, più consensuale. Si tratta di “diritto a sapere”, ancora prima di “diritto a decidere”, scrive l’antropologo Josep Arrandiz García, che, attualmente, svolge un progetto di ricerca sull’identità…
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Romania, la notte della politica è l’alba della democrazia

DI NICU BUCULEI lle elezioni parlamentari, nel dicembre scorso, la Romania ha avuto il suo momento “Brexit”. Oppure, se preferite, chiamatelo “momento Trump”. O addirittura peggio. Il Partito Social Democratico (PSD), profondamente radicato nel vecchio regime comunista, alleato del suo satellite ALDE, ha ottenuto una vittoria con largo margine, divulgando un programma politico populista e irrealistico. Tuttavia, la questione in oggetto non ruota intorno al populismo o alle politiche economiche, ma piuttosto alle questioni penali del partito. Molti dei loro rappresentanti di spicco hanno problemi legali: alcuni sono sotto indagine per reati di corruzione e verso altri sono state indette cause, ancora in corso, per gli stessi motivi. Il problema raggiunge la cima stessa del partito: Liviu Dragnea, presidente del PSD, è stato riconosciuto colpevole di frode elettorale ed è stato quindi…
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In fuga dal Gambia, con il sogno tradito della democrazia

di Raúl Zecca Castel* Se si dovesse scrivere la storia di una nazione come il Gambia tenendo conto unicamente del suo periodo libero e democratico, questa si ridurrebbe a una parentesi di soli trent’anni. Colonia inglese fino al 1965, anno in cui ottenne l’indipendenza, il Gambia fu guidato da Dawda Jawarà fino al 1994, quando un brutale colpo di stato mise fine all’unico governo democraticamente eletto del paese. Da allora, questo piccolo fazzoletto di terra dell’Africa occidentale incuneato nel Senegal, è sempre stato nelle mani di uno tra i dittatori più feroci e sanguinari del mondo: Yahya Jammeh. Il suo regime liberticida si è contraddistinto per le crescenti persecuzioni politiche, religiose, etniche ed omofobe, cui hanno fatto seguito innumerevoli arresti, giudizi sommari, sparizioni forzate, torture ed omicidi. Il tutto in un…
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Costruire la democrazia in Burundi, una lezione (anche) per l’Europa

di Giovanni Gugg Da oltre 40 giorni in Burundi, un piccolo Paese nel cuore dell'Africa, sono in corso manifestazioni di protesta per difendere la Costituzione e la democrazia: il presidente uscente, Pierre Nkurunziza, ha annunciato di candidarsi per un terzo mandato. Questa possibilità è esclusa dagli Accordi di Arusha del 2000: da qui, dopo anni di massacri tra hutu e tutsi, sarebbe dovuta partire la pacificazione del Paese. In realtà il processo di pace si concluse formalmente solo nel 2005: sotto la supervisione di Unione Africana, Nazioni Unite e Unione Europea si svolsero elezioni a cui i vecchi partiti politici burundesi parteciparono riorganizzati con "quote etniche" e che si risolsero proprio con la nomina di Nkurunziza. Sebbene mai agli sconcertanti livelli degli anni Novanta, la violenza e le forzature, tuttavia, sono continuate,…
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“Libertà e democrazia”, gli egiziani romani contro il colpo di Stato

Yasser Arafa è uno dei leader del comitato “Libertà e Democrazia per l’Egitto” che con Khaled Ismail mi ha ospitato nel suo garage per parlare di quello che sta accedendo in Egitto. Sono anni che ormai vivono e lavorano a Roma, ma da un anno sono attivi sia a Roma che a Milano con il loro comitato e le loro iniziative antigolpiste. Intervista di Carlo Barberio Quando nasce ufficialmente il comitato? Il comitato “Libertà e Democrazia per l’Egitto” nasce ufficialmente il 27 luglio 2013 in seguito agli avvenimenti che hanno interessato l’Egitto negli ultimi mesi culminati con il rapimento e la destituzione del presidente Mohamed Morsi e l’ascesa al potere del regime militare di Abdel Fattah Al-Sisi. Il comitato da chi è formato? Tra i promotori del comitato vi sono uomini e donne italo-egiziani che credono nella libertà del popolo…
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