Così le lingue native resistono nel mondo di oggi
In una stanza dalle pareti bianche, un proiettore riflette due immagini: la prima raffigura una donna, immobilizzata da una corda, sotto una tenda; la seconda immortala la tenda vista dall’esterno. È il 2009, siamo al Western Front di Vancouver e stiamo guardando “mocikihtatan e-nehiyawiyak”, una performance e video installazione dell’artista cree e métis Cheryl L’Hirondelle, nata nella riserva indiana di Edmonton (Alberta, Canada). All’inizio la donna dondola lentamente al suono di un canto in lingua cree, e il dondolio appare come l’unica resistenza possibile. Dopo un po’, il corpo riacquista libertà. La voce della performer si unisce e si sovrappone…