Redazione

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Cosa resta della Baobab Experience

Cosa resta della Baobab Experience

di Marco Marano La notizia arrivava nella prima mattinata di venerdì 6 gennaio: intorno alle 2,30 l’ex centro di accoglienza per migranti Baobab, in via Cupa 5 a Roma, prendeva fuoco. Le fiamme coinvolgevano interamente i 1000 metri quadrati di quello che era stato l'unico punto di riferimento per i rifugiati in transito, mentre 300 metri quadrati di tetto, composto da legno e lamiere, crollava impietosamente. Una situazione disastrosa che fortunatamente non causava feriti o intossicati. Sul luogo accorrevano i vigili del fuoco e la polizia. Le operazioni di bonifica venivano completate alle 6,30. Le cause non sono state accertate…
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Bolivia, si infiammano le proteste contro la Dakar

Bolivia, si infiammano le proteste contro la Dakar

di Daniele Bordoli È il quarto anno che il rally Dakar attraversa la Bolivia, ma mai come quest’anno le polemiche e le proteste sono state così accese. Per il primo anno, infatti, la rassegna ha interessato non solo la zona del deserto di sale di Uyuni, ma tutta la Bolivia, entrando da Tupiza e tagliandola fino a Oruro e alla sede di governo La Paz, per poi ritornare in argentina proprio nei pressi del salar. E la vittoria dell’idolo di casa Walter Nosiglia (successivamente ritiratosi), su quad, nella prima tappa boliviana, ha acceso gli animi di appassionati e sostenitori della…
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Quando turchi, curdi e siriani diventano comunità

Quando turchi, curdi e siriani diventano comunità

Quasi casualmente, a Izmir è nato un centro sociale in cui migranti e locali hanno la stessa dignità e lavorano insieme per risolvere i problemi della città e per proporre nuove forme di socialità che sostituiscano lo sfruttamento dei minori e il razzismo, ormai imperante nella città turca. Abbiamo intervistato Ömer Selvi, uno dei fondatori di Kapılar, la cui storia è raccontata anche dal documentario Chasing the stars. Come è iniziato il progetto? Dal nulla (sorride). È stata semplicemente la decisione di due pazzi mentre pulivano una casa piena di immondizia, nel 2015. Era un locale sotto al laboratorio di un…
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Perché possiamo e dobbiamo dire addio alle baraccopoli rom

Perché possiamo e dobbiamo dire addio alle baraccopoli rom

di Associazione 21 luglio Dopo decenni di politiche discriminatorie e segnate dalla discriminazione abitativa, finalmente il Comune di Roma si va allineando ai principi sanciti dalla Strategia Nazionale di Inclusione dei rom e con queste premesse il 2017 potrà diventare l’anno della svolta per il superamento definitivo delle baraccopoli istituzionali della Capitale. A confermarlo è stata la recente Determinazione Dirigenziale del 21 dicembre 2016 che ha disposto la sospensione in autotutela di due Bandi di gara milionari, uno per l’affidamento dei servizi di gestione delle sei baraccopoli già esistenti, l’altro per il reperimento di una nuova area attrezzata per soli…
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Vita da profughi kosovari, 18 anni dopo

Vita da profughi kosovari, 18 anni dopo

Testo e foto di Michele Pasquale Il campo profughi situato nel quartiere Konik di Podgorica, Montenegro, non è facilmente visitabile. Si concordano con largo anticipo una o più giornate di visita con la Croce Rossa locale, è necessario essere introdotti all'interno da un operatore, non si possono ritrarre persone e situazioni senza esplicito consenso. Diviso in due parti principali, ospita circa 4000 rifugiati - in maggioranza rom ed egiziani - arrivati dopo la guerra in Kosovo del 1999. Nella sezione denominata Konik 1 si è arrivati gradualmente da 58 baracche ospitanti 1000 persone a nuovi edifici in muratura. «Da quel…
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