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Il battaglione dei nerd ucraini

di Joshua Evangelista per Lookout (gennaio-febbraio 2015) Oltre l’elegante quartiere Pechersk e l’NSK Olimijskyj - lo stadio che ha ospitato la finale di Euro 2012 - in un magazzino all’interno di un piccolo complesso industriale della periferia di Kiev, c’è un viavai di ingegneri, informatici e sviluppatori. Il Battaglione dei nerd, come l’ha ribattezzato la stampa locale, lavora senza sosta per fornire supporti tecnologici all’esercito regolare e ai paramilitari nazionalisti dislocati nel Donbass. Gratuitamente. “L’esercito è in balìa della corruzione, l’educazione militare è rimasta quasi del tutto invariata rispetto agli anni ‘60 e la tecnologia è così imbarazzante che in molti casi è praticamente impossibile connettere tra loro i battaglioni e individuare i nemici nascosti nelle foreste. Per questo, noi tecnici informatici ci siamo sentiti in dovere di mettere le nostre competenze a servizio della patria”, ci racconta Max, sviluppatore a capo di questo…
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Leopoli, casa dolce casa

Joshua Evangelista per Lookout di gennaio-febbraio 2015 La piazza intorno a Sant’Andrea è gremita di anziane, bambini e giovani coppiette. Nonostante sia impossibile trovare posto nell’ampia cattedrale rinascimentale, nessuno vuole perdersi il sermone del sabato e pregare (o piangere) per mariti, fratelli, fidanzati e padri arruolatisi volontariamente per combattere nelle regioni di Donetsk e Lugansk. Dopo l’omelia, il prete invita i fedeli a lasciare beni e soldi destinati a comprare elmetti, giubbotti antiproiettili, ginocchiere, divise e tutto ciò che può servire ai combattenti che vanno incontro al freddo inverno ucraino. Nella cattolicissima Leopoli il clero e le associazioni di credenti sono punti di raccordo fondamentali per le famiglie e per chi ha deciso di difendere i confini orientali del Paese. Amici dai tempi dei boyscout, ora molti giovani della città dedicano il loro tempo libero per la causa “patriottica”, come definiscono il loro attivismo. “Ma non chiamateci nazisti,…
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Nel cuore del nazionalismo ucraino

di Joshua Evangelista per Micromega“Scrivi per un giornale comunista?”. Alla sede di Kiev del Pravy Sektor è questa la domanda di rito fatta dai dirigenti prima di rilasciare una qualsivoglia intervista. Perché al Settore destro si guarda con sospetto ai media russi e occidentali “di sinistra”, che “dicono bugie su di noi e ci dipingono a tutti i costi come una formazione neonazista”.Proprio sul confutare l'etichetta di partito fascista è basata la gran parte della comunicazione politica del gruppo che, se funziona alla grande nell'Ucraina occidentale impegnata nell'edificazione di un nuovo nazionalismo che vada oltre i petroldollari degli oligarchi filorussi, vacilla all'esterno, dove azioni e dichiarazioni dei leader del movimento ricordano fin troppo bene le gesta di colleghi vicini al nostro background storico-politico.Ad esempio, fanno effetto le ronde antidroga di Odessa,…
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La guerra a due passi da casa

Dopo 10 minuti buoni di camminata ci troviamo di fronte ad una fabbrica abbandonata caratterizzata da un monotono colore grigio-nero, cavi metallici e gru ormai dismesse e inutilizzate. Nello spazio interno, tra prefabbricati, container e magazzini ci vivono 200 persone, 60 bambini in tutto di cui 4 disabili. Sono famiglie scappate da Slovyansk e Kramatorsk. Vivono in due ampie tende coi colori della bandiera: un blu intenso diviso a metà da una striscia orizzontale gialla. Dormono in un largo magazzino adibito a dormitorio. La parte sinistra per le famiglie, la destra per single, ragazzi/e o persone scappate sole dal conflitto. In una delle tende raccolgono vestiti, cibo in scatola e sono presenti numerosi tavolini per mangiare. Tantissimi volontari, anche giovanissimi portano ogni giorno degli aiuti … giochi per i bambini,…
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Dopo la Crimea il Kazakistan?

Con la riaffermazione della propria sovranità sulla Crimea, la Russia ha archiviato la linea seguita lungo il ventennio post-sovietico nelle relazioni con gli stati emersi dall’Urss. Il Kazakistan, che condivide con Mosca la più estesa linea di confine terrestre al mondo (circa 7000 km) è particolarmente chiamato in causa da tali sviluppi. Nel frattempo si è rianimato un potenziale irredentista nel nord che scuote le basi della convivenza interetnica interna e acuisce la lotta di fazioni interne suscitata dall’avvicinarsi dell’uscita di scena del presidente Nazarbaev. La complicata situazione kazaka è analizzata nel saggio di Fabrizio Vielmini Dopo la Crimea il Kazakistan? pubblicato all'interno di Oltre la Crimea: Russia contro Europa? Il volume, curato da Aldo Ferrari per l'Ispi, si avvale della collaborazione tecnica della Cooperativa Frontiere. Di seguito un estratto, a nostro…
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