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“La nostra Palestina ora è l’Europa”

di Stefano Fogliata “Sono palestinese di Haifa, nata in Siria nel campo di Yarmouk due anni dopo la Nakba”. Esordisce così Etaf Al Shora, presentandosi come figlia della “catastrofe” palestinese nel 1948 conseguente alla creazione di Israele. L’anziana donna è una dei circa 540.000 palestinesi che abitavano in Siria prima dello scoppio della guerra civile; il campo di Yarmouk, 8 km a sud di Damasco, ne ospitava circa 200.000 ed era considerato il centro politico e culturale nel paese dei rifugiati nel paese. “Nonostante le difficoltà iniziali dopo la fuga nel 1948 - prosegue Etaf-  siamo riusciti a costruirci una nuova vita in esilio. Per più di 60 anni abbiamo continuamente costruito abitazioni sopra le precedenti per poter ospitare le nuove generazioni. Tutti i mie sette figli si sono sposati…
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Bugia n.3: “I governi arabi sono – sempre e comunque – con i palestinesi”

È ora che cada anche questo mito. In molti paesi arabi i palestinesi (arrivati come rifugiati dopo la Nakba) non possono diventare cittadini - coerentemente con la risoluzione 1547/1959 della Lega Araba, per "preservare l'identità palestinese" - e neanche i bambini nati da genitori palestinesi  possono avere la cittadinanza, violando l'art.7 della Convenzione dei diritti del fanciullo. Se da un lato Israele nega ai profughi palestinesi il diritto al ritorno (garantito dalla risoluzione 194/1948 dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite), dall'altro molti paesi arabi hanno adottato una politica di intransigenza nei confronti della questione. Lasciando i palestinesi in condizioni spesso disumane e in totale dipendenza dalle erogazioni assistenziali delle agenzie ONU. - Giordania 1967: I gazawi immigrati dopo la Guerra dei Sei Giorni non possono diventare cittadini giordani. Ancora oggi circa 165mila persone non…
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Nakba in Libano, la speranza dei nipoti della ‘catastrofe’

Nella ricorrenza dei 66 anni dalla cacciata del popolo palestinese, il ricordo di quei giorni per i palestinesi in Libano è l'occasione per rivendicare il proprio diritto al ritorno. E per trasmetterne la memoria alle nuove generazioni. testo e foto di Stefano Fogliata Speravano di celebrare l'anniversario della Nakba, il "giorno della catasfrofe", a Maroun al-Ras, all'estremo sud del Libano, pochi metri dal confine con Israele. “Da lì possiamo almeno vedere la Palestina; molti dei nostri villaggi sorgevano proprio a pochi passi dal confine odierno” tengono a precisare gli anziani del campo di Beddawi, nel nord del Libano vicino a Tripoli. Ma da tre anni a questa parte la General security libanese non rilascia ai palestinesi il permesso per manifestare alla frontiera: nel 2011 una decina di manifestanti sono stati…
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Foto da Yarmouk sotto assedio

La foto rappresentante migliaia di palestinesi di Yarmouk (il campo profughi a sud di Damasco) in fila per ricevere cibo dagli operatori dell'Onu ha fatto il giro del mondo. L’UNRWA pubblica nuove foto dal campo.                         Emaciata, Ghazne Mahmoud Omar, 78 anni, ripete senza sosta: "Non c'è cibo, non c'è cibo. Sono venuta per avere il pane. Ho bisogno di mangiare." Yarmouk Street, Campo di Yarmouk, Damasco. 24 febbraio 2014 © UNRWA Archives             Questa donna chiede se le distribuzioni umanitarie dell'UNRWA riprenderanno. Yarmouk Street, Campo di Yarmouk, Damasco. 24 febbraio 2014 © UNRWA Archives           In quella che una tempo era la principale strada commerciale di Yarmouk, solo devastazione e macerie. Yarmouk Street, Campo…
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La fila per il cibo a Yarmouk

Migliaia di palestinesi del campo profughi di Yarmouk (a sud di Damasco) in fila per ricevere cibo dagli operatori umanitari internazionali. La foto, scattata il 31 gennaio 2014, è stata diffusa dall'UNRWA e ripresa viralmente da giornali di tutto il mondo.
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