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Musica e multiculturalità, una competizione per artisti emergenti

di Marco Foglietti Grande successo sta avendo l’iniziativa promossa dalla Fondazione Unipolis, in cerca di talenti musicali nel panorama italiano. Si tratta del Future Music Contest – identità sonore in movimento, festival musicale che nasce all’interno del progetto “Culturability”, grazie al quale chiunque abbia meno di trentacinque anni può pubblicare i propri brani musicali sul sito. Lodevole l’accento multiculturale del progetto, che permette l’abbraccio della cultura italiana con quelle proveniente da altri luoghi, creando un luogo di scambio e di ideale abbraccio tra giovani e tra i loro prodotti sonori diversi, ma capaci di unire il mondo e i mondi. Gli ascoltatori del web potranno votare i pezzi preferiti dal 14 ottobre al 31 gennaio 2012, data in cui sarà stilata una classifica che premierà i migliori dieci artisti del…
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Mondiali di scherma, tunisina boicotta sfidante israeliana

Boicottare Israele e farsi eliminare da una competizione sportiva come forma di protesta. È successo ai mondiali di scherma in svolgimento in questi giorni a Catania. Un’atleta tunisina, Sarra Besbes, si è rifiutata di gareggiare contro l'israeliana Noam Mills. La tunisina è salita in pedana, ma è rimasta immobile non rispondendo alle stoccate dell’avversaria. Sembra che il boicottaggio della Besbes sia stato un gesto ordinato dalla federazione tunisina e non il frutto di una iniziativa personale dell’atleta. Un episodio simile già era avvenuto nei giorni precedenti. Uno schermidore iraniano,  Sayyad Ghanbari Hamad, si è ritrovato nel girone di qualificazione l'israeliano Tomer Or e si è ritirato senza gareggiare, non solo con lui, ma anche con tutti gli altri avversari. Non sono episodi nuovi. Già in passato ci sono stati atleti arabi che si sono rifiutati di gareggiare contro rappresentati di Israele. Ma…
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Mario d’Offizi – Raccontare le molestie dei preti, la guerra e l’apartheid. Senza rancore

L'hanno definito il Bukowski del Sudafrica. Qualcuno azzarda paragoni con Miller e Kerouac. Mario d'Offizi, poeta col passato tra collegio cattolico, guerra d'Angola e pubblicità, è stata una delle voci più interessanti del post apartheid. Padre italiano, madre irlandese, d'Offizi racconta nel suo romanzo autobiografico Bless Me Father (appena uscito in Italia con la Compagnia delle lettere) una storia di ribellione e violenza, nella quale tuttavia è impossibile scorgere alcuna traccia di rabbia. Nemmeno quando racconta il capitolo più doloroso della sua vita: le violenze sessuali subite nella sua permanenza nel collegio, prima da un giovane prete di passaggio, poi da padre Reginald Orsmond, che in seguito sarebbe diventato arcivescovo di Johannesburg. Episodi centrali nel percorso di Mario, il cui segno più evidente è la sua capacità di “ascoltare” la…
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Ricordare l’11 settembre con Salvador Allende e Ken Loach

di Joshua Evangelista Quell'"altro" undici settembre, quello del 1973, durante l'assedio e la successiva presa del Palacio de La Moneda da parte delle forze del generale Pinochet, il presidente cileno Salvador Allende decise di uccidersi piuttosto che arrendersi. "Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori! Queste sono le mie ultime parole e ho la certezza che il mio sacrificio non sarà vano. Ho la certezza che, per lo meno, ci sarà una lezione morale che castigherà la vigliaccheria, la codardia e il tradimento", dirà Allende nel suo ultimo messaggio radiofonico. Vogliamo ricordare l'11 settembre del 1973 tramite due preziosi contributi video. Il primo è il discorso di Salvador Allende all'Onu del 1972, in cui il presidente cileno denunciava l'azione incontrollata delle multinazionali negli equilibri geopolitici. L'altro è il bellissimo corto…
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La traversata “occidentale” dei ribelli verso Tripoli

di Joshua Evangelista Aldilà delle idealizzazioni e del romanticismo (storicamente motivato), è interessante capire le motivazioni della rapida avanzata dei ribelli verso la capitale libica. Un'avanzata pianificata nei minimi dettagli con l'ausilio non secondario delle forze speciali di Gran Bretagna, Francia e Qatar, oltre alle consulenze di esercito americano, Nato e amministrazione Obama. Secondo quanto confidato da un ufficiale Nato al Washington Post di ieri, l'obiettivo era quello di creare una "tenaglia", tale da spingere le forze fedeli a Muammar Gheddafi a tornare, da tutte le direzioni, verso Tripoli per proteggerla. Nel processo, le truppe governative  sarebbero così diventate obiettivi limpidi per gli attacchi aerei della Nato e contemporaneamente le strade sarebbero state libere per l'avanzata dei ribelli. Domenica le forze anti-Gheddafi sono entrate da ovest dopo un accurato coordinamento con le cellule ribelli presenti dentro la città e…
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