apartheid

Mario d’Offizi – Raccontare le molestie dei preti, la guerra e l’apartheid. Senza rancore

Mario d’Offizi – Raccontare le molestie dei preti, la guerra e l’apartheid. Senza rancore

L'hanno definito il Bukowski del Sudafrica. Qualcuno azzarda paragoni con Miller e Kerouac. Mario d'Offizi, poeta col passato tra collegio cattolico, guerra d'Angola e pubblicità, è stata una delle voci più interessanti del post apartheid. Padre italiano, madre irlandese, d'Offizi racconta nel suo romanzo autobiografico Bless Me Father (appena uscito in Italia con la Compagnia delle lettere) una storia di ribellione e violenza, nella quale tuttavia è impossibile scorgere alcuna traccia di rabbia. Nemmeno quando racconta il capitolo più doloroso della sua vita: le violenze sessuali subite nella sua permanenza nel collegio, prima da un giovane prete di passaggio, poi…
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Fenomeno Smarteez, dall’apartheid al fashion design

Fenomeno Smarteez, dall’apartheid al fashion design

Intervista di Teodora Malavenda Capi unici, interpretati con uno stile ricercato tale che li rende oggetto del desiderio per chi ama vestirsi in modo originale. Non stiamo parlando dei modelli della nuova collezione messa a punto da un emergente stilista europeo, ma della linea di abbigliamento e accessori realizzata, o forse è il caso di dire reinventata, da quattro giovani designer sudafricani. Loro sono Sibu, Floyd, Kepi e Thabiso. Vivono a Soweto, la più grande township del continente nero. Sono figli dell’apartheid, nati e cresciuti in mezzo a conflitti, povertà, credenze e rituali magici. Hanno frequentato dei corsi di design…
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