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Essere rifugiati in Israele. Tra prigioni nel deserto e discriminazioni religiose

Essere rifugiati in Israele. Tra prigioni nel deserto e discriminazioni religiose

Nel cuore del deserto del Negev, circondato da chilometri di aridità e siccità, sorge il Centro di Detenzione Holot per richiedenti asilo. Maawiya Mohammed Adam, un sudanese di 28 anni che è entrato in Israele nel 2008 per fuggire dalla guerra civile del proprio paese, è stato detenuto a Holot per gli scorsi sei mesi. "Per i non ebrei", dice Adam, "cercare asilo nello Stato Ebraico è una cattiva idea". “Se io fossi stato un ebreo, ora starei in ottime condizioni e Israele mi riconoscerebbe lo status che merito. Ma siccome sono musulmano e nero, la mia sorte è sofferenza",…
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“Non suonate in Israele”, l’appello di Roger Waters ai Rolling Stones

“Non suonate in Israele, verrete sfruttati dalla propaganda di governo”. A lanciare l’appello ai Rolling Stones è stato lo storico leader dei Pink Floyd, Roger Waters, in vista del concerto che si terrà a Tel Aviv il 4 giugno prossimo. Il musicista ha esplicitamente chiesto di non suonare in Israele perché farlo sarebbe l'equivalente morale di esibirsi con 'Sun City' nel culmine degli anni dell'apartheid in Sudafrica. Il brano tirato in ballo è una canzone di protesta scritta nel 1985, incisa da ‘Artists United Against Apartheid’, gruppo formatosi grazie a Steven Van Zandt, artista e attivista sudafricano, per denunciare il…
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Perdere un anno (e un dito) per la propria dignità

Perdere un anno (e un dito) per la propria dignità

La mia cella era alta un metro e larga un metro. Era tutto chiuso, un buco di cemento. Non sapevo se fosse giorno o notte. Il posto era sporchissimo e puzzava. A causa di queste condizioni sentivo le mie ferite bruciare. Sentivo nelle vicinanze i latrati di un cane, sembrava triste. Non potevo né vederlo né toccarlo ma, in qualche modo, i suoi lamenti erano la mia unica compagnia. Una volta al giorno mi davano una scodella di zuppa di fave e un bicchiere d'acqua. Preferisco non presentarmi con nome e cognome. In realtà non importa neanche la mia nazionalità…
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I 50 ragazzi israeliani contro l’esercito: “Non violeremo i diritti umani”

I 50 ragazzi israeliani contro l’esercito: “Non violeremo i diritti umani”

Cinquanta adolescenti israeliani hanno scritto una lettera al Primo Ministro Benjamin Netanyahu per dichiarare che si rifiuteranno di arruolarsi perché l'esercito occupa la terra palestinese. "La ragione principale per il nostro rifiuto è data dal fatto che ci opponiamo all'occupazione dei territori palestinesi da parte dell'esercito", hanno scritto i 50 ragazzi nella lettera a Netanyahu, pubblicata su Fb dal gruppo pacifista israeliano Yesh Gvul. I giovani obiettori hanno citato poi le "violazioni di diritti umani" in Cisgiordania, incluse "esecuzioni, costruzioni di colonie, detenzioni amministrative, torture, punizioni collettive e iniqua distribuzione di acqua ed elettricità". "Qualsiasi arruolamento", continua la lettera, "perpetuerebbe l'attuale situazione, quindi…
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Confessioni di un’ex soldatessa IDF: “Israele sempre più simile alla Germania nazista”

Confessioni di un’ex soldatessa IDF: “Israele sempre più simile alla Germania nazista”

di Ilaria Bortot Sarit Jacobsohn è una di quelle donne che a quarantanni ne dimostra ancora venti, che ha un passato doloroso alle spalle ma che continua a dipingere quadri pieni di colori perché, come dice lei stessa, “viviamo nel posto più bello” ed è bello ricordarsene anche attraverso l'arte. La nostra chiacchierata Milano-Tennessee parte subito dal suo passato. Inizio con una domanda che mi sembra banale: “Da dove vieni?” e lei risponde: “Sono una cittadina del mondo”. Non poteva essere una risposta più azzeccata. Sarit nasce a Hong Kong e i suoi primi anni di vita li passa a…
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