Il guerriero francescano che trasformò il degrado in foresta

Nel contesto della deforestazione massiccia che si verifica ogni anno a causa delle piantagioni di palme da olio, ecco che appare la figura di un uomo che ha davvero a cuore l’ambiente. Si tratta del Pastore Samuel Oton Sidin, 57 anni, direttore della Casa Arcobaleno, un’area per la protezione e conservazione della foresta di proprietà della comunità dell’Ordine dei Frati minori cappuccini di Bukit Tunggal, presso il villaggio di Gunung Benuah, nel Borneo Occidentale. Foto e testo di Jemy Haryanto

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La prima volta, Samuel decise di diventare un Guerriero Ambientale nel 1998. Là, dove la deforestazione illegale e l’espansione delle piantagioni di palme da olio erano in aumento ed era stato intaccato anche il bacino idrografico, in Borneo Occidentale. Samuel, assieme all’Ordine francescano che operano in quella zona, ha iniziato a preoccuparsi per la disponibilità di acqua pulita per la comunità. Ha per questo dato vita ad un movimento sociale, che coinvolgesse totalmente la comunità, per la salvaguardia della regione.

“In quell’anno il disboscamento illegale era in dilagante proliferazione. Compresa la zona in cui vivevo, anche colpita da siccità a causa della combustione. Così abbiamo pensato di fare qualcosa per la natura e la società,” racconta Samuel. Lui e i Francescani cappuccini ritenevano che Bukit Tunggal potesse ancora essere salvata. Con questa convinzione hanno iniziato a fare progetti indipendenti per rimboschire la zona.

“Tutti i costi sono stati a carico dell’Ordine. Abbiamo acquistato la terra arida di Bukit Tunggal dalla gente locale, poco a poco. È da lì che abbiamo iniziato” afferma il Pastore, semplice nella vita quotidiana. Dal 2000 con la sua comunità ha comprato 70 ettari di terra riarsa, la maggior parte in collina o in zone paludose, un terreno degradato.

Ai lati nord e sud vi erano molte aree bruciate, mentre la parte occidentale era quasi priva di alberi poiché erano stati abbattuti. Non c’è da meravigliarsi se la biodiversità, ricchezza naturale presente nella terra equatoriale, stia scomparendo con la distruzione della foresta. E così ha avuto inizio la riabilitazione.

“In seguito abbiamo acquistato altri 20 ettari dalla comunità. Cosicché la zona di conservazione è diventata molto vasta”. Samuel ha poi fatto da guida per la creazione di una casa per la collettività, conosciuta come ‘Casa Arcobaleno’ nel 2003, come luogo di permanenza per alcuni membri della comunità. La ‘Casa Arcobaleno’ è anche un luogo di educazione per spiegare alla gente come coltivare bene la terra, incrementare i semi delle piante, e sviluppare l’attività produttiva agricola.

“È un luogo per lo scambio di idee e molte altre forme di attività. Abbiamo iniziato a creare un vivaio e piantato diversi generi di piante rare, compresi molti tipi di erbe medicinali tradizionali; ne abbiamo anche assegnati, come strumento di apprendimento e come luogo di visita per la comunità” spiega mentre inforca gli occhiali.

Uno dei metodi che porta avanti è quello di fare degli esempi d’irrigazione, coltivazione e mantenimento della sorgente pulita.
“Abbiamo realizzato una piccola diga per inondare i campi di riso di un ettaro circa. Oltre ad essere una fonte d’acqua per la Casa Arcobaleno, questa diga viene anche utilizzata per soddisfare le esigenze di acqua della comunità circostante,” ha affermato l’uomo, laureatosi al programma di dottorato in campo spirituale francescano all’Università Antonianum di Roma, Italia, nel 1990.
Inoltre lo scopo della Casa Arcobaleno è quello di essere una forma di sollecitazione etica per il pubblico, per dare inizio ad un nuovo modello, più cordiale ed ospitale nei confronti della natura. Samuel ritiene che, sino ad ora, il discorso sull’ambiente sia stato soltanto a parole (lip service) senza azioni reali. Vari seminari sul “Global Warming” si sono conclusi senza alcun provvedimento chiaro. “Noi crediamo nel principio di partire da se stessi. Siamo consapevoli che la Casa Arcobaleno è una piccola realtà, tuttavia è più preziosa di molti concetti e dichiarazioni ecologiste detti solo a parole. In altri termini, c’è grande valore nelle piccole cose. Questo è ciò che facciamo alla Casa Arcobaleno,” ha spiegato lo specialista Francescano. E quando gli viene chiesto perché la dimora è chiamata Casa Arcobaleno, risponde che è stato ispirato dalla storia di un profeta. “Il nome è stato ispirato dalla storia di Noè, nel Libro in cui crediamo,” ha detto Samuel.

Gli ostacoli e le sfide di un Guerriero Ambientale. Ma non è cosa facile avviare una lotta. Ostacoli vari sorgono in ogni momento. Succede anche a Samuel, soprattutto nei confronti della società. Secondo il Pastore, la comunità locale è ancora modesta. Tanto da esservi anche una limitata comprensione dell’ecologia. Alcuni sostengono e partecipano attivamente alla conservazione della natura, altri rimangono indifferenti.

“Ciò è evidente dal disboscamento incessante, dalle vendite di terreni, lo sfruttamento delle cave che distruggono la natura, l’abbattimento del terreno forestale per gli impianti industriali, e le piantagioni di palma da olio che rovinano il bacino idrografico forestale” afferma Samuel riprendendo quanto ha scritto in The Role of Creatures in Saint Francis’ Praising of God. Un esempio di quanto affermato è stato il momento in cui egli si è trovato di fronte a dei selvaggi boscaioli. Era sconvolto, poi si è avvicinato a quelle persone ed ha fornito loro delle spiegazioni sul fatto di non dover proseguire la loro attività nei pressi della Casa Arcobaleno.

“Ma il mio consiglio è stato ignorato, e ciò accade tuttora. Soprattutto al di fuori del territorio della Casa Arcobaleno,” ha detto Samuel. Un’altra sfida è quella economica. Samuel ha affermato che la Casa Arcobaleno non ha ricevuto aiuti finanziari da alcun ente, ma prova ad andare avanti come meglio può. “Non c’è alcuna preoccupazione del governo, sia a livello provinciale che distrettuale, per questo sentiamo di dovercela fare da soli, e questo non ha smorzato il nostro spirito,” ha detto.
Sebbene le cose stiano così, Samuel deve essere orgoglioso dei risultati della sua lotta. Perché l’area di conservazione della Casa Arcobaleno non è solo verdeggiante, ma presenta anche molti alberi ad alto fusto che sono ormai rari da trovare in Borneo Occidentale. Tra questi, il Belian (Eusideroxylon zwageri), il Tapang (Koompassia excels), il Sengon (Albazia Falcataria), il Gaharu (Aquilaria moluccensis), il Mahoni (Swietenia mahagoni) ed il Meranti (Shorea bracteolata dyer) oltre a tanti altri. In tutto sono 14 i tipi di albero a fusto duro, mentre il resto sono piante.

Infine, il 5 giugno 2012 Samuel è stato insignito del premio Kalpataru dal presidente Susilo Bambang Yudhoyono. Per la categoria della salvaguardia dell’ambiente. Come forma di apprezzamento per gli sforzi di sensibilizzazione ambientale e per il suo ruolo nella comunità, per trovare nuove tecnologie amiche della natura.


Profilo dell'autore

Jemy Haryanto
Sono nato e vivo tutt'ora in Indonesia. Una nazione plurale, multiforme, con migliaia di isole, migliaia di tradizioni, di etnie, di lingue locali. Sono 11 anni che lavoro nel mondo del giornalismo, ho iniziato da un piccolo giornale locale, per poi diventare inviato televisivo per un'emittente nazionale. Ora, oltre a scrivere per Frontiere News, lavoro come giornalista full time per un rivista internazionale, e faccio anche il Freelance. Sono sposato con una donna italiana, che mi continua a dare l'energia per scrivere. Non sono un amante della politica, ma nei miei articoli cerco di trasmettere il mio amore per la natura, le tradizioni e le usanze dei popoli.

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