Al-Qaeda, dalla sua creazione alla morte di bin Laden

Dopo dieci anni di caccia all’uomo, ieri alle 5 ora italiana il Presidente statunitense Barack Obama ha annunciato l’uccisione di Osama bin Laden per mano delle forze speciali americane. Gli Stati Uniti sono in festa e anche il governo italiano ha manifestato la propria soddisfazione per questa vittoria su al-Qaeda. Ma che cos’è al-Qaeda?

LE ORIGINI. Al-Qaeda, il cui nome significa “fondazione” o “base”, nacque nel contesto dell’invasione sovietica in Afghanistan (1979-1989), come evoluzione dell’organizzazione musulmana Maktab al-Khidamat (MAK) fondata nel 1984 a Peshawar (Pakistan). Secondo un’intervista rilasciata da Osama bin Laden ad Al Jazeera, nell’ottobre del 2001, l’organizzazione deve il proprio nome all’appellativo dato ai campi di addestramento contro il terrorismo sovietico, creati per i mujahideen da Abu Ubayda al-Banshiri.

Il conflitto in Afghanistan vedeva schierati, da una parte, gli afgani marxisti e le truppe sovietiche alleate e, dall’altra, i militanti radicali islamici, i mujahideen, che in numero sempre crescente andavano abbracciando la causa della jihaad contro il regime afgano comunista. I mujahideen erano sostenuti da organizzazioni musulmane internazionali, tra le quali il succitato MAK che raccoglieva fondi soprattutto dal governo dell’Arabia Saudita e da singoli donatori arabi, contattati da bin Laden.

Il MAK era stato fondato da Abdullah Yusuf Azzam, uno studioso palestinese membro della Fratellanza Islamica, e da Osama bin Laden. L’organizzazione, creata per raccogliere fondi e reclutare mujahideen per combattere i sovietici in Afghanistan, nel 1986 mise in piedi una rete di basi di reclutamento anche negli Stati Uniti, trovando il proprio perno a Brooklyn, nel Al Kifah Refugee Center, e i propri uomini di punta in Ali Mohamed e Omar Abdel-Rahman. I combattenti venivano addestrati a Peshawar, al confine tra Pakistan e Afghanistan. Il contributo di Osama bin Laden era soprattutto economico: oltre a finanziare personalmente il MAK, sfruttava le proprie relazioni con la famiglia reale e i miliardari sauditi per sensibilizzare l’opinione pubblica e raccogliere sempre più fondi per la causa afgana. Nel 1987 Azzam e bin Laden fecero costruire i primi campi in Afghanistan, raccogliendo volontari da 43 Paesi stranieri.

Sebbene le truppe sovietiche avessero lasciato il Paese nel 1989, il governo comunista afgano di Mohammed Najibullah resse fino al 1992, quando venne rovesciato da elementi dei mujahideen. I leader dei militanti islamici, però, non furono in grado di mettere in piedi un governo e l’Afghanistan venne travolto dal caos e dalle lotte fra le diverse fazioni per sette anni.

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Nel frattempo tra i mujahideen era andata diffondendosi l’aspirazione a inglobare anche le lotte islamiche di altri Paesi, quali Israele e il Kashmir. A questo scopo vennero istituite diverse organizzazioni, tra le quali al-Qaeda, la cui data di nascita ufficiale è fatta risalire all’agosto del 1988.

Al-Qaeda, che vedeva la partecipazione anche di leader della Jihad dell’Egitto Islamico, in particolare Ayman al-Zawahiri (tutt’ora ricercato), nacque per volontà di bin Laden, che non appoggiava l’impronta militare del MAK di Azzam, e si presentava come un gruppo islamico organizzato, avente come scopo la diffusione e l’innalzamento della parola di Dio attraverso operazioni non militari in diverse parti del mondo. Dopo l’assassinio di Azzam, nel novembre del 1989, il MAK si sfaldò e un significativo numero dei suoi membri confluì nell’organizzazione di bin-Laden.

BIN LADEN E L’ARABIA SAUDITA. Dopo il ritiro dell’Unione Sovietica dall’Afghanistan, Osama bin Laden tornò in Arabia Saudita. L’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq e il richiamo di Saddam Hussein a un pan-islamismo, nel 1990, stavano mettendo a

rischio il regno saudita, che poteva contare su forze sì ben armate ma insufficienti. All’offerta di bin Laden di mettere a disposizione i propri mujahideen, re Fahd preferì il sostegno delle forze americane e alleate. Il fondatore di al-Qaeda reagì all’offesa opponendosi apertamente al governo saudita, tanto da venire bandito e costretto all’esilio in Sudan, nel 1992.

Insieme al proprio fondatore si trasferì anche al-Qaeda, che fino al 1996 affiancò il governo sudanese del colonnello Omar al-Bashir e

creò campi di addestramento per i ribelli. Dal Sudan bin Laden portava avanti i propri attacchi verbali al governo saudita e i rapporti con la corona si inasprirono al punto che nel marzo del 1995 gli vennero revocati passaporto e cittadinanza. La pressione di re Fahd fu tale che anche la famiglia disconobbe bin Laden e il suo patrimonio in Arabia Saudita venne congelato. Nel giugno dello stesso anno, il fallito tentativo di assassinare il presidente egiziano Mubarak, da parte della Jihad dell’Egitto Islamico, costò all’organizzazione e a bin Laden l’espulsione dal Paese.

RITORNO IN AFGHANISTAN. Dopo la cacciata dal Sudan, al-Qaeda ristabilì il proprio quartier generale in Afghanistan, dove nel frattempo era emersa una nuova forza: quella dei talebani. Questi erano costituiti dai molti orfani, figli della guerra con l’Unione Sovietica, cresciuti ed educati dalla rete di scuole islamiche (madrassa) di Kandahar o dei campi al confine con il Pakistan, di chiara ispirazione salafita. Al-Qaeda ottenne la protezione dei talebani e una forma di legittimità, diventando parte del Ministero della Difesa dell’Emirato Islamico dell’Afghanistan, riconosciuto da Pakistan, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Secondo alcune fonti americane, i talebani avrebbero interrotto qualsiasi rapporto con al-Qaeda prima della fine del 2008.

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A partire dalla metà degli anni Novanta, prendendo a pretesto il declino dei gruppi salafiti in Bosnia, al-Qaeda cominciò a istruire le proprie reclute in vista di una jihad, combattuta a livello internazionale, che estirpasse dai Paesi islamici le forze e gli interessi stranieri.

GLI ATTENTATI. La jihad internazionale si espresse attraverso una lunga serie di attentati, che la rese nota in tutto il mondo, oltre che ai servizi segreti americani. Obiettivi principali degli attacchi sono state le forze occidentali in diversi Paesi, dall’Africa (Kenya, Somalia, Yemen, Eritrea, Egitto) all’Asia (Libano, Indonesia, Iraq, Pakistan, Kashmir), dagli Stati Uniti all’Europa (Turchia, Spagna, Gran Bretagna).

Il primo attentato risale al 29 dicembre 1992, quando vennero fatte esplodere due bombe agli hotel Movenpick e Goldmohur di Aden (Yemen) contro i soldati americani diretti in Somalia. L’anno seguente Ramzi Yousef, tra i membri fondatori di al-Qaeda, tentò di far crollare il World Trade Center di New York, fallendo. Nel 1998 venne attaccata un’ambasciata statunitense nell’Africa Orientale e nel 2000 alcuni militanti suicidi colpirono una base americana nello Yemen. L’11 settembre dell’anno seguente venne messo in opera l’attentato più tristemente famoso, che colpì il World Trade Center, già preso di mira otto anni prima, e il Pentagono. Seguirono gli attacchi a Istanbul (2003), Madrid (2004), Londra e Sharm el-Sheikh (2005).

Tra il 2007 e 2010 l’attività di al-Qaeda si è spostata dall’Occidente alla Somalia e allo Yemen, sebbene il suo quartier generale sia rimasto al confine tra Pakistan e Afhanistan. In Somalia l’organizzazione collabora con il gruppo Shahab, estremista, e recluta bambini per gli attacchi suicidi e per le azioni militari in Afghanistan contro gli americani. In Yemen, invece, si è stabilita la cellula saudita di al-Qaeda, che nell’agosto 2009 ha tentato il primo assassinio di un membro della dinastia reale.

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In Iraq al-Qaeda ha trovato un punto d’appoggio nella minoranza sunnita e, in particolare nel gruppo Ansar al-Islam guidato da Abu Musab al-Zarquawi (ucciso nel 2006), mentre già dagli ultimi anni Novanta recluta e istruisce militanti in Palestina. Sebbene abbiano collaborato e collaborino con al-Qaeda in diverse occasioni, Hamas e la Jihad Islamica Palestinese non hanno mai stretto un’alleanza strategica con essa, temendone l’influenza. Molto seguito ha, invece, in Kashmir, dove al-Qaeda addestra volontari contro l’India, considerata da bin Laden e al-Zawahiri partecipe di una cospirazione contro il mondo islamico.

AL-QAEDA SENZA BIN LADEN. Gli esperti sostengono che al-Qaeda sia entrata in una fase involutiva del proprio sviluppo, fase iniziata nel 2005 e contrassegnata dalla frammentazione. L’organizzazione, dunque, si sarebbe sfaldata in una molteplicità di cellule indipendenti, che potrebbero indebolirla fino a farla capitolare. La morte di bin Laden, capo spirituale del gruppo, potrebbe, di conseguenza, infliggere un colpo mortale ad al-Qaeda, allontanando definitivamente le singole cellule tra loro. Ma potrebbe anche sortire l’effetto contrario o, addirittura, provocare ritorsioni su più fronti e, quindi, difficilmente prevedibili o controllabili. Insomma, non è detto che il serpente muoia una volta tagliata la testa.

Valentina Severin


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5 Comments

  • bellissimo racconto, da libro perche’ di realta c’e’ veramente poco niente. AlQaeda non e’ un organizzazione terrostica tanto e’ vero che anche gli investigatori lo hanno messo in dubbio piu di una volta. L’unica cosa di vero sono le origini ma poi e’ finita’ li. Nella realta’ l invenzione di alqaeda e stata fatta da Bush, al fine di trovare un valido pretesto per poter intraprendere la sua guerra in Iraq, sulle Torri anche li ci sono fortissimi dubbi, soprattutto sul crollo che da piu’ l aria di un implosione che di un crollo. Ho viaggiato per molti anni in quei paesi, e ti posso assicurare che alqaeda non esiste. Qualunque atto terroristico, che viene compiuto nel mondo e’ riconducibile sempre ad alqaeda nella realta’ si tratta di gruppi terroristici locali e niente di piu’ che agiscono in maniera indipendente. Come anche il sequestro dei 2 italiani nel Mali, dove viaggio spessissimo almeno 2 volte l’ anno. Non si tratta che di banditi tuareg quella zona da sempre e’ meta del banditismo, ed i rapimenti sono all ordine del giorno. Non c’e nessuna spectra da 007 quello e’ un film.

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