Roma, induisti e musulmani uniti contro le violenze settarie in Bangladesh

Nella metà di ottobre, in oltre trenta distretti del Bangladesh dei gruppi islamici hanno attuato raid punitivi contro la minoranza indù, accusata di blasfemia. Sarebbero oltre 315 i templi induisti saccheggiati. Questa violenza religiosa ha scatenato l’indignazione della comunità induista bangladese di Roma, che si è data appuntamento il 9 novembre alle spalle della Basilica di Santa Maria Maggiore, all’Esqulino, per un sit-in di protesta.

Organizzato dall’Hindu Puja Udjapon Parisad, Rome-Italy, con il supporto dell’Associazione islamica Dhuumcatu, il sit-in si è svolto in modo pacifico, radunando una cinquantina di persone, con interventi in lingua italiana e bangladese, denunciando le violenze subite e richiedendo una protezione sia dal governo in Bangladesh quanto un interesse da parte dei media e dalla società italiana.


Durante il sit-in sono intervenuti, in diretta attraverso le videochiamate, tre importanti leader induisti per dare il loro supporto: Monindro Debonath, Bisnu Saha e Ranadas Gupta.

GLI ANTEFATTI

Durante la scorsa celebrazione del Durga Puja in Bangladesh, il 13 ottobre, ci sono stati dei forti scontri tra musulmani e induisti, con vittime.

La causa andrebbe attribuita ad alcuni gruppi estremisti indù che avrebbero profanato una copia del Corano, posizionandola ai piedi di un idolo induista: questo atto di blasfemia ha scatenato la rabbia di alcuni gruppi islamici che hanno iniziato ad attaccare i templi hindu nella città di Cumilla. Da quel momento la violenza nei confronti degli induisti e dei loro templi si è diffusa in altri luoghi.

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Come riportano i media locali, sono stati vandalizzati più di 315 templi e i suoi idoli e saccheggiato tutte le cose di valore in più di 30 distretti del Bangladesh dal 13 al 16 ottobre.

“Hanno attaccato e vandalizzato quasi 1.500 case indù a Cumilla, Chandpur, Noakhali, Chittagong, Cox’s Bazar, Feni, Chapai Nawabgonj e in altri distretti. Negozi e luoghi commerciali di proprietà indù sono stati vandalizzati e saccheggiati a Cumilla, Chandpur, Noakhali, Chittagong, Feni e altri distretti del Bangladesh”, ha riportato Dipan Mitra, segretario generale della World Hindu Federation Bangladesh Chapter.

Secondo i media, mercoledì tre persone sono state uccise durante gli scontri tra musulmani e la polizia nel sottodistretto di Hajiganj a Chandpur, al confine con Cumilla, mentre la quarta è deceduta per le ferite riportate.
Ma le fonti induiste riportano di circa dieci persone uccise dai musulmani e molte donne violentate.

I leaders religiosi induisti hanno dichiarato che questa violenza è stata una parte della trama per ostacolare la celebrazione del Durga Puja, mentre per il segretario generale dell’Awami League, il ministro Obaidul Qader, l’attacco dei fanatici ha in realtà un mero motivo politico.

Ricordiamo che gli induisti sono il 10% dei 169 milioni di popolazione, a maggioranza musulmana, del Bangladesh. Questo è solo uno degli ultimi attacchi violenti subiti dalla popolazione di fede induista.

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[Testo e foto di Stefano Romano]


Profilo dell'autore

Stefano Romano
Stefano Romano
Nato a Roma nel 1974, si è laureato nel 2001 in Psicologia ed estetica alla Facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza di Roma. Nel 2010 ha iniziato a fotografare le comunità migranti di Roma e dal 2013 tiene il corso di “Fotografia come mediazione culturale”. Ha insegnato fotografia alla Universiti Sains Malaysia, in Penang, nel 2018\2019.
Ha pubblicato: “Kampungku Indonesia”, “Sweet Light” (Mizan, 2010\2018), ristampato in inglese in Bangladesh (Agamee Prakshani, 2020), “Saying it from the heart #USM style” (Penerbit USM, 2019), “My Malaysian Tales” e “My Bangladesh Tales” (2020\ 21, Lulu.com). Scrive sul blog soccamacha.blogspot.com

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