Anche l’Uganda è in rivolta. Il governo di Yoweri Museveni, al potere dal 1986, potrebbe essere agli sgoccioli. Ne abbiamo parlato con Peter, un nostro contatto a Mbarara, a circa 250 km dalla capitale Kampala.
In Italia abbiamo sentito parlare molto delle rivolte in Nord Africa ma sappiamo che anche in Uganda la popolazione è stremata; com’è la situazione a Kampala?
La popolazione è stanca. Kizza Besigye, leader dell’opposizione, ha avviato una rivolta contro il carovita chiamata “Walk to work” (Camminare per lavorare). Per questo motivo è stato fermato, picchiato e imprigionato.
Parlami di questa rivolta.
Negli ultimi mesi c’è stato un forte rincaro dei prezzi del cibo e della benzina. Il governo non sta facendo nulla per rimediare: invece di investire in infrastrutture ha speso 720 milioni di dollari per acquistare aerei militari russi per controllare le risorse petrolifere del paese. Ecco perché siamo stanchi. C’è un governo che spreca soldi e non crea sviluppo.
Come ha reagito Museveni?
Ha detto che non è colpa sua, che il carovita dipende dalla siccità e dalla crisi globale. Si è quindi sentito in dovere di rispondere con la violenza. Finora ci sono state due vittime e 120 feriti gravi. La polizia è brutale. Per non parlare poi degli arresti di massa.
Valerio Evangelista
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[…] anche Museveni contribuisce quotidianamente all’instabilità del proprio Paese, controllando un regime repressivo e violento, monitorato – e denunciato – da tempo da Amnesty International e Human Rights Watch. Su questi […]
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