Ieri sera il quartiere di Abbasseya al Cairo è stato di nuovo messo a ferro e fuoco. Sono 296 i feriti degli scontri tra manifestanti che tentavano di raggiungere la sede del Consiglio supremo delle forze armate, e coloro che invece erano dalla parte dell’esercito. Ha comunicarlo è il ministero della Sanità egiziano, precisando che 196 sono stati medicati sul campo e altri 100 sono ancora nelle strutture ospedaliere.
Gli scontri sono esplosi quando un gruppo di manifestanti è partito da piazza Tahrir per dirigersi al ministero della Difesa a suon di slogan contro il potere militare. Dal lato opposto un gruppo a favore dell’esercito, si è opposto con dei blindati per impedire l’accesso alla zona del ministero.
Dall’11 febbraio scorso, dopo la caduta del regime di Mubarak, l’Egitto è governato dal Consiglio supremo delle forze armate. Da settimane il governo di transizione è oggetto di contestazioni da parte dei manifestanti che rivendicano riforme più incisive e veloci.
Dopo i fatti accaduti si è pronunciato il candidato alle presidenziali in Egitto ed ex capo dell’agenzia atomica internazionale, Mohamed el Baradei. Parlando con i giornalisti, all’indomani degli scontri ha sollecitato uno stop immediato alla violenza contro i manifestanti pacifici, chiedendo ai cittadini egiziani di serrare i ranghi per superare questa fase critica.
Profilo dell'autore
- Dal 2011 raccontiamo il mondo dal punto di vista degli ultimi.
Dello stesso autore
- Americhe20 Dicembre 2024Usare l’AI per ridare un’identità a 10 milioni di schiavi afroamericani
- Centro e Sud America20 Dicembre 2024Capoeira, la ‘danza’ che preparava gli schiavi alla libertà
- Nord America19 Dicembre 2024La vita straordinaria di Elizabeth Miller, da Vogue a reporter di guerra
- Europa19 Dicembre 2024La doppia vita di Solomon Perel, nella Hitlerjugend per sopravvivere all’Olocausto