Ieri sera il quartiere di Abbasseya al Cairo è stato di nuovo messo a ferro e fuoco. Sono 296 i feriti degli scontri tra manifestanti che tentavano di raggiungere la sede del Consiglio supremo delle forze armate, e coloro che invece erano dalla parte dell’esercito. Ha comunicarlo è il ministero della Sanità egiziano, precisando che 196 sono stati medicati sul campo e altri 100 sono ancora nelle strutture ospedaliere.
Gli scontri sono esplosi quando un gruppo di manifestanti è partito da piazza Tahrir per dirigersi al ministero della Difesa a suon di slogan contro il potere militare. Dal lato opposto un gruppo a favore dell’esercito, si è opposto con dei blindati per impedire l’accesso alla zona del ministero.
Dall’11 febbraio scorso, dopo la caduta del regime di Mubarak, l’Egitto è governato dal Consiglio supremo delle forze armate. Da settimane il governo di transizione è oggetto di contestazioni da parte dei manifestanti che rivendicano riforme più incisive e veloci.
Dopo i fatti accaduti si è pronunciato il candidato alle presidenziali in Egitto ed ex capo dell’agenzia atomica internazionale, Mohamed el Baradei. Parlando con i giornalisti, all’indomani degli scontri ha sollecitato uno stop immediato alla violenza contro i manifestanti pacifici, chiedendo ai cittadini egiziani di serrare i ranghi per superare questa fase critica.
Profilo dell'autore
- Dal 2011 raccontiamo il mondo dal punto di vista degli ultimi.
Dello stesso autore
- Europa3 Marzo 2024La maglia multicolore che unì basket, musica e TV per la Lituania libera dall’URSS
- Universali3 Marzo 2024Il vero significato di Bambi (e perché Hitler ne era ossessionato)
- Universali29 Febbraio 2024Hedy Lamarr, la diva di Hollywood che “concepì” Wi-Fi e Bluetooth
- Europa28 Febbraio 2024La tregua di Natale del 1914, quando la guerra si fermò per una notte